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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Almodóvar si riaggancia alle commedie scorrette che ne avevano caratterizzato gli esordi ma senza lo smalto di allora. Anche per colpa di un soggetto ben misero, lontano dall'antica complessità e ridotto a raccontare le modeste storielle dell'equipaggio e dei passeggeri della classe business di un aereo della Peninsula Airlines. Decollato dalla Spagna alla volta del Messico, si trova alle prese con un bel problema, causato dalla negligenza di un inserviente di pista (Banderas) che ha danneggiato il carrello. Con uno di questi fuori uso, la prospettiva è di tentare un atterraggio di fortuna chissà dove, visto che gli aeroporti vicini sembrano tutti occupati. Le prime...Leggi tutto scene a bordo non sembrano nemmeno male a dire il vero. L'equipaggio che seguiremo, composto da pilota (De La Torre), copilota (Silva) e tre steward (Areces, Camara, Arevado) è interamente omosessuale o al massimo, nel caso dei due in cabina, bisex. Inutile dire che le gag a sfondo anche volgare si sprecano ma, almeno quando si coinvolgono comandante e copilota, qualche buona gag si trova. Meno riusciti e molto più scontati i siparietti dei tre steward, che fin dall'inizio (con la lunga descrizione delle misure di sicurezza dell'aereo, in cui si avverte una pesante diluizione che sa di riempitivo) danno l'impressione di non azzeccare la giusta alchimia, vittime anche di una sceneggiatura che confeziona per loro poco di interessante, costretti per vivacizzare i personaggi a prodursi nel solito balletto gay in playback o a esagerare con i comportamenti effeminati. Pochi i passeggeri in area business e nemmeno loro troppo rilevanti: si va da una medium vergine e single a una escort in età ricca di clienti "vip", da un misterioso uomo col baffo a una coppietta in viaggio di nozze, da un affarista con qualche grana giudiziaria da scontare a un attore (Toledo) che quando chiama la sua donna dal telefono dell'aereo (che per un difetto non riesce a coprire l'audio di chi comunica dall'altra parte) scopre in breve che questa si sta buttando da un viadotto. Le cadrà in quel momento il telefono, raccolto da una ex dell'attore stesso che lì passava in bicicletta (unico vero richiamo ai complicati intrecci almodóvariani). Le trovate non mancano (i passeggeri che entrano in cabina, la medium che con leggerezza prevede succeda qualcosa di grave a bordo con conseguente panico diffuso, lo steward che non riesce a non spiattellare qualsiasi cosa gli si dica in confidenza...), ma sono sparse all'interno di uno script che troppo spesso offre dialoghi sterili cui manca l'ironia vera che il genere richiederebbe. Insomma, una commedia a prevalenza gay (d'altra parte siamo in Almodóvar) diretta con la consueta professionalità ma molto fiacca, incapace di liberare sane risate. Peccato registrare Banderas e la Cruz sprecati in due camei nell'incipit senza che poi li si riveda più, mentre a distinguersi sono soprattutto (anche per garbo e misura) De La Torre e Silva in cabina, con Toledo che unico invece dà il giusto spessore al proprio personaggio. Ma con tanto poco da raccontare il regista capisce che è meglio chiudere in fretta per non appesantire inutilmente un film già zoppicante e non arriva all'ora e mezza. Si nota quanto sia ancora in grado di mordere, se vuole, ma aveva bisogno di una sceneggiatura più organica e ricca che permettesse di sostenere le buone gag che si affacciano qua e là.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/03/13 DAL BENEMERITO BELFAGOR POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/03/22
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Deepred89 31/03/13 21:51 - 3706 commenti

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Tremendo, probabilmente il peggior Almodovar di tutti i tempi. Volgare, noiosissimo, quasi senza trama, carico di un umorismo stucchevole e fastidioso scandito tramite caratteri eccessivi e battute che non fanno ridere nemmeno per sbaglio. Cast ottimo e confezione sgargiante impediscono allo scriba di turno di scagliargli contro il monopallino, ma la visione è davvero umiliante e l'effetto che suscita non si discosta troppo da quello evocato da filmoni del calibro di La compagna di viaggio. A buon intenditor...

Mark70 29/03/13 23:17 - 118 commenti

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Un gruppo di persone ognuna con un segreto da confessare, un ambiente chiuso e claustrofobico, l'imminenza del pericolo, il rischio di perdere la vita... quanti film abbiamo visto con questi ingredienti? Almodovar compie un'ennesima variazione sul tema, ma anche se il ritmo è buono e si ride per le battute (e per le pesanti allusioni a sesso e droga...) alla fine resta molto poco. Filmetto vedibile e nulla di più; il maestro spagnolo ci ha regalato opere di ben altro spessore.

Belfagor 22/03/13 11:38 - 2690 commenti

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Caos a bordo di un aereo spagnolo fra alcol, droghe, passeggeri diffidenti e steward improbabili. Pochade surreale girata in uno stile più leggero del solito, anche se la firma di Almodóvar si vede: colori accesi, femmes fatales, erotismo e sessualità trattati in modo diretto e catartico. Grazie al ritmo sostenuto (90 minuti sono più che sufficienti) e ai dialoghi nevrotici quanto i personaggi, il film diverte anche se ogni tanto cede alle soluzioni triviali. Si ride; basta non prenderlo mai sul serio e apprezzarne l'alto livello di camp.
MEMORABILE: I due piloti che discutono della loro sessualità mentre si preparano per l'atterraggio di emergenza.

Berta61 25/03/13 12:20 - 17 commenti

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Almodovar danza sullo sprofondo, utilizzando il linguaggio dei suoi primi film, dissacrante e sboccato, per raccontare questi tempi terribili, per la Spagna e l'Europa. Si ride molto, ma è una risata che arriva dal baratro. Notevolissimi gli interpreti, bella la grafica, intelligente la sceneggiatura anche se il ritmo, a tratti forsennato, di battute e situazioni conosce qua e là qualche pausa. L'esibizione canora dei tre steward vale il prezzo del biglietto. Da vedere comunque.
MEMORABILE: L'atterraggio di emergenza in un aeroporto buio e deserto, accompagnato dal rumore osceno dello schianto a terra.

Rebis 28/03/13 12:35 - 2338 commenti

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Ritorno alle origini? Niente affatto, perché la vitalità dissacrante saldamente ancorata agli anni della movida post-franchista lascia spazio alla placida irriverenza di un'epoca in cui la disinibizione è ormai norma. Abbandonati i torbidi del metacinema (un cartello in incipit assicura che i fatti NON sono realmente accaduti...) Almodovar si fa salottiero pur volando ad alta quota, rilassato e comunque iperbolico, gradevole benché ammantato da un senso di fatuità duro a estinguersi. Una parentesi piuttosto effimera, o semplicemente non memorabile, come un week-end di relax in famiglia (?).

Nancy 30/03/13 00:36 - 774 commenti

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Almodovar a piede libero, verrebbe da dire una volta terminata la visione della pellicola. Infatti nella commedia risaltano ancora di più i suoi leitmotiv, con un tocco di eccesso che tuttavia, "lui si può permettere". Sì, perché se giri come gira Almodovar ti puoi permettere anche di far vedere una goccia di sperma... Insomma molto piacevole, anche se di tanto in tanto qualche storia annoia (quella fuori dall'aereo della ragazza suicida in primis!); ma la gestione del (piccolo) spazio è ottima e alcune scene bellissime.
MEMORABILE: Il balletto degli steward.

Galbo 11/10/13 05:56 - 12395 commenti

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Almodòvar tenta un ritorno al genere di film che lo ha reso famoso, recuperando una cifra stilistica che non adoperava da tempo. Gli anni '80 sono però alle spalle e la trasgressione del passato è adesso un esercizio sterile professionale e poco spontaneo. Qualche momento godibile (il numero musicale su tutti) ma nel complesso un passo indietro nel percorso artistico del suo autore.

Paulaster 5/09/13 10:35 - 4421 commenti

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Almodóvar rappresenta la condizione allo sbando del suo Paese e lo fa a modo suo. O almeno con il suo spirito. Trama allegorica solo con qualche spunto dettato dal lato sporcaccione, anche un po’ noiosetta. Come una specie di divertissment per lui e i suoi amici attori: rinverdire i fasti del tempo (anni 80) che fu e mandare un messaggio ai giorni nostri che già che tutto è perduto, riscopriamo i vecchi sapori carnali. Resta solo qualche inquadratura, poi è una bolla di sapone.

Lucius 9/11/13 17:55 - 3015 commenti

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Dopo le ultime prove in rialzo (qualitativamente parlando), una pellicola nostalgica che si rifà alle prime produzioni del regista spagnolo, condita purtroppo da un umorismo volgare e questo da Almodovar non ce lo si aspettava. Una marchetta (cinematograficamente parlando) gay, che potrà accontentare solo un certo irriducibile target di spettatori. Inoltre il film è privo della sequenza che chiunque segua la storia si aspetterebbe: l'atterraggio di emergenza. Camei di Banderas e Cruz, ma decisamente un passo indietro nella filmografia del regista.

Schramm 26/02/14 12:29 - 3495 commenti

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Vuoto d'aria letale per un Almodovar che vola alto con un ala rotta e serissime noie al motore ispirativo, che cerca di ripercorrere l'infiammabilità esordica e si ritrova invece l'estintore di se stesso. Nell'improvvisarsi auto-copycat, del Pedro dada irrispettoso e surrealissimo che fu resta giusto un vuoto involucro, i graffi che tenta di ridarci son fatti da dita con unghie tagliate e ben curate, la regia è financo impersonale, e quel che è peggio non si ride né sorride mai. Il tedio viaggia in prima classe, mentre il film precipita irrecuperabilmente nel triangolo delle Bermude del nulla.

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Nando 23/05/14 10:37 - 3814 commenti

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Commedia cinica e surreale che vede il regista spagnolo tornare agli inizi della sua carriera. La sessualità prima di tutto, manifestata apertamente e probabilmente troppo evidente per evitare di scadere nel ridicolo; alcune situazioni sono anche piacevoli, ma tutto il complesso assomiglia a un teatrino poco veritiero.

Delpiero89 27/09/14 12:08 - 263 commenti

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Si tratta indubbiamente di una pellicola di minore ambizione all'interno della ricca filmografia del buon regista spagnolo. Tartassato da critica e pubblico, effettivamente è un film piuttosto volgare e povero. Tuttavia, se lo si guarda senza prenderlo mai troppo sul serio, è evidentemente meno peggio di quanto possa sembrare, con diversi momenti anche divertenti. Per passare un'ora e mezza di spensieratezza va anche bene ma è certamente un passo indietro (voluto?) per Almodovar.

Enzus79 18/11/14 13:23 - 2897 commenti

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Penso che questo sia il peggior film di Pedro Almodovar tra quelli che ho visto sino a oggi. Il regista spagnolo lascia il genere drammatico (in cui lo preferisco alla grande) e ritorna alla commedia: risultato mediocre. Anche se i momenti ilari (pochi) non mancano (il ballo degli steward effemminati) il film annoia. La volgarità eccede un po' troppo...

Saintgifts 10/04/15 00:21 - 4098 commenti

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Se nei film d'autore la regia risulta piatta, la sceneggiatura è confusa e il soggetto sembra la versione "evoluta" de L'aereo più pazzo del mondo, dove almeno si rideva di gusto, cosa rimane? I camei della Cruz e di Banderas. Poca cosa. È evidente l'intento di creare una situazione ad hoc per mostrare i lati meno belli di una fauna variegata e scelta (quelli della prima classe, la classe economica è stata addormentata, evidentemente non hanno nulla da dire, soggetti buoni al massimo per una deflorazione), ma l'anima gay ha sommerso ogni cosa.

Ira72 27/11/16 14:20 - 1313 commenti

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Di passeggero mi auguro che ci sia solo questo film nella carriera di Almodóvar perché gli amanti, come me, dei suoi lavori precedenti, si sono chiesti a che diavolo di proiezione stessero assistendo. Mi dispiace moltissimo usare il termine patetico, ma non trovo altri aggettivi più mirati per riassumere il mio giudizio su questo film. Sconclusionato, banale, grossolano ed eccessivo sia nel voler far ridere (riuscendoci poco), sia nell'enfatizzazione dei personaggi gay, che finiscono per diventare delle ridicole macchiette. Salvo solo il cast.

Il ferrini 20/03/17 15:13 - 2359 commenti

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Commedia senza grandi pretese ma tuttavia girata e interpretata ottimamente. Alcune scene sono memorabili (la caduta del telefonino dal ponte e il balletto sulle note di "I'm so excited"). Almodovar, come sempre, compie un'operazione iconoclasta a tutto tondo soffermandosi spesso - ma soprattutto volentieri - sulla sfera sessuale. Gli attori son tutte vecchie conoscenze; da Cámara (Parla con lei) a Cecilia Roth (Tutto su mia madre). Molte le "facce di De la Iglesia": Toledo, Arévalo, Areces... Divertente.

Didda23 10/04/18 16:39 - 2426 commenti

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Imparagonabile rispetto ad altri lavori (recenti) dello spagnolo, soprattutto per la mancanza di un approfondimento emotivo della vicenda. Se presa per quella che è, ovvero una commedia leggera ad alto tasso di volgarità e gaia all'ennesima potenza, il divertimento è assicurato. La direzione dei tanti volti noti del cinema iberico è impeccabile e la regia di Pedro si muove discretamente negli spazi chiusi della location principale. La breve durata è un gran vantaggio perché alla base ci sono poco idee, anche se sviluppate a dovere.
MEMORABILE: La sessualità di pilota e co-pilota; La sensitiva vergine; Il cocktail a base di mescalina.

Pigro 21/05/19 15:24 - 9668 commenti

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Non basta il simpatico balletto dei tre steward gay sull’aereo in emergenza né la scena del raptus erotico collettivo né qualche battuta ficcante a sollevare un film sostanzialmente noiosetto e inutile. Almodovar inzuppa Airport e L’aereo più pazzo del mondo nell’universo camp e grottesco dei suoi primi film, in un omaggio dichiarato all’epoca d’oro della trasgressione degli anni 80. Ma la sceneggiatura è stantia, l’orizzonte di riferimento tramontato e pure la regia è priva di fantasia. Si vola basso, è il caso di dirlo. Purtroppo.

Domino86 19/04/20 08:56 - 607 commenti

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Siamo nel pieno del mondo di Pedro Almodóvar e tutti gli elementi che lo caratterizzano li ritroviamo qui presenti. Scene e dialoghi grotteschi portano spesso lo spettatore a chiedersi a cosa debbano portare o quale sia il senso dell'insieme. Ma questo è Almodóvar e questi i suoi film, nei quali si alternano eccesso, disperazione e tanti altri sentimenti.

Nick franc 22/02/22 23:14 - 515 commenti

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Dopo tanto melò Almodovar sembra aver nostalgia dei suoi film anni 80 e torna a dirigere una commedia grottesca ad alto tasso alcolico-stupefacente, dal ritmo elevato e dal dialogo scoppiettante e,nonostante un'eccessiva insistenza nelle battute a sfondo sessuale, ci si diverte. Certo niente di eccelso o di originale (siamo lontani dai capolavori del regista), ma il cast all star del cinema spagnolo è ben diretto in questa sorta di versione omo-camp de L'aereo più pazzo del mondo e la confezione è sempre all'altezza. Leggero, frizzante, godibile.
MEMORABILE: Il balletto degli steward sulle note di I'm so excited (da antologia); Il cocktail alla mescalina con tutto quello che ne consegue.

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Daniela 7/06/22 22:16 - 12662 commenti

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A causa di un guasto tecnico, un aereo di linea che sta volando da Madrid a Città del Messico si trova in grave difficoltà. Il personale di bordo cerca di nascondere la situazione ai passeggeri per evitare il panico ma... Commedia pazzerella che potrebbe far pensare ad un ritorno alle origini per Almodóvar ma bastano poche sequenze per comprendere che si tratta di dell'equivalente cinematografico di una maionese impazzita: gli ingredienti ci sono ma non quagliano tra di loro, suscitando non divertimento ma imbarazzo. Spiace vedere attori di valore coinvolti in una tale sciocchezza.
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  • Discussione Rebis • 4/04/13 12:42
    Compilatore d’emergenza - 4421 interventi
    Come darti torto Nancy? Il film è chiaramente un ritorno alla commedia anni '80 e trattandosi di Almodovar tutto è circostanziato con dovizia di particolari: le osservazioni che fai sulla portata allegorica del film sono condivisibili e argute :) ma purtroppo i tempi sono cambiati (come ho scritto nel commento) e aleggia un senso di fatuità. Non sono d'accordo invece con Deepred sulla volgarità: non mi è parso né più né meno oltraggioso della vecchie commedie almodovariane che non si peritavano di mettere alla berlina luoghi comuni su suore, disabili, tossicodipendenti, varie ed eventuali esternazioni dell'eros. L'ho visto in lingua originale però, e forse il doppiaggio - come spesso avviene - ha calcato un po' la mano: ricordo che quello de L'indiscreto fascino del peccato era una robaccia da Drive-in...
    Ultima modifica: 4/04/13 21:04 da Rebis
  • Discussione Deepred89 • 4/04/13 13:15
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    ...vecchie commedie almodovariane che non si peritavano di mettere alla berlina luoghi comuni su suore, disabili, tossicodipendenti, varie ed eventuali esternazioni dell'eros.

    E' proprio in questo che secondo me la volgarità del primo Almodovar acquisiva un senso, al contrario di quanto avviene nel suo ultimo film. Non parlavo tanto di quantità, quanto di qualità. Ne Gli amanti passeggeri mi è sembrato che tali battute o scenette comiche vagassero nel vuoto (non solo in senso letterale), a meno che non si voglia prendere la comicità da sotto-Vizietto (così l'ho percepita io) e considerarla un attacco sarcastico nei confronti di un'intera nazione. Il che comunque non me lo renderebbe più piacevole, e mi costringerebbe a rivalutare i numerosi casi di "nazioni in viaggio" che tanto vanno in Italia (Selvaggi in primis.)
  • Discussione Rebis • 4/04/13 14:17
    Compilatore d’emergenza - 4421 interventi
    A me è sembrata un'ironia affettuosa e frivola verso l'umanità; certo, molto gaya questo sì, ma non pungente e senza sottotesti critici o pretese sociologiche. Insomma, innocua e passatempo, direi :)
  • Homevideo Mco • 2/08/13 00:03
    Risorse umane - 9970 interventi
    In DVD per Warner Home Video dal 27 Agosto 2013.
  • Discussione Schramm • 25/02/14 14:19
    Scrivano - 7694 interventi
    assolutamente d'accordo con deep. davvero un almodovar fiacco, sgonfio, completamente svuotato di senso e di sé, financo impersonale, di cui resta solo l'involucro. probabilmente il suo film più inutile.
  • Discussione Brainiac • 25/02/14 14:51
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Preferisco L'Almodóvar thrillereggiante di Los Abrazos e della Piel (due Capolavori imprescindibili) ma pure questa commedia non mi è dispiaciuta. Il pre-finale pur sghembo ed improbabile (il telefonino) è un momento di purissimo Almodóvar. Potrà risultare fiacco (anche se il ritmo non manca) ma sull "impersonale" ho i miei seri dubbi.
    Ultima modifica: 25/02/14 17:58 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 25/02/14 15:02
    Scrivano - 7694 interventi
    è un pedro che si guarda nostalgicamente indietro e ripercorre l'anticaglia di 30 anni prima senza più riuscire a cavalcarla, e perciò non sembra nemmeno lui. mi è parso totalmente disambientato proprio rispetto a se stesso e a quel che è stato il primevo cinema incendiario di un tempo. questa è proprio una cosina ina ina che pare fatta dal peggiore dei suoi epigoni. quanto a natura di quella che dovrebbe essere una commedia poi, non si ride e nemmeno sorride mai, l'aspetto melodrammatico è totalmente assente, e l'impressione è di chi vorrebbe graffiare ma si è appena tagliato le unghie.

    per me pollice verso e monopalla irremovibile.
  • Discussione Galbo • 25/02/14 16:46
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    è un pedro che si guarda nostalgicamente indietro e ripercorre l'anticaglia di 30 anni prima senza più riuscire a cavalcarla, e perciò non sembra nemmeno lui. mi è parso totalmente disambientato proprio rispetto a se stesso e a quel che è stato il primevo cinema incendiario di un tempo. questa è proprio una cosina ina ina che pare fatta dal peggiore dei suoi epigoni. quanto a natura di quella che dovrebbe essere una commedia poi, non si ride e nemmeno sorride mai, l'aspetto melodrammatico è totalmente assente, e l'impressione è di chi vorrebbe graffiare ma si è appena tagliato le unghie.

    per me pollice verso e monopalla irremovibile.


    condivido; stranamente dopo uno dei suoi film più belli e coraggiosi (La pelle che abito), il regista è stato verosimilmente preso da nostalgia per il suo periodo "pop" e ha fatto un film che più che brutto è inutile e nulla aggiunge alla sua filmografia. Speriamo sia stato un episodio isolato....
  • Discussione Brainiac • 25/02/14 18:08
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    è un pedro che si guarda nostalgicamente indietro e ripercorre l'anticaglia di 30 anni prima
    però il suo genere lui lo ha letteralmente inventato. Non siamo nella casistica di un'epigono che ricalca un Maestro, è un Maestro che abraccia il se stesso giovinastro (dopo aver dato prova -peraltro- di saper girare capolavori agli antipodi dei suoi stilemi classici) e da spettatore penso di poterglielo concedere. Ora, se devo augurarmi quale tipo di film vorrei vedere come prossimo, anch'io mi schiero per il cambio di rotta.
    Ultima modifica: 25/02/14 18:09 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 25/02/14 18:54
    Scrivano - 7694 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire:
    è un pedro che si guarda nostalgicamente indietro e ripercorre l'anticaglia di 30 anni prima
    però il suo genere lui lo ha letteralmente inventato. Non siamo nella casistica di un'epigono che ricalca un Maestro, è un Maestro che abraccia il se stesso giovinastro


    che è anche peggio, soprattutto considerando che si manca del tutto.