Gunshy - Un revolver in analisi - Film (2000)

Non sarebbe male l’idea di partenza di questa commedia che ha per protagonista un poliziotto infiltrato che non regge allo stress, apprezzabile sia per l’evolversi dei rapporti tra “buoni” e “cattivi” con commistione dei ruoli, sia per la recitazione del cast, anche se la Bullock si ritaglia un ruolo secondario. Nonostante tutto ciò, il risultato complessivo è modesto, si accusano poco ritmo e una stanchezza che il colpo di scena finale riesce a risollevare solo parzialmente.

Commediola inconsistente, dove praticamente non si ride mai e la trama è talmente esile da annoiare per quasi tutta la durata. Anche la regia è piatta, senza guizzi e la parodia dei gangster e degli infiltrati è all'acqua di rose, con battute stantie e situazioni prevedibili. In parte si salva il cast: Neeson è sempre professionale e Platt è probabilmente il più divertente; la Bullock invece è defilata e recita col pilota automatico. Da evitare.

Che Sandra Bullock si innamori di Liam Neeson (nel film naturalmente) dopo avergli fatto un clistere, è piuttosto originale e una delle tante dissacrazioni dei vari ruoli di agente, malavitoso, mafioso, ma anche strizzacervelli, disseminate in questa commedia leggera ma nemmeno tanto male. Certo il cast composto da attori che si sono distinti in diversi altri lavori aiuta molto e colma la "timidezza", non solo del revolver in questione ma anche del soggetto in genere. Regia senza infamia e senza lode.

Agente dell'FBI infiltrato fra bande criminali deve fare i conti con lo stress... Commediola girata quasi in contemporanea con la similare e più riuscita pellicola diretta da Harold Ramis, stuzzicante sulla carta ma deludente alla visione per via di una sceneggiatura fiacca ed un ritmo altalenante. Neeson riesce a mantenere un'aria dignitosa anche nelle situazioni più imbarazzanti, ma il genere non è nelle sue corde; più convincente Platt come mafioso spietato con delle aspirazioni segrete insospettabili.