Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il voler ad ogni costo “recuperare” buoni attori da sempre ingiustamente relegati al cinema popolare è un vezzo di molti “autori” non solo italiani: Pupi Avati ha rilanciato (con gran merito) Diego Abatantuono e ci ha provato con Boldi, Fellini l'ha fatto con Villaggio e Ferreri decide sia arrivato il momento di rivalutare l’ex Gatto Jerry Calà, che tra l'altro aveva già dimostrato di saper recitare anche seriamente nel sottovalutato SOTTOZERO. Purtroppo Ferreri,...Leggi tutto regista cervellotico, mal si integra con l’istintiva simpatia del buon Jerry Calà e lo soffoca in un personaggio troppo passivo. Benito, rappresentante di detersivi, non riesce a dare una svolta alla sua vita inutile e affida i suoi pensieri a un diario, che alternativamente scrive e registra su di un magnetofono: riempie pagine e cassette di pensieri sibillini, frasi quasi in codice e sfoga la sua depressione cercando di sedurre (non si capisce mai con quali risultati) qualsiasi giovane ragazza (anche brutta) gli capiti a tiro. Unico vero amore Luigia (Sabrina Ferilli, abbastanza convincente nonché generosa nel mostrare il posteriore), romana caliente dal fare libertino. Un film decadente, deciso ad apparire squallido come il suo protagonista (negativi fotografia e sonoro), che Calà sa comunque rendere credibile fino all'autolesionismo. Ferreri però sembra voler cercare il film d'autore a ogni costo e ne esce un prodotto artificiale, insincero, puntellato dalle prevedibili (e fastidiose) note del solito sax virtuoso invadente. Sceneggiature e dialoghi poveri, a volte apparentemente solo abbozzati, situazioni che si ripetono sempre uguali annoiando inevitabilmente. Calà ha creato per la sua carriera una figura precisa, quella del playboy tenerone, del ragazzo simpatico e brillante. Avvilirlo così non serve a molto.

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Matalo! 3/08/08 16:47 - 1378 commenti

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Calà non regge questo curioso ma non entusiasmante film di Ferreri, sempre bravissimo a ritrarre l'Italia nella marginalità (e quanta marginalità c'era all'epoca!) degli anni 80. Dò atto a questa forza del regista che anche qui non manca; ma Calà non supera la prova nei panni di un personaggio sulla carta interessantissimo. Sabrina Ferilli è stupenda e mostra generosamente il suo florido corpo. Il film è spesso tirato via, lungo, sfilacciato ma non sempre è un difetto. Appare Jessica Rizzo e un personaggio le fa notare che è uguale alla Dellera!!!

Galbo 4/08/08 19:39 - 12393 commenti

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Film peculiare e potenzialmente valido di Marco Ferreri che sbaglia però nell'affidare al poco talentuoso Jerry Calà il ruolo di protagonista. L'attore veneto non supera la prova dello "sdoganamento" del cinema d'autore e si rivela incapace di dare corpo alle visioni di un mondo a parte, emarginato e sconfitto tipico del grande regista. Molto meglio la Ferilli in un film che poteva essere molto di più.

Enricottta 6/09/09 21:08 - 506 commenti

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Misteri del cinema. C'è chi ha fatto recitare i cani, vedi Lassie e il recente Rex, ma il Calà di Ferreri, mi scusino tutti, "nun se po' guardà". Rimane un esperimento non riuscito (le provette scoppiarono tutte, a causa di un difetto di "produzione"). Anche se può sembrare ovvio, il corpo, ancora intonso da chirurgia estetica ed affini, della Ferilli fa l'effetto di Gesù a Lazzaro: resuscita i morti.

Herrkinski 28/06/10 15:12 - 8112 commenti

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Curioso film di Ferreri, in bilico tra commedia agrodolce e dramma. Il pregio del film è di non scadere né in eccessive volgarità né in eccessi di tragedia da Kleenex; si mantiene in un clima dimesso, scarno e povero, che ben si adatta alla malinconica storia del perdente interpretato da Calà. L'attore, dopo l'interessante excursus serioso di Sottozero, si distacca nuovamente dal suo tipico personaggio cercando nuove strade, con risultati solo discreti, dovuti alle sue limitate doti recitative e ad una sceneggiatura non certo brillante.

Kanon 6/08/10 02:42 - 604 commenti

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Non mi è parso troppo a suo agio in questo tipo di recitazione, il buon Jerry Calà. Peccato perché il soggetto era interessante e magari poteva essere sfruttato meglio anche con più incisività in fase di sceneggiatura. Alla lontana sembra una versione italiana di quelle Storie di ordinaria follia che già a suo tempo avevano ottenuto risultati leggermente superiori (se non altro grazie a Ben Gazzara). Recitazione piuttosto amatoriale che ben si adegua alla situazione.
MEMORABILE: Calà entra in un teatro di Risiana memoria, chiamato "Palladium"... e al suo interno c'è Jessica Rizzo in tutte le sue grazie.

Nando 12/02/11 11:33 - 3814 commenti

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La vita di un misero rappresentante che annota su un diario le sue sensazioni e le sue turbe sessuali scatenate da una procace Ferilli. La narrazione è interessante nel trattare i margini dell'esistenza ma trova un impedimento nel'interpretazione di Calà, a cui non basta la seriosità per essere credibile.

Cotola 15/08/11 23:33 - 9044 commenti

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Giunto al penultimo film, Ferreri continua a "raccontare storie", facendolo nel suo modo molto personale e spesso antinarrativo. I temi sono quelli di tanto suo cinema: la grettezza dell'uomo, la sua infelicità e soprattutto la sua solitudine. Ad essa è, infatti, condannato Benito, rappresentante fallito di detersivi che non riesce a colmare il suo vuoto con i tanti incontri amorosi, raccontati nel suo diario "vizioso". Il regista prova anche a nobilitare Calà come attore e, anche se solo in parte, ci riesce. "Generosa" la prova della Ferilli.

Tomastich 7/10/13 10:07 - 1255 commenti

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La sciatteria di un maniaco sessuale raccontata dal maestro del "minimo" italiano: Marco Ferrari. Il regista riesce sempre in ogni film a inserire interni ed esterni squallidi, periferie surreali, luna park arrugginiti entro i quali si muove qui Benito (un bravissimo Jerry Calà), sempre alla ricerca di avventure occasionali (in più casi perverse, borderline). Gli anni '90 si sentono tutti, il film riesce a trasmetterli allo spettatore anche se sono passati pochissimi anni dal voltare del decennio. L'angoscia, comunque, regna sovrana.

Deepred89 30/12/13 15:15 - 3706 commenti

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Curiosa pellicola, piuttosto intrigante nonostante l'assenza di una vera trama e una confezione non troppo rifinita (molto Italia anni 90). Funzionano l'idea del diario e del montaggio spezzato; per apprezzare questo Calà tutto sguardi d'autore, libidine ormai funeraria, pianti e scenate di gelosia ci vuole invece qualche minuto di preparazione psicologica, ma i più clementi ce la possono fare. Interessante, ma il precedente Colpo di fulmine riusciva a rievocare il medesimo senso di smarrimento con più freschezza e meno pretese autoriali.
MEMORABILE: Il finale aperto e malinconico coi Led Zeppelin suonati al flauto.

Paulaster 19/06/15 17:44 - 4419 commenti

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Patologico ma senza cadere nel disturbo fastidioso alla visione, si apprezza per la descrizione di un povero cristo che anche tra le persone normali non riesce a trovare la sua strada. Calà ha la faccia gentile e anonima di chi non fa del male ma che non trova un equilibrio; la Ferilli è seducente nel suo "tirarlo matto". Ambienti sobri senza allegria che negli interni potevano essere girati meglio. Poteva essere più drammatico come risvolti, specie tra i compagni in psichiatria.

Marco Ferreri HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina L'udienzaSpazio vuotoLocandina Non toccare la donna biancaSpazio vuotoLocandina Chiedo asiloSpazio vuotoLocandina Oggi, domani, dopodomani

Ultimo 4/08/17 09:22 - 1655 commenti

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Stranissimo film di Ferreri, senza una vera e propria trama ma basato sull'analisi psicologica di Jerry Calà, un uomo di mezza età senza una lira ed erotomane (con un rapporto molto turbato con la fidanzata Ferilli), che è solito tenere un diario dei suoi "vizi". Il film non scorre sempre liscio e in alcuni tratti è troppo ripetitivo, ma complessivamente questo "Elogio della follia" del protagonista funziona e così la pellicola ne esce promossa. Atipico, riflessivo, complessivamente niente male.

Rambo90 29/09/17 00:58 - 7697 commenti

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Film per certi versi sconclusionato, ancora più libero e fuori pista del Ferreri solito, ma forse per questo in qualche modo affascinante e coinvolgente. Si tratta di tante piccole immagini, qualcuna riuscita, altre meno, sui comportamenti sessualmente maniacali e depressivi del protagonista, che fa presa sullo spettatore forse proprio per la sua imprevedibilità. Calà offre una prova sincera e si vede che ci credeva davvero, anche se la vera sorpresa è la spontaneità raggiante della Ferilli. Imperfetto, ma si fa guardare.

Bubobubo 27/11/18 11:30 - 1847 commenti

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Difficile da giudicare: gli ultras della corrente "date all'attore comico x un ruolo drammatico diversissimo dai suoi soliti" ne saranno entusiasti, mentre un occhio più clinico coglierà tutti i limiti di un'interpretazione, quella di Calà, sì generosa, ma piuttosto pedestre e poco profonda. Non aiuta la regia lenta e un po' macchinosa (tra le ultime di Ferreri), che rende questa storia di pervasive ossessioni quotidiane difficile da assimilare. Il finale, circolare, rende giustizia alla visione.
MEMORABILE: Le annotazioni scritte e parlate di Benito su aspetti insignificanti della sua insignificante quotidianità.

Noodles 12/04/19 16:03 - 2228 commenti

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In mancanza di una vera sceneggiatura, ci pensa un montaggio turbinante a segnare il ritmo di un film abbastanza ben fatto, che avrebbe meritato ben altri attori. Jerry Calà si cala in panni drammatici, riuscendoci solo in parte. "Ocio" e "Libidine" sembrano sempre dietro l'angolo anche nelle scene più patetiche. Sabrina Ferilli è splendida, ma in quanto a naturalezza... Interessante la fotografia. Nonostante tutto, la sufficienza la strappa.

B. Legnani 21/11/21 16:24 - 5532 commenti

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Il problema principale del film è il primattore, perché Calà non riesce mai a essere credibile in un ruolo drammatico e ciò affossa sùbito il film, rendendo ridicole scene che dovrebbero prendere e, invece, non lo fanno mai. Esso contiene comunque alcune cose interessanti. In ordine di "altezza": 1) Il tragico diario che ricorda fortemente quello del Pontormo (e qualche pagina di Svevo): 2) La credibilità della Ferilli e il ruolo vistoso di Macchi; 3) La quadruplice presenza di frequentatori delle luci rosse (non in ruoli vistosi come Ferreri fece con la Clayton, però...).

Reeves 22/08/23 00:22 - 2216 commenti

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Il film che ha svelato al mondo la bellezza di Sabrina Ferilli e il fatto che Jerry Calà sapesse anche ricoprire ruoli seri: qui sta il capolavoro di Marco Ferreri, perché poi la Ferilli non ha sempre saputo ripetersi a certi livelli e Calà è tornato all'infinito a riproporre i soliti ruoli. Ma Ferreri il cinema sapeva farlo, e questo piccolo ma potente film ne è la prova più evidente.
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  • Discussione B. Legnani • 23/07/15 22:45
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    Se serve Wikipedia conferma sia la presenza della Arcuri che quella della Rizzo: ovviamente non accreditate.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Diario_di_un_vizio


    https://www.youtube.com/watch?v=OxcK4z_D0vE

    Visibile con chiarezza a 37'17". Ruolo neppure minimo! Andrebbe messa nel cast come nc
  • Discussione Zender • 24/07/15 07:11
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ok, aggiunta anche la Rizzo.
  • Discussione B. Legnani • 24/07/15 10:05
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Chissà perché Ferreri la volle nel cast.
    Evitare battutacce, grazie.
  • Discussione Raremirko • 27/02/17 22:33
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.
  • Discussione Kanon • 27/02/17 23:48
    Fotocopista - 835 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?
  • Discussione Raremirko • 27/02/17 23:51
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?



    Come domanda ci sta abbastanza; comunque assoluatamente no, di lui ho visto quasi tutto.

    Non mi son piaciuti molto La cagna ed Il banchetto di Platone, il resto lo apprezai molto.

    Ma questo Diario, francamente, l'avrebbe potuto girare chiunque.
  • Discussione Kanon • 28/02/17 03:51
    Fotocopista - 835 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?



    Come domanda ci sta abbastanza; comunque assoluatamente no, di lui ho visto quasi tutto.

    Non mi son piaciuti molto La cagna ed Il banchetto di Platone, il resto lo apprezai molto.

    Ma questo Diario, francamente, l'avrebbe potuto girare chiunque.


    Te l'ho chiesto perché "antinarrativo" e "spartano" per me son sempre stati alcuni elementi caratteristici del cinema di Ferreri e non sono d'accordo che lo avrebbe potuto girare chiunque.
  • Discussione Raremirko • 4/03/17 00:42
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?



    Come domanda ci sta abbastanza; comunque assoluatamente no, di lui ho visto quasi tutto.

    Non mi son piaciuti molto La cagna ed Il banchetto di Platone, il resto lo apprezai molto.

    Ma questo Diario, francamente, l'avrebbe potuto girare chiunque.


    Te l'ho chiesto perché "antinarrativo" e "spartano" per me son sempre stati alcuni elementi caratteristici del cinema di Ferreri e non sono d'accordo che lo avrebbe potuto girare chiunque.



    E' vero, a volte è stao spartano, mentre a volte ha curato di più i suoi film (L'aper regina e Ciao maschio, ad esempio).

    Dai Kanon, questo film a tratti pare montato e tagliato con una accetta (vedi ad esempio il passaggio di scene che porta all'aeroporto, verso l'inizio credo)...
  • Discussione Kanon • 5/03/17 20:56
    Fotocopista - 835 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?



    Come domanda ci sta abbastanza; comunque assoluatamente no, di lui ho visto quasi tutto.

    Non mi son piaciuti molto La cagna ed Il banchetto di Platone, il resto lo apprezai molto.

    Ma questo Diario, francamente, l'avrebbe potuto girare chiunque.


    Te l'ho chiesto perché "antinarrativo" e "spartano" per me son sempre stati alcuni elementi caratteristici del cinema di Ferreri e non sono d'accordo che lo avrebbe potuto girare chiunque.



    E' vero, a volte è stao spartano, mentre a volte ha curato di più i suoi film (L'aper regina e Ciao maschio, ad esempio).

    Dai Kanon, questo film a tratti pare montato e tagliato con una accetta (vedi ad esempio il passaggio di scene che porta all'aeroporto, verso l'inizio credo)...


    Purtroppo non ho modo di poter rivedere il film ; comunque (per me) spesso Ferreri funziona alla grande negli spunti di partenza, nell'idee che mettono in moto le sue pellicole salvo poi non riuscire a realizzarle pienamente in concreto (penso anche ad es. a "come sono buoni i bianchi" o "la carne") epperò tanto mi basta per affascinarmi al suo stile (particolare e non alla portata di tutti).
  • Discussione Raremirko • 6/03/17 01:18
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non mi ha fatto impazzire e devo dire che Ferreri è un regista più discontinuo di quanto potessi pensare.

    Antinarrativo, discontinuo, a volte spartano in quanto a regia, il film poggia su un Calà che si impegna a recitare in modo diverso (tutto pianti e depressione) e su una Ferilli molto sexy (è più piacevole vedere lei nuda che Calogero però, eh ehehe).

    Mi aspettavo di più ma è comunque un film con un suo perchè.


    Da l'idea di un film girato giorno per giorno, senza script e praticamente senza un finale.


    È il primo film di Ferreri che guardi ?



    Come domanda ci sta abbastanza; comunque assoluatamente no, di lui ho visto quasi tutto.

    Non mi son piaciuti molto La cagna ed Il banchetto di Platone, il resto lo apprezai molto.

    Ma questo Diario, francamente, l'avrebbe potuto girare chiunque.


    Te l'ho chiesto perché "antinarrativo" e "spartano" per me son sempre stati alcuni elementi caratteristici del cinema di Ferreri e non sono d'accordo che lo avrebbe potuto girare chiunque.



    E' vero, a volte è stao spartano, mentre a volte ha curato di più i suoi film (L'aper regina e Ciao maschio, ad esempio).

    Dai Kanon, questo film a tratti pare montato e tagliato con una accetta (vedi ad esempio il passaggio di scene che porta all'aeroporto, verso l'inizio credo)...


    Purtroppo non ho modo di poter rivedere il film ; comunque (per me) spesso Ferreri funziona alla grande negli spunti di partenza, nell'idee che mettono in moto le sue pellicole salvo poi non riuscire a realizzarle pienamente in concreto (penso anche ad es. a "come sono buoni i bianchi" o "la carne") epperò tanto mi basta per affascinarmi al suo stile (particolare e non alla portata di tutti).



    Vero, vero