Confortato dal successo di L'istruttoria è chiusa dimentichi, tratto del suo romanzo "Tante sbarre", Pittoni decise di mettersi in proprio passando dietro la macchina da presa. Il risultato è sconfortante. Confuso negli snodi narrativi e diretto con approssimazione, il film è un indigesto mix di lacrima movie e dramma rusticano, aggiornato con qualche moderata scena erotica e condito con spicciole banalità antiborghesi e anticonsumistiche. Comunque molto bella e intensa Paola Pitagora.
MEMORABILE: I dialoghi fra Testi e Ressel, il commissario.
Molto lento nella narrazione, con un cast diretto con approssimazione e una storia che non coinvolge particolarmente. La location isolana risulta poco sfruttata. A parte il sex-appeal dei protagonisti (Testi in tenuta semi adamitica e la Pitagora nella sua prorompente bellezza, qui anche in un nudo integrale) il resto è noia. Una ricca borghese in vacanza si innamora di un pittore isolano bravo tanto nella pittura quanto tra le lenzuola, ma l'amore in talune condizioni può risultare un'arma a doppio taglio. Primitivista.
MEMORABILE: La coppia protagonista che si ama sul bagnasciuga; Le riprese del mare agitato.
Dramma con flebili puntatine nel lacrima-movie, in cui personaggi monodimensionali si muovono in un contesto di profonda arretratezza che all'epoca poteva ancora fare "scalpore" anche se poi magari la realtà era almeno un po' più evoluta. La storia è semplice
anche se non sempre prende le pieghe più prevedibli. Qualche momento molto drammatico, caricato di una tale tragicità che quasi muovo al sorriso ma alla fine c'è una consolatoria riparazione. Fabio Testi eroe puro e senza macchia fa quasi tenerezza. Solo per
completisti ed appassionati di pellicole vintage.
Densa di passioni violente e primitiva, la pellicola si fa sin da subito notare per la regia, che esalta i magnifici paesaggi liparesi (le saline e le spiagge) anche grazie al determinante apporto della fotografia. Qualche pecca nella sceneggiatura la si nota in taluni dialoghi troppo smielati e in una parte finale che non convince pienamente nell'instaurarsi di un nuovo rapporto tra il protagonista e la popolazione. Discreto Testi, ma ben più convincente è Ressel, nei panni di odioso maresciallo. Pur con qualche pecca merita una visione.
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