In bilico tra dramma, commedia, con qualche risvolto noir (accentuato dalla bella fotografia di Leon Shamroy), una storia con al centro una intensa Crawford, divisa tra due uomini molto diversi tra loro a formare così un triangolo forse all'epoca giudicato fuori dagli schemi di un'apparenza puritana. Perfetto nella direzione e altrettanto perfettamente ordinato nelle scene e negli eleganti abbigliamenti, sempre a simboleggiare una civiltà di rapporti anche nelle situazioni sentimentalmente più complicate che vanno al di la dell'amore tout court
Prima di tutto, L’amante immortale (titolo italiano del tutto fuori centro) è un ritratto di donna (da titolo originale, straordinaria e affascinante Joan Crawford), una figura combattuta e come intrappolata dentro un triangolo amoroso maschilista e sentimentalmente egoista. E l’autore la osserva scrutandone il volto (impreziosito dalla fotografia di Shamroy), il carattere, la forza interiore e la capacità di potercela fare anche con le proprie forze: il razionale dell’emisfero femminile si scontra con l’irrazionale di quello maschile. Buono.
Titolo italiano pomposo, mentre quello originale indica il nome della protagonista, una disegnatrice di moda impegnata in una relazione con un avvocato sposato che ad un certo punto cede alla corte di un reduce di guerra vedovo e lo sposa. E' proprio l'atteggiamento di quest'ultimo, a prima vista passivo, a costituire l'aspetto più originale di questo dramma sentimentale oincentrato su una donna apparentemente forte ed indipendente ma incapace di scegliere fra il volitivo ex amante e il riflessivo marito. Regia impeccabile di P., ma il film è soprattutto un veicolo divistico per Crawford.
Titolo fuorviante per un film in cui le due figure maschili sono piuttosto deprecabili (seppur per differenti ragioni), mentre quella centrale è una donna in fondo buona ma dall'animo tormentato, ottimamente interpretata dalla Crawford (che rimarca la diffidenza del suo personaggio verso il sesso maschile con continue occhiate cariche di desolazione). Finale grottesco e affrettato.
MEMORABILE: "E' proprio pazzo della morte in vacanza!" (la segretaria di Dan in riferimento all'amore che l'avvocato dimostra per Daisy).
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