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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/02/13 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 24/02/13 00:24 - 1670 commenti

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L’uomo è un animale che caccia le sue prede attraverso la parola; quest’ultima ha il potere di elargire verità e falsità con in mezzo il sospetto – potenzialmente infinito - che le stesse siano taciute o espresse. Fulgido affresco di una società governata dal pensiero, che preferisce facilmente puntare il dito - come il cacciatore punta il fucile - sulla preda, ferendola senza porsi domande. Perché ci si sente più sicuri nel modellare un mostro per poi scacciarlo brutalmente che dissotterrare le cause che hanno portato alla sua creazione.
MEMORABILE: L'amarissimo finale; Lo scontro al supermarkt; Markus a casa del migliore amico di Lukas; La finestra di casa rotta...

Cloack 77 12/03/13 09:33 - 547 commenti

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Uno dei punti fondamentali del film è cercare di scoprire dove Vinterberg voglia arrivare; perché oltre a poter immaginare una strage, si fa fatica a credere che possa trovare soluzioni diverse. Invece l'autore e regista conclude con una scelta di intelligenza sopraffina, illude e concede, fa credere e sposta la realtà in primo piano, ponendo la società di fronte alla propria ipocrisia e il protagonista, al quale era stato concesso "l'abbraccio", di fronte al fuoco del sospetto che continua a covare sotto la cenere.

Puppigallo 13/03/13 10:49 - 5275 commenti

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La morale sembra essere "non dare confidenza ad alcun bambino o bambina e mantenersi a un minimo di cinquecento metri di distanza", soprattutto se si vive in una cittadina piena di pecoroni pronti a muoversi compatti contro la "minaccia". Il problema sorge se di mestiere si fa il maestro d'asilo. La pellicola funziona, col crescente sospetto, che diventa una certezza per chi si erge a giudice e giuria. Gli attori, diligenti, sopperiscono quasi sempre a una sceneggiatura senza particolari pretese; e il finale fa capire che ciò che viene espresso in pubblico è un conto, ma poi...
MEMORABILE: Il protagonista caccia la sua donna dandole giustamente della cretina; La sfuriata del figlio a casa della bambina.

Cotola 8/04/13 23:47 - 9043 commenti

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Libero e depurato dalle "tossine" dogmatiche, Vinterberg firma un film solido e robusto che fa ottimamente il suo lavoro. La discesa negli Inferi del protagonista è sobria, graduale e ben calibrata: non sferra mai colpi bassi allo spettatore nè lascia spazio ad inutili e patetiche scene madri. La misura è quasi sempre il punto di forza di un film che, pur non volando altissimo da un punto di vista registico, riesce a coinvolgere, emozionare, scuotere poiché è difficile non empatizzare con Mikkelsen. Molto bello l'amaro finale che rimette nuovamente in discussione le certezze acquisite.
MEMORABILE: Il finale

Daniela 23/05/13 08:44 - 12662 commenti

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Nel meno riuscito Festen, Vinterberg era andato giù pesante col mazzuolo, qui lavora con la carta vetrata e fa più male: lo scorticato vivo è un uomo mite, ben inserito nella sua comunità, amatissimo dai bimbi della materna in cui lavora che, colpito da una sospetto infamante nato da una "innocente" bugia infantile, si trova additato come mostro da amici e conoscenti, umiliato, pestato a sangue. Una via crucis tanto più coinvolgente perché verosimile, interpretata magistralmente da Mikkelsen, volto sofferto e sguardo disperato, con un finale amarissimo che lascia attoniti.
MEMORABILE: La sepoltura sotto la pioggia; La messa di Natale; Il finale nel bosco.

Paulaster 31/05/13 10:13 - 4419 commenti

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Come poche parole possano distruggere rapporti di fiducia e propagarsi senza più controllo. Vinterberg rappresenta la situazione dando spazio agli sguardi o curando bene la fotografia (specie nel bosco). Mikkelsen è in parte, ma il contesto mi ha lasciato perplesso: le prime reazioni che sono seriose ma senza l’impeto umano, vari vuoti di intensità (l’assenza della polizia o la ex-moglie) e la scena nella Chiesa a Natale.

Capannelle 13/10/13 15:00 - 4411 commenti

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Notevole affondo che mi fa ripensare a fatti di cronaca (l'asilo di Rignano Flaminio) e alle cacce alle streghe che si annidano potenzialmente dietro a persone ignoranti e annoiate. Vinterberg gestisce bene personaggi e dialoghi, Mikkelsen è perfetto nel ruolo. Anche se il film ogni tanto rallenta come incisività ha il grosso merito di colpire nel segno senza ricorrere ai soliti cliché e dipingendo il quotidiano come qualcosa di estremamente amaro e sconvolgente.
MEMORABILE: L'avvilente personaggio di Grete (fosse il solo...), summa della codardia umana.

Greymouser 10/12/13 17:24 - 1458 commenti

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Eccezionale affresco sociologico su una vicenda di calunnia infamante che mette un uomo tranquillo nel tritacarne della maldicenza e della malevolenza di una comunità che è abituata a considerare l'infanzia come un bene sacro da tutelare. Cosa buona e giusta, intendiamoci, ma il problema è che - nella per altri versi civilissima Danimarca - per un "sospetto" del genere viene imposto all'accusato una barbara inversione dell'onere della prova. Mentre è sufficiente a suo carico l'incontrollata chiacchiera di una bambina. Coinvolgente ed amaro.

Bizzu 16/01/14 00:16 - 217 commenti

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Il sospetto come un virus che si propaga nella comunità. A Vinterberg piace vincere facile: con un soggetto del genere è difficile far uscire un film non interessante e lui è bravo a rendere tutto credibile e a tenere il tempo del racconto; non ci sono praticamente momenti morti. Mads Mikkelsen ottimo nella parte.
MEMORABILE: Tensione alle stelle per un'azione apparentemente scema: Lucas prende in braccio la bambina.

Jandileida 28/03/14 10:07 - 1565 commenti

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La piccola comunità e il tremendo sospetto: gli ingredienti non sono poi così originali. Ma Vinterberg, aiutato da un magistrale Mikkelsen, riesce a utilizzarli e a dosarli con sapienza e acume dando vita a un film intenso e trascinante, soprattutto nella prima parte costruita in maniera molto intelligente. Non banale è la riflessione sulla capacità umana di sospendere il raziocinio per ripiombare, anche nell'evoluta Danimarca, in un seicentesco clima di caccia alle streghe in cui l'ipocrisia domina incontrastata. Cast solido e regia attenta.

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Pigro 14/04/14 16:09 - 9666 commenti

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Un insegnante è ingiustamente accusato di pedofilia e condannato dalla vox populi anziché dal tribunale: Vinterberg torna ai suoi temi caldi, spostando la prospettiva e ribaltando il mito della sincerità infantile. Il film è ben fatto, importante, anche se gli algidi meccanismi sociali scandinavi disattivano pathos e inquietudini a favore di una narrazione cristallina e fin troppo schematica. Con un finale scialbo, che non rende giustizia a un’opera comunque capace di stimolare attenzione e tensione, in modo originale, su un tema scottante.

Rullo 25/04/14 16:45 - 388 commenti

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Una struggente disamina del carattere umano, della sua spietatezza, della sua memoria corta. Vinterberg mette in scena la vita di Lukas, prima amato da tutti poi rinnegato per una colpa che non ha mai commesso. Gli attori sono così bravi che non si può non provare ciò che provano loro: rabbia, tristezza, gioia, il tutto incorniciato da una fotografia fredda - del resto siamo in nord Europa - e un gusto estetico molto ricercato.

Giùan 11/05/14 07:20 - 4559 commenti

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Su un tema cinematograficamente già sviscerato (nei due film di Wyler tratti da Lilian Hellman, ma anche dal recente Il dubbio), Vinterberg non ciurla nel manico della morbosità (lo spettatore ha fin dall’inizio tutto chiaro) concentrandosi invece su una comunità la cui ipocrita, coesa tolleranza frana di fronte non a un'ambiguità ma al cospetto di una letterale fantasia infantile, utilizzata perniciosamente per fare il vuoto intorno a un cristologico Mikkelsen. La forzata ricomposizione della frattura è contraddetta dal fulminante finale venatorio.
MEMORABILE: Mikkelsen barcollante e con la fronte spaccata che torna alla carica al Supermarket; La direttrice della scuola che scappa come se Mikkelsen fosse il lupo delle fiabe.

Nando 19/05/14 11:56 - 3814 commenti

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Un solido dramma su uno dei reati più abietti dell'umanità. Una vicenda narrata con lucidità in cui il clima malsano e diffidente della comunità avanza lento per poi deflagrare in maniera devastante. L'inquietudine è sovrana e il finale ambiguo lascia più di qualche "sospetto". Eccelso Mikkelsen ben coadiuvato dal resto del cast.

Ilcassiere 3/06/14 18:49 - 284 commenti

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Gran bel lavoro di Vinterberg, impreziosito anche da una notevole interpretazione del protagonista. È un pregevole ritratto di una piccola comunità in cui tutto scorre in grande armonia fino a che un sospetto terribile non si diffonde come un virus. Ed è qui che il regista sale in cattedra: la quiete lascia il posto alla paura, alla caccia al colpevole e freddo e umidità diventano all'improvviso pungenti. È la parte migliore del film, quando tutto precipita, lentamente ma in modo inarrestabile. Molto apprezzabile anche il finale.

Gestarsh99 8/08/14 17:17 - 1395 commenti

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Un tempo schiavo di pre(con)cetti e verità unilaterali, Vinterberg scioglie finalmente i polsi al suo cinema. "The hunt" è una storia sfuggente di abusi - subiti e non - in cui vittime e rei, innocenti e "stupratori" sono labili ombre irrisolte, perse nel buio d'una cecità forcaiola e pregiudizievole che annulla la distanza tra ipotesi e certezza, induzione e deduzione, sospetto e colpevolezza. Film che condanna la leggerezza violentissima di certe reazioni umane, terebrando al nucleo l'indole comunitaria del branco. I plausi maggiori vanno all'encomiabile scrittura e al superlativo Mikkelsen.
MEMORABILE: L'inquietante e per nulla riappacificante epilogo...

Deepred89 28/08/15 18:04 - 3706 commenti

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Incorniciato da una confezione senza sbavature, il film di Vinterberg si snoda in maniera amara e ineluttabile. Ad un certo punto l'incedere dell'incubo persecutorio quasi sfiora la scontatezza, ma poi subentra una serie di sequenze memorabili (dalla messa in poi) che spinge a rivalutare il tutto secondo un'ottica più ampia e allo stesso tempo più sinistra e minacciosa. Finale forse un po' troppo brusco, ma inquietante nel suo nichilismo. Buono il cast.

Galbo 16/06/17 05:50 - 12392 commenti

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Colpisce duro lo spettatore Vinterberg, e non fa sconti a nessuno, con una storia esemplare nella sua plausibilità. La vicenda dell'insegnante accusato di pedofilia è raccontata in maniera fredda e distaccata ma la storia ha di per sé un non comune impatto drammatico e non è possibile per lo spettatore non provare empatia per il personaggio principale. La tensione cresce progressivamente anche attraverso momenti apparentemente banali sottolineati da gesti ed espressioni di un magnifico protagonista. Bello il finale. Da vedere.

Magi94 27/11/17 22:36 - 952 commenti

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Non sono un amante del minimalismo registico danese, ma bisogna dire che in questo ottimo film l'asciuttezza di Vinterberg funziona alla grande. Le attese, la regia silenziosa e mai invadente, le rare musiche soffuse ricreano per ossimoro una grande partecipazione al dramma narrato e, per l'appunto, la forte atmosfera di sospetto (si veda la potente scena del cane ammazzato). Anche il tema raccontato è coraggioso, quasi tabù nel modo di parlare di pedofilia rinunciando alla direzione usuale e scagliandosi contro la colpevolezza a priori.

Lou 30/05/18 18:27 - 1121 commenti

I gusti di Lou

Cronaca di un caso di presunta pedofilia in terra danese: un insegnante deve fronteggiare un'ingiusta e infamante accusa, con tutto quello che ne consegue, all'interno della sua comunità. Vinterberg colpisce la coscienza dello spettatore mostrando in modo dettagliato, pur con algido approccio scandinavo, le devastanti conseguenze dei sommari giudizi popolari, fino a un finale scioccante molto significativo.

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Bubobubo 13/09/18 00:36 - 1847 commenti

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Il capolavoro di Vinterberg gioca su un crinale scivolosissimo contornato da estremità che definire taglienti è un eufemismo: fino a che punto può un bambino dire a priori la verità, specialmente se in ballo c'è un'accusa pesante e bannatoria quale l'abuso sessuale? La discesa psicologica e sociale del protagonista spaventa e inquieta tanto più nella misura in cui ci si rende conto che ciascuno di noi potrebbe, per uno sfortunato incastro di coincidenze, essere al suo posto. Location mozzafiato e beffardo finale aperto.

Anthonyvm 11/09/19 14:58 - 5689 commenti

I gusti di Anthonyvm

Un pugno diretto alla bocca dello stomaco. Il film ha la straordinaria capacità di rendere lo spettatore partecipe della sofferenza del protagonista, una sofferenza ineluttabile che non lascia spiragli di speranza o barlumi di fini liete. La pedofilia è uno dei grandi tabù della società; chi si trova accusato di un crimine tanto scabroso, che sia innocente o colpevole, è destinato all'ostracismo. Lucas non ha fatto nulla, l'ingiustizia lo perseguita, ma siamo consci quanto lui che non c'è via di scampo. Il finale, geniale, ne è la prova.
MEMORABILE: Le foto pornografiche mostrate alla bambina; La caccia al cervo; Il figlio di Lucas si sfoga contro Klara; Lucas picchiato al supermercato; La messa.

Thedude94 2/05/21 01:16 - 1097 commenti

I gusti di Thedude94

Grande film diretto dal danese Vinterberg, il quale con delicatezza e tatto realizza un'opera moralmente complessa senza scadere nel patetismo e nella retorica. Eccezionale il protagonista interpretato da Mikkelsen, così come ottimo è il resto del cast. Sceneggiatura quasi perfetta, che non si incaglia mai e ha il grande pregio di non perdersi nei meandri di quello che sarebbe potuto essere un legal drama banale e invece risulta essere un saggio sull'amicizia, sul dolore e come da titolo italiano sul sospetto. Insomma, un film che difficilmente passa inosservato e che resta dentro.

Noodles 5/07/21 17:35 - 2228 commenti

I gusti di Noodles

Film bellissimo, impressionante nella sua durezza e nella freddezza con cui racconta una storia terribile, dove un uomo è ingiustamente accusato di pedofilia. Intenso sin dalle prime immagini, è un film che merita assolutamente una visione e che induce a riflettere sull'uomo e sull'amicizia. Il finale avrebbe forse meritato qualche analisi in più, invece liquida tutto un po' velocemente. Fotografia spettacolare, sebbene con un leggero taglio televisivo. Palma d'oro meritatissima per lo straordinario Mads Mikkelsen, alla cui interpretazione sofferta la pellicola deve molto. Splendido.

Caesars 2/11/21 10:31 - 3790 commenti

I gusti di Caesars

Bel film, diretto con sobria eleganza da Vinterberg, che ci mostra come si possa diventare un "mostro" per tutti (anche per chi ci dovrebbe conoscere bene) a causa di una leggerezza infantile. La pellicola ha il merito di non cadere mai nel melodramma più a buon mercato, ma si "limita" a raccontarci come il protagonista cada inesorabilmente nel baratro della disperazione. Il prefinale, con il suo tono apparentemente eccessivamente ottimistico, fa da preludio a una scena conclusiva che rende perfettamente l'idea che da certe accuse non ci si salvi mai.

Buiomega71 13/11/21 01:34 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Con Quelle due Wyler aveva già detto tutto, e anche con più cattiveria. Vintenberg ne segue le orme, ma prevale la freddezza e la convenzionalità di un racconto di persecuzione che rasenta la prevedibilità (vedrai che le uccidono il cane. Le uccidono il cane infatti). A parte la performance incredibile di Mikkelsen e due momenti ansiogeni (il figlio che aggredisce a sputi in faccia l'odiosa bimbetta, il pestaggio al supermercato) e un finale ambiguo à la Scene di caccia in Bassa Baviera, il regista di Festen (citato nelle festa natalizia) appare sempre più sopravvalutato.
MEMORABILE: La bimba che continua a tirare su con il naso; Il pene eretto mostrato alla bimba (da uno degli amici del fratello) sullo schermo del PC; La testata.

Straffuori 21/01/22 13:40 - 338 commenti

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Lascia tra l'amaro, lo sbigottito e col pieno di rabbia. Incredibile come sia possibile che (come recita anche il titolo) da un semplice sospetto si possa distruggere completamente la vita di un uomo onesto, e quanto anzi sia davvero facile. Dà l'idea di trovarci tutti sul filo di un rasoio, volenti o nolenti, ogni giorno. Mads Mikkelsen, che da praticamente sempre sfoggia interpretazioni incredibilmente intense, è perfetto.
MEMORABILE: La tragica scena del cagnolino; La disperazione al supermercato e in chiesa.
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  • Discussione Schramm • 11/12/13 09:53
    Scrivano - 7694 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico

    a giudicare la reazione del volgo e della collettività, come del di lui figlio, non si direbbe affatto. ed è perciò che trovo sperequativa la sua pacatezza. certo è che considerato il lavoro che faccio ultimamente, ho esperito quest'opera sudando granita.
  • Discussione Greymouser • 11/12/13 16:23
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Greymouser ebbe a dire:
    Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico

    a giudicare la reazione del volgo e della collettività, come del di lui figlio, non si direbbe affatto. ed è perciò che trovo sperequativa la sua pacatezza. certo è che considerato il lavoro che faccio ultimamente, ho esperito quest'opera sudando granita.


    Il film suggerito da Daniela, Presume coupable, indigna molto di più, se possibile. Credo che ci sia da sudar schegge di Iceberg... :)
  • Discussione Schramm • 11/12/13 17:20
    Scrivano - 7694 interventi
    molto bene, lo vedrò previo collieur di ferri di cavallo e duplice camomilla... :D
  • Discussione Gestarsh99 • 9/08/14 20:12
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Greymouser ebbe a dire:

    I Danesi sono persone che hanno una fiducia assoluta nella "collettività", fino ai limiti di quella che noi, Europei più "latini" ed individualisti, chiameremmo fiducia "bovina". Sono inoltre persone poco portate ad esprimere emozioni in modo viscerale o melodrammatico, pur non essendo "freddi" come gli altri Scandinavi.


    Perfettamente d'accordo.
    Ho conosciuto gente danese (e scandinava in generale) e posso confermare che il tipo di mentalità e carattere medio di queste persone è del tutto aderente a quanto mostrato nel film di Vinterberg.
  • Discussione Raremirko • 19/10/19 23:40
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Capolavoro assoluto di Vinterberg, senza se e senza ma.

    Vicenda a dir poco atroce (e più credibile di quello che si possa pensare), Mikkelsen superbo, mai una sbavatura, tutto ben calibrato, tanto di cappello.

    Sociologicamente è impietoso e fa riflettere su più argomenti.

    Ne esce bene solo il protagonista, alla fin fine.


    Brutta bestia l'isteria, che fa bene il paio con la superficialità.
  • Discussione Buiomega71 • 13/11/21 09:45
    Consigliere - 25998 interventi
    Credo, forse, di essere uno dei pochi a cui il film ha lasciato una sensazione di freddezza e convenzionalità e che trova il regista di Festen (citato durante la festa natalizia vista dal di fuori, attraverso la finestra) parecchio sopravvalutato.

    Già William Wyler con Quelle due aveva detto tutto in merito alla calunnia (là un rapporto lesbico, quì l'onta della pedofilia) instillata da una perfida bimbetta, che divampa come un virus inarrestabile e che parte da un ambiente scolastico. E lo aveva trattato anche con più cattiveria e crudeltà (la disperata scelta finale di una delle due accusate).

    Vintenberg ne segue le tracce, ma il suo racconto di persecuzione, di paranoia e di ingiustizia, finisce presto nei meandri del deja vu, con una prevedibilità quasi imbarazzante (vedrai che le uccideranno il cane/le uccidono il cane, oppure verrà aggredito a casa sua tipo Cane di paglia/le tirano un sasso che infrange la finestra e per poco non lo becca in testa) e che segue tutte le coordinate prestabilite di questo tipo di film, non dicendo nulla di nuovo a riguardo. così come nel finale à la Scene di caccia in Bassa Baviera, che seppur ambiguo (il marchio e l'infamia, che tu sia innocente o meno, ti rimane addosso per sempre, come la A di adultera nella Lettera scarlatta) non incide come dovrebbe (nel lasso di tempo di un anno, dove tutti si sono riappacificati così. come se nulla fosse successo, alla "volemose bene"), facendo rimpiangere quello alternativo, che almeno, un pizzico di ferocia lo avrebbe avuto.

    Se c'è del marcio in Danimarca, Vintenberg lo gestisce in maniera ordinaria e nel mood più usuale possibile. Non aggredisce, non affonda i denti come la materia avrebbe rischiesto, restando nel limbo di un dramma di denuncia (per aprire dibattiti) uguale a mille altri, senza davvero colpo ferire.

    Realizzato impeccabilmente, per carità, con un Mikkelsen che giunge ai limiti della perfezione attoriale, la bimba davvero odiosa con quel vizio di tirare su con il naso, le suggestive sequenze di caccia al cervo, la morsa kafkiano/polanskiana che avvinghia Mikkelsen è ben resa, e almeno due momenti ansiogeni sono ben orchestrati (la violenta reazione del figlio verso la bimbetta che prende a sputi in faccia e si fa cacciare di casa a sberloni, l'aggressione al supermercato tra pestaggi, scatolette lanciate addosso a mò di lincaggio e terribili testate liberatorie) e un'inaspettata deriva nel politicamente scorretto (uno degli amichetti del fratello mostra alla bimba un pene eretto davanti al volto di due donne, in una foto porno sul PC, elemento "estraneo"-il suo pisellino guardava verso il cielo-che servirà alla piccola vipera per alimentare la sua immaginazione accusando il povero Mikkelsen di atti odiosi), nonchè la bambina che si innamora del maestro, facendolgli regali amorevolmente preparati e baciandolo sulla bocca nel momento in cui Mikkelsen fa il Beningni di Chiedo asilo con gli altri bambini (i baci sulla bocca li danno i grandi ai grandi). Ma che non mantiene la carica emotiva fino in fondo, vieppiù anche per il comportamento di Mikkelsen, che pare subire il tutto passivamente (manco le avessero ritirato la patente), reazione sproporzionata e quasi innaturale davanti ad un'accusa così infame (mai conosciuto un danese in vita mia, per carità, ma la loro pacatezza mi pare un luogo comune, e andrebbe in controtendenza con la carica di rabbia "giustizialista" del figlio) e anche il confronto alla messa di mezzanotte natalizia, poteva essere gestita di meglio che non una frignata e un "guardami negli occhi".

    Manca l'ingrediente fondamentale: la visceralità e la durezza (quella vera) a discapito della glacialità scandinava vinterberghiana e di fastidiose stoccate pseudo"buoniste" (dopo tutto l'inferno che passa, Mikkelsen vuole ancora bene alla piccola accusatrice Klara, prendendola pure in braccio, aiutandola a oltrepassare le righe sul pavimento). E fatto ancor più gravoso (su cui si poteva lavorare di più) e che Vintenberg lascia "i giochi del mostro o l'infanzia dannata e perfida" sullo sfondo, appanandolo, offuscandolo, non facendo ben capire-volutamente?- la psicologia della piccola Klara (scherzi da bambini? Bugie innocenti su cui i bambini non sanno quantificare la devastazione? Piccolo mostro in erba alla Giglio nero?) visto che prova la gelosia e innesca la "vendetta del rifuto" come una donna adulta (per dirla alla Fulci/James: Nessuno saprà mai se i bambini sono mostri, o se i mostri sono bambini), ma a Vintenberg pare che tutto ciò interessi fino a mezzodì.

    Insomma, parecchi dubbi e ben pochi entusiasmi, per uno dei film più sopravvalutati degli ultimi anni (così come il suo regista).


    Ultima modifica: 13/11/21 23:06 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 13/11/21 10:17
    Consigliere - 25998 interventi
    Buono il dvd edito dalla BIM

    Formato: 2.35:1
    Audio: italiano, danese
    Sottotitoli: italiano nella versione in danese.
    Come extra solo il trailer
    Durata effettiva: 1h, 50m e 54s

    Immagine al minuto 0.43.53.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/PDVD-238.jpg[/img]
    Ultima modifica: 13/11/21 11:10 da Zender
  • Discussione Raremirko • 13/11/21 21:04
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
  • Discussione Buiomega71 • 13/11/21 21:17
    Consigliere - 25998 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
    Il fatto è che Vintenberg faccia ben poco per renderla tale (magari odiosa, più che altro).

    Sarà una questione di sensibilità individuale, di empatia con il personaggio ingiustamente perseguitato di Mikkelsen o di personali emotività, ma, pur con qualche momento ansiogeno azzeccato, tutte le sperticate lodi al film mi sono parse eccessive.

    Ben fatto tecnicamente, svolgimento narrativo nella media, tutto quì.

    Ultima modifica: 13/11/21 21:30 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 13/11/21 22:42
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Non sono d'accordo con il buon Buio; sottolineo il fatto che comunque il film risulti impietoso anche verso l'infanzia, visto come, comprensibilmente, anche la bambina venga descritta in modo sgradevole.
    Il fatto è che Vintenberg faccia ben poco per renderla tale (magari odiosa, più che altro).

    Sarà una questione di sensibilità individuale, di empatia con il personaggio ingiustamente perseguitato di Mikkelsen o di personali emotività, ma, pur con qualche momento ansiogeno azzeccato, tutte le sperticate lodi al film mi sono parse eccessive.

    Ben fatto tecnicamente, svolgimento narrativo nella media, tutto quì.

    In effetti il regista risulta quasi indifferente con il narrato, limitandosi ad "inquadrare" e basta o, perlomeno, quoto Schramm quando diceva che Mikkelsen è sin troppo calmo di fronte ad una faccenda atroce, agghiacciante, terribile da impazzire, a maggior ragione se lui è pure innocente.

    Ciononostante a mio avviso il film funziona assai bene (come puoi legger sopra, il mio commento è di più di 2 anni fa, ma il film me lo ricordo ancora molto bene, e ti assicuro che non tutti i lungometraggi mi colpiscon così), ma posso capire le tue perplessità.

    E' poi tutto perfettamente credibile, reazione rilassata di Mikkelsen a parte.