Trappola d'amore - Film (1994)

Melodramma a tinte sentimentali per un Gere diviso tra l'algida moglie e l'esuberante amante. Una narrazione senza pietismi, tipica degli anni 90, in cui tra flashback e situazioni del momento si giunge al drammatico quanto vigliacco finale. Appropriati i tre interpreti e film che personalmente mi ha favorevolmente attratto.

Immaginarsi una Sharon Stone fredda come la pietra del suo cognome è un po' difficile, ma è proprio il personaggio che lei interpreta (anche se nel finale dimostra sensibilità) e che è alla base di tutto quello che succederà. La locandina ritrae bene l'argomento del film; il triangolo però non è così scontato, è abbastanza ricco di sfumature che gli interpreti riescono bene a rappresentare. Niente di trascendentale, un onesto dramma di intrattenimento che non lascerà nessun segno.

Un brillante architetto si divide tra l'algida moglie e un'amante focosa. Da un film di Sautet, Mark Rydell ha tratto un remake molto hollywoodiano e gravato da un penoso titolo italiano. Ben realizzato e segnato da una buona prova di tutti gli attori, il film è troppo patinato e freddo, un pò come il personaggio della Stone, con una storia che non coinvolge mai e un finale che giunge come una liberazione per lo spettatore (oltre che per le due protagoniste femminili).

Un architetto è diviso tra l'algida moglie e l'amante focosissima con risvolti che diverranno tragici. Rydell è un regista poco attivo (una decina di film in quasi 40 anni) e forse dimentica di inserire in questo triangolo amoroso un qualcosa che accenda veramente la miccia. Così tutto fila piattamente verso il tragico finale, che è il vero e unico sussulto di tutto il film. Quasi come se i tre attori (bravi, per carità) lo abbiano interpretato controvoglia. Si distingue un sempre eccelso Landau.