Rescued from an eagle's nest - Corto (1908)

Il figlioletto del boscaiolo è rapito da un’aquila e il padre corre in suo aiuto. Suggestivo l’ambiente boschivo, intenso l’episodio del rapimento, vivace la lotta del protagonista con il volatile. Quadri di una tragedia evitata grazie alla forza di volontà dell’indomito homo americanus di fronte a una natura da domare, a colpi d’ascia per guadagnare da vivere o a pugni per difendere la famiglia. Un corto dignitoso, che azzarda l’epica senza però averne il respiro.

Lasciato dalla madre fuori dalla loro capanna, figlio di un boscaiolo viene rapito da un'aquila. La fantasmagorica sequenza del rapace che piomba sul “panierino” dove il piccolo riposa, vera e propria “proiezione” cinematografica di ancestrali indicibili paure, resta di notevole impatto visivo nonostante l’ovvia povertà degli effetti speciali del tempo, testimoniando il valore di chi lavorò al progetto (Porter e Drawley che lo co-diressero e Griffith qui attore nella parte del papà salvatore). Tutto il resto (lotta aquila-boscaiolo compresa) è noia.

Assume quasi i tratti di un exemplum questo breve film muto datato 1908 in cui si narra una breve storia di kidnapping da parte di un'aquila con il padre, interpretato da D. W. Griffith (sic), che tenta di salvare il suo pargolo. La storia è davvero il nulla e viene condotta con poca verve nonostante tecnicamente la scena della cattura del pupo sia rimarchevole dal punto di vista puramente tecnico. I tre minuti del filmino però sono appunto sviliti da una pochezza narrativa che sfocia in un finale apparentemente monco e insoddisfacente.