Bizzarrissimo film, ma d'altronde per un regista giapponese che gira con cast e troupe italiana (a parte la protagonista nipponica) il risultato è questo. Inizio incredibile, con la Boccardo stuprata passando per Cassinelli e socio che, trovandosi vicino a dove fu assassinato Pasolini, fotografano una giapponese che fa pipì... Il film ha un suo fascino tutto particolare, con momenti inconsueti per il cinema italiano che la magica ost di Mauriat accentua ancora di più. Inverosimile l'incontro ad Ostia tra Cassinelli e la Boccardo, ma fa niente...
Più curioso che bello questo stravagante film, a partire dal fatto che a dirigerlo è un poliedrico artista giapponese (scomparso ormai da tempo) allora in trasferta romana. Maestranze e attori (salvo la bella Kimiko Nakayama, quasi sempre nuda) sono italiani, quindi se da una parte c'è ancora il cinema Bis italico che ben conosciamo, dall'altra si nota un modo di dirigere un po' torbido e decisamente sornione, tipico di un cinema che strizza più l'occhio al pretenzioso che alle esigenze popolari. Roma, nonostante il titolo, si vede poco.
MEMORABILE: La Nakayama a Cassinelli: "Che cos'è Histoire d`Ho?" e lui: "È un classico del porno".
Un film assurdo che parte con uno stupro con tanto di vittima e che si permette di sbeffeggiare il carnefice per passare alle girandole amorose di un fotografo dedito al sesso sfrenato. Non si riesce proprio a capire il senso di un film del genere che si avvale di un cast più che decoroso ma che sembra disorientato quanto lo spettatore nel vagare assurdamente tra un letto e l'altro e la spiaggia di Ostia. Trasferta di Masuo Ikeda in Italia a dir poco infelice.
MEMORABILE: Cassinelli che si vanta di aver trascorso ben 15 ore in camera da letto con la Nakayama.
Incredibile film che si trascina avanti, quasi senza sceneggiatura, tra minzioni femminili, pranzi e cene abbondanti ed amplessi tra un Cassinelli invecchiato ed imbolsito (ma chi glielo ha fatto fare?) e la giovane protagonista. In più qualche
riempitivo a volte anche di natura trash (la scena al campo rom, ad esempio). E così ci si prosegue noiosamente fino al finale per nulla sorprendente. Girato in Italia da un regista giapponese non si sa bene per quale mercato. Sconcertante
ed inguardabile.
Non si capisce se l'intento fosse quello di porre una connessione mentale, o perfino una telepatia fra marito e moglie, entrambi falliti ognuno a modo suo; il fatto di utilizzare fino a ergerla a protagonista una minuscola giapponesina dal linguaggio tipico dell'innocenza più infantile come sostituta affettiva della moglie ha del patetico, ed è addirittura ridicolo l'amante-stupratore della moglie, che ha una grazia da predone del deserto. Che ci sia una misera perversione ondeggiante a destra e a manca o il più alto contenuto mistico, etnico o filosofico poco importa: livello zero.
MEMORABILE: "Io non piangio"; La coda di rospo (per quanto brutta non rasenta la bruttezza di tutto l'assieme); Moto contro culinaria italiana.
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DiscussioneFauno • 10/05/22 01:02 Contratto a progetto - 2743 interventi
E il bello è che tanti amanti del trash vanno avanti per paginate a scrivere le frasi più salienti...mi sa che di questo dovrebbero scrivere il film per intero, perché più trash di così non si può. Film come Fuori Stagione o Giallo a Venezia a questo qui gli fanno un baffo...Mamma mia... : - ((