Cenerentola a Parigi - Film (1957)

Cenerentola a Parigi
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Titolo originale: Funny Face
Anno: 1957
Genere: musicale (colore)
Note: Il film riprende le canzoni e in parte la trama dell'omonimo musical di Broadway del 1927 firmato da George Gershwin e Ira Gershwin. Astaire interpreta un personaggio la cui figura richiama quella del grande fotografo Richard Avedon, che prestò la propria consulenza.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/05/13 DAL BENEMERITO DANIELA
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Paulaster 13/05/19 11:42 - 4427 commenti

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Libraia verrà assoldata come modella. Commedia musicale corredata da un numero limitato di balletti nella contrapposizione tra il sentimento e la filosofia. Nella frivolezza della fotografia si trovano i momenti migliori, mentre la discesa a Parigi pecca di stereotipi e di un romanticismo stucchevole (l'aereo che se ne va). Astaire è un po' limitato nei numeri e la Hepburn riesce a cavarsela da sola sia come presenza che come danze. Negli scatti fotografici si può notare la consulenza di Avedon.
MEMORABILE: Il ballo liberatorio della Hepburn; Le foto in giro per Parigi; Think pink.

Daniela 8/05/13 10:36 - 12672 commenti

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Una modesta bibliotecaria accetta di diventare la nuova donna-immagine di una rivista di alta moda per poter volare a Parigi ed incontrare un filosofo "enfaticalista" da lei venerato... Donen ha co-diretto il capolavoro del genere, Hepburn è la grazia fatta persona, Astaire sgambetta elegantemente nonostante l'età, e poi ci sono Gershwin, la fotografia fastosa, Parigi che è sempre Parigi. Però la storia è davvero troppo stupidella, con numeri non tanto memorabili per far perdonare il contorno.
MEMORABILE: L'inizio nella redazione della rivista, con l'affermazione della dittatura del rosa (bah!)

Ziovania 13/01/14 14:12 - 337 commenti

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Accostare le atmosfere edulcorate tipiche del musical con quelle altrettanto irreali dell’alta moda è come salire sull’aereo senza il paracadute. Per superare la vertigine si fa ricorso a massicce dosi di ironia e a una Parigi ruffiana quanto basta per far nascere l’amore tra due protagonisti comunque male assortiti. La Hepburn è tanto bella quanto acerba, Astaire un poco convinto lover man. Miglior numero risulta così “Clap yo’ hands”, un classico di Gershwin magnificamente riproposto da Fred e Kay Thompson.

Jdelarge 5/02/21 17:42 - 1000 commenti

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Bellissimo musical diretto da Stanley Donen, che si avvale della collaborazione preziosa del fotografo Richard Avedon, il cui contributo è visibile in tutto il film. A farla da padrona è, in effetti, la fotografia, che immortala ambienti sfavillanti a cui il Technicolor dà un tocco fiabesco che rende la pellicola assolutamente memorabile. Audrey Hepburn, fantastica, offre una performance di consapevolezza, riuscendo a utilizzare il proprio corpo in modo sorprendente. Una delizia per gli occhi.

Michdasv 25/12/21 22:53 - 117 commenti

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Una Parigi intesa come paradiso di due cose considerate "esotiche" dall'americano medio degli anni Cinquanta: l'alta moda e la filosofia esistenzialista (variante empaticalista: dell'empatia) con i suoi dolcevita neri, invitati stramboidi seduti per terra e strani incensieri dall'uso ancora ignoto (nel 1957). La Hepburn aveva già vinto l'Oscar come miglior attrice nel 1953, qui cerca di "rinnovarsi" e fa almeno tre cose nuove: canta con la propria voce, danza bene in coppia con Astaire o con Kay Thompson, e soprattutto danza (male) nella sua esibizione nel club esistenzialista.
MEMORABILE: La "crazy dance" della Hepburn nel club: Astaire con la barba (!); Gli invitati nell'abitazione del prof; Per i romantici, danza con abito da sposa.

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  • Discussione Michdasv • 25/12/21 22:42
    Galoppino - 285 interventi
    Non è un record nella differenza di età, comunque Fred Astaire aveva 56 anni e Audrey Hepburn 26
  • Discussione Michdasv • 25/12/21 22:45
    Galoppino - 285 interventi
    La peggiore traduzione di titolo dall'inglese nella storia del cinema, assunto che la protagonista non ha nulla in comune con Cenerentola, anzi al contrario, legge libri di filosofia, viaggia per conto proprio e decide "come un'adulta americana" che, detto oggi, farà anche ridere ma negli anni Cinquanta era rivoluzionario...