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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/01/13 DAL BENEMERITO PAULASTER
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Paulaster 24/01/13 10:59 - 4373 commenti

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Essendo una storia vera, presenta già il limite di intuirne la trama durante lo svolgimento. Il momento dello tsunami è reso bene (magari poteva essere più articolato) e nella fase delle ricerche la tensione resta in una via di mezzo tra pause, esigenze di drammaticità e momenti toccanti. La sofferenza esibita è onesta, pur restando in una chiave emotiva. La Watts è brava nel fare la mezza morta e McGregor ha la parte più facile. Finale così così. Un errore: il bambino scrive sul taccuino prima con la destra e poi con la sinistra nella stessa scena.
MEMORABILE: Il pianto al telefono di McGregor.

Nancy 6/02/13 01:09 - 774 commenti

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Come film non è affatto realizzato male ma puzza di sofisticato, come se tutto fosse tanto preso da una storia vera quanto ponderata e votato alla lacrima facile, all'impietosimento. Insomma, non si riesce a vedere senza cogliere le varie strizzatine d'occhio allo spettatore (la scena della riemersione dall'acqua, quella delle mani sul materassino) che irritano poiché s'intuisce un vago retrogusto di sciacallaggio sull'intera vicenda, ferita ancora fresca. Le sviolinate nella colonna sonora non aiutano. Bravo il bambino più grande, Tom Holland.

Jena 9/02/13 14:33 - 1547 commenti

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Trascinato a vederlo più che altro dagli amici, mi aspettavo molto peggio. Il film ha pregi: la ricostruzione dello tsunami è molto efficace, la regia sobria e senza fronzoli riprende più che bene i luoghi originali del disastro. La vicenda funziona più nella prima parte che nella seconda e indulge un po' nei buoni sentimenti (ma che si doveva fare, si parla in fondo di una famiglia che scampa un tremendo pericolo). Come sempre grande la Watts, una delle migliori attrici sulla piazza; McGregor se la cava col mestiere. ***

Daniela 10/02/13 12:20 - 12606 commenti

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Cosa non convince nella storia di questa famigliola anglosassone (spagnola nella realtà), che, in vacanza in un resort di lusso sulla costa thailandese, viene travolta e dispersa dallo Tsunami? I momenti drammatici sono ben piazzati, gli effetti speciali impressionano, gli attori recitano bene i loro ruoli (in particolare il ragazzino Holland)... forse il problema sta proprio nel format spettacolare scelto, nell'"occidentalizzazione" banalizzante dell'immane tragedia. Per quanto ispirata al vero, la vicenda non appare sempre verosimile e non riesce a coinvolgere quanto avrebbe dovuto.

Nando 9/02/13 21:46 - 3806 commenti

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La tragedia dello tsunami vista con gli occhi di una famiglia sopravvissuta all'immane tragedia. Narrazione lievemente telefonata in cui si cerca di suscitare commozione nello spettatore (vedasi la scena del ricongiungimento). Ben realizzate, ma troppo esigue, le scene del maremoto, discreta la Watts anche se nella seconda parte appare solo come moribonda, McGregor non incide troppo ma appare ispirato.

Cotola 18/02/13 22:12 - 8998 commenti

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Con le dovute differenze, a tratti sembra di assistere ad un lacrima-movie, tanto è smaccata la voglia del regista di tirare colpi bassi nel ventre degli spettatori. Per il resto il film non è malvagio anche se non convince mai fino in fondo. Gli effetti speciali sono ben fatti e gli attori se la cavano bene mentre sono regia (anonima) e plot ad essere abbastanza deficitari. Così così o forse anche meno.

Galbo 18/02/13 15:43 - 12372 commenti

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Dopo The Orphanage, Bayona cambia totalmente registro, affrontando una storia reale di sopravvissuti ad un disastro naturale. Il regista "governa" bene la tensione e il film risulta godibile, anche se è' drammaturgicamente più efficace nella prima parte che nella seconda, dove si calca un po' troppo il pedale del lacrimevole. Ottima la ricostruzione dello tsunami e di buon livello la prova degli attori. Non male.

Capannelle 18/02/13 16:02 - 4394 commenti

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Avere sorprese in un catastrofico basato sulla cronaca recente è arduo ma qualcosa in più, specie nella seconda parte, era lecito aspettarselo. Peccato perchè la visuale narrativa non è male e riesce ad andare oltre il semplice instant movie grazie alla gestione del piccolo (grande) Lucas e alla forza dello tsunami che guadagna la scena in tempi relativamente rapidi (altri film ti avrebbero fatto aspettare mezzora ricamando sui personaggi).

Kint 23/02/13 09:59 - 39 commenti

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Drammone familiare di grande impatto sulla tragedia dello Tsunami, che incolla lo spettatore allo schermo per tutta la durata, nonostante il titolo "rivelatore" ci dà un'idea su come finirà. Ottime prove recitative da parte della Watts e McGregor, ma con uno script del genere risulta fin troppo facile realizzare un film dall'elevato contenuto emotivo di grande presa sul pubblico. Pellicola di buon livello ma che rischia di confondersi con la moltitudine di film dello stesso genere.

Cloack 77 22/04/13 16:44 - 547 commenti

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Dopo un avvio teso e insostenibile, con un mare di distruzione che non conosce pietà, due protagonisti in balia di un ritmo dannato e coinvolgente, la quiete della natura annuncia l'arrivo della cavalleria umana. Si fermano gli effetti e si viene travolti dai sentimenti: il legame mamma-figlio, la solidarietà nella tragedia, la separazione tra padre e figli, il legame tra fratellini col maggiore che assume il ruolo di padre, l'abbraccio, l'attesa infinita per la lotta contro la morte. Non manca nulla, compresa una musica incessante, strappacuore.

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Redeyes 10/07/13 07:12 - 2442 commenti

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Cast eccellente e il dramma a governare la scena. Apocalittica pellicola che poco lascia all'immaginazione. Squarci, acque torbide, fango e morti. Il titolo già da un'idea sulla imprevedibilità del caso che toglie ma aiuta. Senza scendere in momenti di filosofia a buon mercato, ho trovato piacevole la visione; non ha il vigore di un capolavoro, ma nemmeno un massiccio uso di effetti speciali magari fini a se stessi e sopratutto è scevro dal banale partiottismo che gli americani c'avrebbero infilato. Da vedere.

Piero68 4/02/14 10:39 - 2955 commenti

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Probabilmente chi si aspettava un disaster-movie in stile hollywoodiano è rimasto deluso. Anche perché il disastro c'è ma tutto sommato rimane sullo sfondo visto che non è il succo del film ma il dramma dei sopravvissuti e di questa famiglia dispersa. Onore a Bayona che riesce a trattare con estremo garbo e pudore la tragedia reale che non ha bisogno di spettacolarizzazioni visto l'elevato numero di vittime e che riesce a creare delle scene altamente credibili senza ricorrere alla CG. La Watts si conferma una delle migliori attrici sul mercato.

Viccrowley 4/02/14 12:23 - 814 commenti

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Basato sulla storia vera di una famiglia vittima del terrificante tsunami tailandese del 2004, il film di Bayona è idealmente diviso in due tronconi. Se il primo segmento si fa apprezzare per l'ottimo montaggio e l'accurata ricostruzione del disastro naturale, nel secondo si scade troppo nel patetico spinto, con tanto di incessante colonna sonora e lacrime a fiumi a ogni piè sospinto. Più che discreta la prova attoriale del cast. Buon uso del montaggio alternato, ma dal regista dell'ottimo Orphanage mi aspettavo qualche guizzo in più.
MEMORABILE: Il ragazzino che vaga nell'ospedale in cerca dei parenti delle vittime.

Pinhead80 13/04/15 19:03 - 4715 commenti

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L'emozione grande, forte, arriva come l'onda che distrugge tutto, annientando qualsiasi cosa o persona si trovi di fronte a lei. E' proprio quella l'interminabile scena in cui è racchiuso il film. I corpi che si lasciano trasportare dall'acqua e che allo stesso tempo lottano contro di essa trascinano pure i pensieri, portandoli al ricordo di quel terribile giorno. Il resto del film non è molto interessante, anche se cerca di coinvolgere il pubblico facendolo interessare alla storia della famiglia.

Gabrius79 27/05/15 22:51 - 1420 commenti

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Il tema del film era la tragedia dello tsunami avvenuto nel 2004 e il regista Bayona è stato bravo a trattare l'argomento con stile sobrio e piuttosto coinvolgente. Storia triste, a volte un po' ridondante. Effetti speciali interessanti e musiche appropriate, buona prova di tutti gli attori.

Guru 3/09/15 20:24 - 348 commenti

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Impressionante storia vera che richiama l'evento tragico dello Tsunami. Molto buone le emozioni e l'intensità che scaturiscono dall'interpretazione, anche se la solitudine inizialmente invade il paesaggio, senza lamenti e disperazione. La sofferenza dei volti e la capacità scenica sono il successo di questo film che ripropone anche alcune scene indimenticabili. Buona la regia.

Pigro 31/08/15 12:26 - 9623 commenti

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Un’orgia di crudezze e sofferenze, senza un briciolo di pathos: così un film ispirato al tragico tsunami del 2004 diventa pura esibizione di effetti speciali ed effettacci emotivi. La famiglia spagnola alla cui storia vera è ispirato il film diventa americana, bella e bionda. E infatti, anziché racconto epico di un dolore universale, il film è il racconto egoistico, in stile catastrofista, delle sfighe di ricchi turisti Usa in posti selvaggi, che tuttavia possono contare sulla provvidenziale assicurazione Zurich (smaccato sponsor). Vergognoso.

Taxius 2/09/15 21:25 - 1656 commenti

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Film di produzione spagnola che racconta la storia (vera) di una famiglia separata dalla tragedia dello tzunami del 2004. E' a tutti gli effetti un film catastrofico, infatti, anche se di storia vera si parla; ha tutti i chliché dei disaster movie, come la famiglia separata da riunire e l'eroe di turno, che in questo caso è il figlio maggiore. Brava Naomi Watts, che come spesso accade interpreta, molto bene, la donna che soffre; molto bravo anche il bambino protagonista mentre Ewan è un po' fuori ruolo. Tutto sommato un buon film.

Furetto60 16/11/15 09:12 - 1192 commenti

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Film catastrofista che, dopo l’inizio spettacolare, uno tsunami in Tahilandia, si concentra sui protagonisti, marito e moglie con tre figli, di cui due molto piccoli. Che possano salvarsi e addirittura ritrovarsi è, più che improbabile, impossibile. Realizzato con crudo realismo, ha il pregio di non lasciarsi coinvolgere dal facile pietismo, aiutato in ciò dalla valida prova degli attori (tra i quali spicca il giovane Holland).
MEMORABILE: La ricostruzione dello tsunami; L’ospedale.

Saintgifts 16/11/15 10:30 - 4098 commenti

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Anche se l'evento è drammaticamente importante non era facile farci un film: troppi i pericoli di cadere nell'eccessivo documentarismo, nel vuoto spettacolare e nello sfruttamento del dolore. Se però viene evitato l'eccesso di documentarismo e dello spettacolarismo (evidenziando bene comunque la portata della catastrofe, facendo vivere allo spettatore una realtà difficile da raccontare con le sole parole), si eccede di molto nella parte del dopo, creando situazioni forzate, con la smaccata ripetizione di momenti al solo scopo di spremere lacrime.

J.A. Bayona HA DIRETTO ANCHE...

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Il ferrini 28/12/16 23:33 - 2337 commenti

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L'assenza pressoché totale di una sceneggiatura rende questo film, esteticamente ben realizzato, un contenitore vuoto. Fatta eccezione per i continui perdersi e ritrovarsi dei vari componenti della famiglia non succede nulla. Visto che c'era la volontà di raccontare la storia (vera) di una famiglia spagnola, si sarebbe potuto almeno evitare di scegliere due biondi con gli occhi azzurri come Naomi Watts e Ewan McGregor. Insomma un'opera vacua, infarcita di scene che dovrebbero spingere alle lacrime ma finiscono per propiziare sbadigli.

Xamini 22/01/17 18:42 - 1244 commenti

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Il registro è quello della spettacolarizzazione che porta alla saturazione emotiva e quindi alla lacrima. Precisata questa chiave di lettura, il film riesce anche ad essere piuttosto onesto nel lavoro impegnativo della riproduzione di un dramma di questa portata. McGregor, Watts e bimbi svolgono la propria parte egregiamente, la ricostruzione funziona e i momenti di tensione non mancano. Fosse stato più asciutto l'avrei apprezzato maggiormente.

Ryo 12/05/17 16:26 - 2169 commenti

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La parte più spettacolare del film è sicuramente la ricostruzione della terribile onda che devastò la costa asiatica nel 2004. Veramente ricostruita da brivido. Per quanto possa essere incredibile, la storia a quanto pare è veramente accaduta e risulta talmente impossibile da risultare forzata. Ottimo il cast, passabile il ritmo.

Mutaforme 9/01/18 14:21 - 415 commenti

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Classico thriller catastrofico che racconta la vicenda di una famiglia travolta improvvisamente da un uragano e che dovrà lottare per sopravvivere e ritrovarsi. Non ha la profondità per raccontare un dramma, in definitiva lo sviluppo è molto superficiale e tutto viene liquidato alla stregua di una brutta storia da raccontare. Film "da cassetta", guardabile ma nulla di più.

Anthonyvm 17/02/19 23:59 - 5612 commenti

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Disaster movie che parte col botto in una spettacolare sequenza di distruzione da parte di Madre Natura, fra onde che travolgono grandi e piccini, edifici annientati, grida disperate. Segue la peregrinazione della Watts e di suo figlio, un'epopea di dolore fisico e mentale magnificamente realistica. Poi il registro si adagia su rive più commerciali, i tocchi di sentimentalismo eccedono (la superflua parentesi della Chaplin), le sdolcinate e anonime musiche, invece che arricchirlo, fanno sembrare il dramma finto e banale. Un'occasione sprecata.
MEMORABILE: Il disastro; Le ferite sul corpo della Watts, seriamente disturbanti, specialmente data la presenza del figlioletto; Il flashback pre-operazione.

Enzus79 14/04/21 19:44 - 2863 commenti

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Basato su un fatto realmente accaduto: il terribile Tsunami del 2004 in Thailandia. Film che non convince appieno dato tutto viene romanzato, con momenti che risultano difficilmente credibili (si veda ad esempio il prestito del cellulare). Convincente il cast: Naomi Watts candidata agli Awards. Apprezzabile per quanto concerne la regia di Bayona e gli effetti speciali.

Buiomega71 25/09/21 01:14 - 2899 commenti

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Preparazione alla catastrofe pregna di tensione (le lanterne fatte volare in cielo), lo tsumani che tutto spazza via lascia a bocca aperta. Ma quello che più colpisce è il martirio fisico della Watts (che nemmeno Jim Caviezel nella Passione), sbattuta di qua e di là dalla violenza dell'acqua, tra una gamba squarciata, il seno perforato, ecchimosi e ferite profonde su tutto il corpo, vomitando sangue. E poi morti ovunque, per le strade, cadaveri accatasti sui pick up. Peccato che nella seconda parte Bayona viri sui buoni sentimenti che annacquano (è il caso di dirlo) la disperazione.
MEMORABILE: La vicina di letto vomita sangue, la Watts la segue a ruota; La dolorosa arrampicata sull'albero; La Watts galleggia come la bambola delle Bermude.
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  • Homevideo Buiomega71 • 29/05/13 23:50
    Consigliere - 25892 interventi
    In dvd (e BR) per Eagle Pictures, disponibile dal 03/07/2013

    http://www.kultvideo.com/DVD/DVD.aspx/aid17804aid-DVD-The-Impossible-03-07-The-Impossible?__lang=it-IT
  • Discussione Pigro • 31/08/15 12:35
    Consigliere - 1658 interventi
    Visto in tv ieri sera. Sono stupefatto di come una tragedia collettiva come lo tsunami del 2004 venga trasformata nella sfiga di una ricca famiglia americana in vacanza: una visione gretta, egoistica, colonialista, meschina di un evento che poteva essere raccontato con ben altro spessore.
    Ma soprattutto sono sconvolto dal fatto che si tratti di un imbarazzante spot pubblicitario delle assicurazioni Zurich, che non solo compaiono in bella vista all'inizio, ma che intervengono provvidenzialmente alla fine per portare in salvo la famiglia, offrendole un jet privato tutto per loro (si noti: lasciando a terra i disperati, mentre nell'aereo tutti gli altri posti sono vuoti) per strapparla all'inferno e portarla in un ospedale migliore...
    Direi che si tratta di uno dei film moralmente più schifosi che ho visto negli ultimi tempi.
    Ultima modifica: 31/08/15 12:36 da Pigro
  • Discussione Galbo • 31/08/15 14:10
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Visto in tv ieri sera. Sono stupefatto di come una tragedia collettiva come lo tsunami del 2004 venga trasformata nella sfiga di una ricca famiglia americana in vacanza: una visione gretta, egoistica, colonialista, meschina di un evento che poteva essere raccontato con ben altro spessore.
    Ma soprattutto sono sconvolto dal fatto che si tratti di un imbarazzante spot pubblicitario delle assicurazioni Zurich, che non solo compaiono in bella vista all'inizio, ma che intervengono provvidenzialmente alla fine per portare in salvo la famiglia, offrendole un jet privato tutto per loro (si noti: lasciando a terra i disperati, mentre nell'aereo tutti gli altri posti sono vuoti) per strapparla all'inferno e portarla in un ospedale migliore...
    Direi che si tratta di uno dei film moralmente più schifosi che ho visto negli ultimi tempi.


    Vista da da quest'ottica hai sicuramente ragione, diciamo che non mi aspetto che un film di questo genere dia una realistica rappresentazione del disastro e dei disagi sociali che ne conseguono; si tratta in definitiva di un film americano che punta sulla rappresentazione spettacolare dell'evento e come tale a mio avviso andrebbe considerato.
    Ultima modifica: 31/08/15 15:33 da Galbo
  • Discussione Zender • 31/08/15 14:37
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Scusa Pigro, mi sfugge perché il cinema dovrebbe raccontare gli eventi nello stesso modo sempre e ovunque. E' cosa che capita quasi sempre al cinema il raccontare una storia individuale che si muove all'interno di un evento più grande (si pensi al film sull'11 settembre per dire). L'evento diventa cornice, non è centrale.
  • Discussione Digital • 31/08/15 14:41
    Portaborse - 3973 interventi
    E' del tutto evidente che si tratta di un film puramente commerciale. Per cose più "serie" ci sono sempre i documentari.
  • Discussione Pigro • 31/08/15 16:16
    Consigliere - 1658 interventi
    Provo a rispondere alle tre giustissime osservazioni di Galbo, Zender e Digital (e mi scuso per la lunghezza).

    Parto da Digital: non sono d’accordo. Anche un film di fiction può raccontare cose serie, perfino meglio di un documentario. Nel senso che da un documentario mi aspetto informazioni e conoscenza, da un film mi aspetto stimoli e/o emozioni. “Roma città aperta” (per dire il primo film che mi viene in mente, non so perché) è un film di fiction su una tragedia appena avvenuta, ed è assolutamente illuminante, così come - per cambiare registro e andare sulla commedia (non mi interessa il “serio” in sé e per sé) - “La grande guerra”, che con tono leggero e uno sguardo al botteghino, tratta con rispetto un'altra tragedia.

    Per Zender: no, certo, il cinema non deve raccontare gli eventi allo stesso modo. E sono consapevolissimo che esiste un “taglio” narrativo ormai acclarato che è quello del focus sulla storia individuale all’interno dell’evento più grande. Ma c’è modo e modo. Qui si è partiti dalla storia vera di una famiglia spagnola, che viene subito trasformata in famiglia americana: se nei titoli di testa e in quelli di coda non fai altro che ripetere che è una storia vera, citando nomi e cognomi, abbi il pudore di mantenere il verismo della nazionalità che rende maggior “verità” rispetto alla stereotipatissima famigliola Usa; altrimenti, scrivi genericamente che è ispirato a una storia vera senza dare le indicazioni precise. L’elenco dei nomi spagnoli alla fine l’ho trovato insultante dopo aver visto tutto il tempo la loro trasformazione in bellissimi e biondissimi protagonisti: di un razzismo imbarazzante.
    Comunque, dicevo, ok per la storia individuale, ma la si può raccontare anzitutto con rispetto per l’evento in sé (cosa che in questo film non c’è) e poi con la capacità di restituire attraverso piccoli dettagli il senso di ciò che è realmente avvenuto: la tragedia del singolo riverbera quella della comunità. Invece qui c’è proprio uno scollamento totale. Anzitutto si sceglie di raccontare solo il punto di vista del turista ricco, mentre sarebbe bastato poco (dico la cosa più banale che mi viene in mente) a inventare un qualche amico locale in una sorta di trama parallela, attraverso cui intuire la tragedia degli altri. Poi, per tutto il film si avverte in maniera fortissima la distanza concettuale tra “noi” e “gli altri”.
    Infine, il colpo di grazia di Zurich Insurance! Il film si conclude con l’agente assicurativo che strappa la famigliola Usa dalla situazione di disastro collettivo in cui si trova in Thailandia per dir loro che li farà andare in un buon ospedale, e per farla salire su un jet completamente vuoto che si allontana lasciando alle spalle centinaia di migliaia di morti e feriti mentre la famiglia di biondi americani, grazie alla loro polizza assicurativa (!), sarà curata in ospedali d’eccellenza. Ma stiamo scherzando?

    Infine a Galbo: non sono d’accordo. Come avevo già detto, io giudico un film tenendo presente non solo come dice le cose, ma anche cosa dice. Questo è un film puramente spettacolare? E allora perché insiste così tanto sulla “storia vera”, andando a prendere proprio una catastrofe che ha sconvolto il mondo? Potevano inventare una trama analoga senza punti di contatto espliciti con la realtà storica: turisti americani in vacanza vengono travolti da uno tsunami, basta mettere al lavoro due sceneggiatori medi e ti viene fuori un filmone spettacolare completamente autonomo rispetto al fatto storico. Se invece si insiste così tanto, allora io mi permetto di valutare questo film anche per ciò che dichiara nei suoi titoli. Un film sull’11 settembre lo giudico anche pensando all’11 settembre, mentre “Inferno di cristallo” lo giudico senza stare a pensare a tutte le catastrofi che hanno distrutto grattacieli, perché non è quello che dichiara di voler raccontare.
    E comunque, anche giudicandolo dal punto di vista meramente spettacolare, il film sarebbe mediocre. A parte qualche effetto speciale, siamo al trionfo della banalità dei dialoghi e della prevedibilità del plot. Quando ho iniziato a vederlo, e quindi ancora non avevo notato il razzismo di questa pellicola, ero rimasto colpito dalla bruttezza del film. Solo il momento dello tsunami riporta il film a un discreto livello (ma solo per la spettacolarità), subito riabbassato dai dialoghi durante lo tsunami stesso (il bambino che sta per annegare, ferito e stremato, in balia di una corrente spaventosa, che si mette a disquisire sul concetto del coraggio… ma ci state prendendo per scemi?. E il bambino salvato dalle acque e da un tronco che lo stava soffocando, e che se ne esce bello biondo, paffuto e pulitissimo?). Tutto il resto è robaccia, perché non c’è mai emozione: soltanto esibizione di sofferenza, che non trasmette alcuna emozione. Insomma, per me sarebbe stato comunque tra il “filmaccio” e il “mediocre”, ma poi l’intreccio con il discorso morale lo ha fatto diventare “vaccata”…
  • Discussione Galbo • 31/08/15 16:30
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Grazie Pigro per la tua spiegazione molto esauriente; dal tuo punto di vista ripeto, hai perfettamente ragione; io ho visto un film considerandone puramente l'aspetto spettacolare e forse se dovessi rivederlo abbasserei il mio giudizio anche solo riferito a quell'aspetto; tutte le incongruenze (anche un po' offensive) sono effettivamente presenti e devo dire le hai perfettamente sottolineate.
  • Discussione Zender • 31/08/15 17:56
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Capito, Pigro. In realtà non avendo ancora voisto il film non saprei ancora come ribattere. I concetti mi sono chiari comunque, grazie :) Curioso che il film sia comunque una coproduzione con la Spagna.
  • Discussione Buiomega71 • 25/09/21 10:07
    Consigliere - 25892 interventi
    La preparazione all'immane catastrofe è pregna di tensione (l'arrivo al resort, le lanterne fatte volare nel cielo stellato, un pò come facevano i novelli nuovi arrivati nel paradiso terrestre di The beach) e quando lo tsunami arriva (improvvisamente, con ben pochi, piccoli, segnali disturbanti che durano pochi secondi: il frullatore che si spegne, la palla rosa "baviana" che corre da sola e sfugge ai piedi dei ragazzini, il vento che si alza di colpo, la pagina del libro, che la Watts stà leggendo, che vola via per andare a stamparsi su di una vetrata-la stessa pagina che, come un funesto presagio, già si staccava sull'aereo a inizio film) spazza via tutto in pochi attimi, non lasciando un attimo di respiro, come se quell'onda anomala e mostruosa stesse per uscire dallo schermo (non riuscendo a contenerla) per invadere anche noi spettatori.

    Quello che ne segue è puro cinema dello strazio e del dolore (come in un war movie o in un post atomico), con l'acqua che corre e tutto inghiotte, corpi straziati ovunque per le strade ricoperte dal fango e dai detriti (alcuni già in preda ai granchi), cadaveri ammassati sui pick up, gambe oscenamente spezzate, morte, distruzione e apocalisse ad ogni inquadratura.

    Ma quel che più colpisce è il martirio fisico a cui Bayona sottopone Naomi Watts (che nemmeno il Jim Caviezel della Passione gibsoniana), una vera e propria via crucis del martoriamento della carne.

    Sbattuta di quà e di là dalla furia devastante dell'acqua, con una gamba squarciata e la carne che le penzola dalla coscia, infilzata al seno, dolorante che si arrampica su di un albero con l'aiuto del figlio, trascinata, urlante, tra la melma e i detriti, ferite profonde e echimosi su tutto il corpo, il versamento di sangue dall'occhio, la vomitata di sangue (dopo che la sua vicina di letto spagnola rigetta emogoblina rossastra) con fuoriuscita di una specie di schifossima sostanza filiforme dopo aver mandato giù uno spicchio di arancia ), attaccata ad un respiratore, preda alla febbre e al deliro, all'enorme emoraggia e al rischio della cancrena (Di che colore è la mia gamba? Chiede ripetutamente al figlio), per poi, nel momento dell'anestesia, in una sala operatoria che sembra più un mattatoio, ripercorrere ancora il momento della tragedia, come se fosse imprigionata in un liquido amniotico, sott'acqua, sbattuta con violenza, contro i rami che le tranciano le carni, i cadaveri che le fluttuano attorno, fino a galleggiare come la bambola del Triangolo delle Bermude, per poi rinascere.

    E fin quì il film di Bayona è puro spettacolo della morte al lavoro, della diperazione e della sopravvivenza, che mozza il fiato, riuscendo dove quasi tutti i disaster movie passati avevano fallito, restituire il realismo e far percepire l'orrore e i devastanti postumi di una furiosa tragedia della natura (familiari che cercano altri familiari, ospedali al tracollo, corpi devastati, un sentore di apocalisse che riempie i polmoni e gli occhi, l'umanità, l'egoismo, il pianto disperato di McGregor).

    Poi Bayona svolta, arriva la parte buonista, dove c'è solo spazio per i buoni sentimenti, gli abbracci, i ritrovamenti correndosi incontro, la salvezza , la famigliola del Mulino Bianco finalmente riunita, e il film cola a picco, inesorabilmente, con un inutile cameo di Geraldine Chaplin (Bayona se la porta dietro dopo The Orphanage, dove torna l'infanzia e la pubertà, questa volta da pseudo favola nera che guarda a Peter Pan, si muta nella sopravvivenza di un cataclisma senza precedenti, che fa crescere i ragazzini piuttosto in fretta, con Tom Holland che si aggira, tra stanze d'ospedale, feriti e persone che chiedono il suo aiuto per  ritrovare i propri cari scomparsi, come Christian Bale ne L'impero del sole) che guarda le stelle assieme ad uno dei figli della Watts e la sciacallata dell'agente assicurativo, tanto gratuita quanto deleterea, che affossano tutto in un marasma di ipocrisia e sentimentalismi a buon mercato. Talmente inzuccherato che, come scriveva Manlio Gomarasca nella sua recensione al film su di un numero di Nocturno, speri davvero che l'aereo che porta la famiglia Brambilla a Singapore (per ricevere cure migliori e stipule assicurative) precipiti in mare.

    Un vero peccato, perchè tutta la prima parte e gran cinema di emozioni angosciose, fatto di fango, carne e sangue e Bayona sembrava che riuscisse a evitare facili cadute nel patetico, per poi scadere rovinosamente nel convenzionale.

    Grande cast tecnico e la Watts che se la passa peggio che nemmeno in un torture porn, dove le auto galleggiano, i pesci escono dal mare, i cadaveri te li vedi ad ogni angolo di strada e la tua gamba stà bellamente marcendo e il tuo corpo è ridotto ad un rottame incancrenito, tra i pianti, le urla e i lamenti in un ospedale che pare l'anticamera dell'inferno.

    Ma poi bisogna seguire le regole standarizzate di qualsiasi blockbuster americano, perdendo così un'occasione preziosa di realizzare uno dei disaster movie più dolorosi e shock, che già comincia a far storcere il naso nel momento in cui McGregor (sul letto della stanza, o di quel che ne rimane), vede i due figlioletti arzilli che le fanno ciao con la manina dal buco del tetto sfondato.

    La distruzione e gli spasmi emotivi della prima parte cominciano a scemare e il temuto "tutto è bene quel che finisce bene" non tarda, ahimè, a manifestarsi, mandando , quasi, tutto in malora.

    Ah, già, è tratto da una storia vera...

    Piccola curiosità, il libro che Naomi Watts legge sia in aereo a inizio film (con la funesta pagina che si stacca), sia a bordo piscina poco prima dell'arrivo del disastroso e possente tsunami (sempre con la dannata pagina che svolazza via, sorta di presagio menagramo) è L'ombra del vento (anche quì un oscuro e inquietante segnale premonitore) di Carlos Ruiz Zafòn (fonte Ciak del febbraio 2013, nello speciale dedicato film a pagina 131).

    Siamo in spiaggia


    Ultima modifica: 25/09/21 14:54 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 25/09/21 10:52
    Consigliere - 25892 interventi
    Ottimo il dvd edito dalla Eagle pictures

    Formato: 2.35:1
    Audio: italiano, inglese
    Sottotitoli: italiano
    Come extra:
    *La realizzazione di The impossible: 5 minuti di backstage.
    *Il casting di The impossibile: 6 minuti di interviste alla Watts, a McGregor, a Bayona, a Holland e a Maria Belon.
    *Scene eliminate: 8 minuti di momenti tolti al montaggio: La Watts e Holland che lasciano il tronco della pianta immersi fino alla vita per cercare un posto più sicuro. Il dottore tailandese, che visita una malconcia Naomi Watts, che passa il suo telefonino all'attrice per far sì che lei chiami, a casa, suo nonno, ma lei non ricorda più il numero. Tom Holland, che mentre veglia la madre sul letto di ospedale, assiste alla disperazione di alcuni sopravvissuti, tra cui l'infermiera che canta una ninna nanna ad una bambina degente accarezzandole il braccio. Ewan McGregor che, nel disperato tentativo di cercare sua moglie e suo figlio, si dirige all'hotel devastato, dove un sopravvissuto le sconsiglia la ricerca, perchè sono rimasti solo fango e detriti. Nelle scene finali all'aeroporto, McGregor rincontra la famiglia e l'uomo che non le ha voluto prestare il telefonino perchè aveva la batteria quasi scarica, mentre continua a parlare al telefono e , tra le cataste di cadaveri, distesi a terra, la Watts e Holland notano il corpo senza vita della ragazza spagnola sua vicina nel letto d'ospedale.
    *B-Roll: altri 9 minuti di dietro le quinte del film.
    *Trailer
    Tutti gli extra sono sottotitolati in italiano.
    Durata effettiva: 1h, 49m e 19s

    Immagine al minuto 0.19.03.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/PDVD-227.jpg[/img]
    Ultima modifica: 25/09/21 12:09 da Buiomega71