The resurrected - Film (1991)

The resurrected

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ancora Lovecraft sul grande schermo, qui nella trasposizione cinematografica del suo “Caso di Charles Dexter Ward”, già sfruttato nel 1963 da Roger Corman per uno dei suoi film migliori con Vincent Price, LA CITTA’ DEI MOSTRI. Qui viviamo la vicenda attraverso gli occhi dell’investigatore John March, che un giorno riceve nel suo studio la bella signora Ward (nessuna relazione con l’Edwige dello “Strano vizio”), moglie di Charles (lo spiritato Chris Sarandon). Questi, scoperto in casa un quadro di un vecchio alchimista...Leggi tutto con le sue stesse fattezze, si rinchiude in cantina, scaccia la moglie e comincia strani esperimenti nella scia dell’ “antenato”. Chiunque si avvicini alla magione (in perfetto stile PSYCO), investigatore compreso, viene cacciato in malo modo. Charles Ward finirà in manicomio, mentre la moglie e March scenderanno nelle buie cantine rinvenendo antichi libri dannati (un classico di Lovecraft), scheletri e molto altro. E finalmente qui decolla il film, con atmosfere lugubri e mostri sanguinari nascosti nel buio. Raccontato con troppi flashback, recitato grossolanamente e inutilmente enfatizzato dalle pompose musiche da kolossal povero di Charles Band, THE RESURRECTED non è niente di memorabile. Dan O'Bannon è lontano dai vertici di IL RITORNO DEI MORTI VIVENTI e confeziona un horror vecchio stile, con lampi e tuoni, una camera manicomiale con pazzo annesso che rimanda all’ESORCISTA III e un soggetto troppo scarno. La fotografia non l'aiuta, la sceneggiatura è convenzionale e alcuni ottimi effetti speciali (sparsi qua e là con parsimonia) non bastano certo a salvare il film. Lovecraft, come fonte d’orrore, è sempre stato difficile da trasporre su grande schermo.

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Greymouser 14/07/10 01:08 - 1458 commenti

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Lovecraft è un grande scrittore, che ha rivoluzionato i logori canoni dell'orrore gotico teorizzando e applicando nella sua prosa un concetto di terrore "cosmico". Ed una delle sue novelle più riuscite è proprio "Il caso di Charles Dexter Ward" che fornisce la materia per la sceneggiatura di questo film. Purtroppo, rappresentare cinematograficamente in modo fedele i contenuti della narrativa di HPL non è impresa facile. Ci vuole, perlomeno, un talento visionario che non è certo nelle corde di questo regista. Risultato, un compitino mediocre.

Undying 15/11/10 20:36 - 3807 commenti

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Già Corman, nel lontano 1963, aveva adattato per lo schermo la novella lovecraftiana dal titolo "Il caso di Charles Dexter Ward" in uno dei film inseriti, erroneamente, nel ciclo poeano (era La città dei mostri). Dan O'Bannon predilige in questo caso un tipo di narrazione in soggettiva, portata avanti dall'investigatore che racconta di fatti accaduti in passato a Providence riguardanti il sig. Ward e i suoi contatti con l'Aldilà. Piuttosto sostenuto negli effetti speciali, ha un fascino particolare ascrivibile, con buona probabilità, all'affascinte soggetto di partenza.

Pumpkh75 11/12/17 13:20 - 1751 commenti

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Accantonando per rispetto e per convenienza gli originari geni lovecraftiani, è un buon film che va avanti da solo con le sue zampe: inizio sanguinoso stile Miskatonic University (ancora il nostro H. P...), un gran Chris Sarandon tessitore di misteri ultraterreni e, da metà in poi, lo show di Todd Masters e del suo nugolo di creature amorfe. Fosse stato più spedito e avesse avuto meno fronde a fare ombra (qualche svenevole dialogo, la durata probante, la voce fuori campo), avrebbe potuto chiedere domicilio a Providence. Vegeto e pulsante.

Jena 27/06/21 17:47 - 1557 commenti

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O'Bannon affronta il racconto forse più bello del Genio solitario di Providence, "il Caso di Charles Dexter Ward", e pur ambientandolo ai giorni nostri, con qualche modifica qua e là, rimane abbastanza fedele alla lettera e soprattutto allo spirito del racconto. Punti di forza sono l'ambientazione lugubre, l'ottima interpretazione di Sarandon nel duplice ruolo di Ward/Curwen e le mostruosità lovecraftiane, con classici trucchi prostetici. Certo per Lovecraft occorrerebbe un regista di ben altra visionarietà, comunque il risultato è qui migliore del confusionario prodotto di Corman.
MEMORABILE: L'ibrido indefinibile trovato nel fiume; Le creature nella cantina; I pozzi sull'Altrove.

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