Il film che ha consacrato nel mondo il mito di John Woo, il più “estremo” tra i registi d'azione mai esistiti (almeno fino ad oggi): ogni sua sparatoria è un perfetto connubio di tecnica e perizia, ogni inquadratura è studiata fin nei minimi dettagli, anche scenografici. Un'abilità simile non è facilmente paragonabile a esempi precedenti perché il ritmo impresso ad ogni scena (continuamente spezzato e ripreso grazie all’insistito uso del ralenti) è davvero vertiginoso. Manca tuttavia ad HARD BOILED una storia interessante quale poteva essere quella di THE KILLER, capolavoro di tre anni precedente, cosicché il film sembra soprattutto...Leggi tutto un contenitore necessario per poter mettere in scena più sparatorie possibile. Non manca invece un altro elemento che da sempre contraddistingue il cinema di Woo e cioè l'ironia dei dialoghi. Le risposte di Chow-Yun-Fat (l’attore feticcio del regista) sono spesso fulminanti, ma non hanno niente a che vedere con quelle di uno Stallone qualsiasi; semplicemente perché sono meno pretenziose e a volte fanno davvero sorridere. C'è però un po' troppa confusione nella sceneggiatura e la somiglianza (per noi occidentali, almeno) tra i protagonisti fa in modo che il filo si perda spesso e volentieri, lasciandoci passivi spettatori sballottati tra uno scontro a fuoco e l'altro. Non c'è la poesia di THE KILLER insomma, né la sottile costruzione psicologica di A BETTER TOMORROW e forse alla fine un simile bombardamento di immagini può stancare.
Hard Boiled ha in sè il meglio del cinema action di Hong Kong e segna il ritorno alle origini di John Woo. Le tematiche dell'amicizia, dell'onore,
della fedeltà riempiono lo schermo in modo talmente lampante e al contempo "lucido" che lasciano stupiti. Questo film ha chiuso però
un'epoca: poco dopo J.W. ha abbandonato l'oriente per andare a Hollywood. Per assurdo il film che lo ha consacrato anche agli occidentali è lo stesso che lo ha fatto allontare dai suoi fedeli spettatori.
Un capolavoro assoluto da vedere e rivedere. Se fosse uscito al cinema in Italia oggi avremmo tutti un'altra concezione di quello che si intende per "AZIONE". Con The Killer (forse meno spettacolare, ma senz'altro più bello per meriti di sceneggiatura)forma un dittico sulla violenza e sull'onore, un confronto tra "professionisti", un drammatico gioco di inganni e di scambio delle parti che affonda le mani (sporcandosele di sangue) in vari generi iper-sfruttati e ormai essiccati dall'anemico cinema Hollywood-style.
Straordinario. Magari non il più intenso e melò, ma sensazionale sul piano coreografico. L'apocalisse di fuoco dentro e fuori l'ospedale è impareggiabile. Capolavoro.
Grande film d’azione girato da Woo quando se ne infischiava della logica narrativa e dava spazio più che alla storia alle scene adrenaliniche (in percentuale di 40%-60% secondo le sue stesse parole). Ne è venuta fuori una pellicola dai ritmi forsennati grazie ad un montaggio vertiginoso e a delle scene che sono uno spasso nella loro inverosimiglianza. Il finale nell’ospedale è il massimo. Solo per i fan del genere ed assolutamente sconsigliato a chi cerca film realistici.
Se si cerca un filo logico nella vicenda e una certa verosimiglianza nella sceneggiatura, Hard Boiled non è certamente il film adatto nè vuole esserlo. Il regista è qui sopratutto un esteta delle riprese d'azione, tra le più belle ed efficaci mai viste in un film del genere. Ritmo su alti livelli grazie ad un ottimo lavoro di montaggio.
Woo è bravo, si sa. E' il re dell'action-movie, e in questo film non si smentisce, come testimoniato dalle virtuosistiche riprese con cui ci riempie gli occhi nelle sequenze più movimentate ed esplosive. Però qui lavora su una sceneggiatura da cerebrolesi, zeppa di passaggi e situazioni implusibili e contraddittorie. Così, non resta che smettere di porsi domande e godersi lo spettacolo puro e semplice.
John Woo è il maestro delle scene d'azione e in questo film ne dà ampia dimostrazione. Peccato per una sceneggiatura troppo inverosimile e caotica, che a volte si disperde in facili sentimentalismi hollywoodiani (tipo i colleghi poliziotti che ci rimettono le penne, i neonati nell'ospedale ecc.), ma chi ama il genere action non ne rimarrà comunque deluso.
Ennesima dimostrazione della tecnica di John Woo: gragnuolate di proiettili alternate ad una soffusa ironia. Tuttavia il film è troppo lungo e la sceneggiatura scritta decisamente male: quasi esclusivamente in funzione delle sparatorie, al solito magnificamente coreogafate. Insomma, un bel giocattolo fracassone ma non molto di più.
Kitsch e parossistico, raffazzonato in fase di sceneggiatura, sbilanciato nei tempi, inverosimile e forzato in più di un’occasione. L’ultimo film del primo periodo hongkonghese di Woo è un profluvio di sequenze action ipersature e reiterate, che però si fermano sempre un attimo prima del mero riempitivo poiché la tecnica abbonda (ma si compiace) e i temi (orgoglio antieroico, amicizia virile, tradimento e coraggio mescolati all’ironia) riescono ad emergere dal mucchio selvaggio messo in scena. Non male, dopotutto.
Grande esempio di fantaction (“leggermente” poco realistico) iper adrenalinico, con pioggia di piombo, spruzzate di sangue, scontri pazzeschi e quel pizzico di contenuto sufficiente però a dare un senso alla pellicola, al di là dell’azione, e una fisionomia ai personaggi, donandogli il giusto spessore (il protagonista, l’infiltrato, il capo e la fidanzata, ma anche l’inarrestabile giovane boss e lo sgherro guercio). Tra un massacro e l’altro (si lavora di mitragliatrice) non ci si annoia comunque, grazie anche all’affiatamento dei protagonisti. Woo è un vero talento nel genere e si vede.
MEMORABILE: L'attacco dei motociclisti; L'agguato in barca; L'informatore: "Ci sono più infiltrati che gangster in questa banda"; L'apoteosi all'ospedale.
A livello narrativo è più frammentario di A better tomorrow e The killer, ma per quel che riguarda l'azione riesce nella non facile impresa di superare entrambi. John Woo maneggia la materia come forse nessun altro regista sa fare e qui offre veramente il meglio di sé, girando ogni sparatoria con straordinario senso dello spettacolo. Il lunghissimo finale all'interno dell'ospedale non sarà il massimo del realismo, ma è di un'intensità pazzesca. Di fronte a prodotti del genere, il moderno cinema action americano non può che impallidire.
In questa pellicola Woo mostra al mondo cinematografico che nessuno può superarlo nella qualità delle scene d'azione. Hard Boiled è un film a due facce: la bellezza, dal punto di vista estetico, degli scontri a fuoco è strabiliante, innegabile e insuperabile (vedi la scena iniziale nel bar e gli ultimo venti minuti, da cineteca); per contro, manca qualcosa nella sceneggiatura è non tutto risulta essere chiaro. Non siamo a livelli di completezza del capolavoro The killer, ma il risultato, nel complesso, resta notevole.
L'esagerazione (intesa in termini di minutaggio, chissenefrega della verosimiglianza) è un limite al pregevole lavoro di Woo che, per quanto riguarda il gusto estetico e la costruzione dell'inquadrature, ha un talento cristallino. Cinematograficamente parlando prediligo schegge inaspettate, momenti brevi ma concisi e quindi le scene d'azione così lunghe tendono ad annoiarmi. La sceneggiatura, seppur piena di buchi, incongruenze e sospensioni logiche non è un mero pretesto per sprigionare la fantasia del regista. Poteva essere decisamente superiore.
Ultimo film del maestro John Woo a Hong Kong prima del suo trasferimento a Hollywood, è la summa del suo cinema: l'amicizia virile, le spettacolari scene d'azione, le grandi sparatorie coreografate come danze della morte. Un poliziesco potente che ha ispirato numerose altre pellicole e cineasti. Ottimo Chow Yun Fat.
Un agente di polizia hongkonghese conduce una lotta senza esclusione di colpi contro una spietata banda di narcotrafficanti... Se spiegata in due righe la trama sembra lineare, la messa in scena non lo è affatto, anzi è tanto confusa che pare più che altro un pretesto per legare l'una all'altra sequenze di azione tanto forsennate quanto irrealistiche. Certo la verosimiglianza non è mai stato il pallino di Woo, ma in altri film c'era una storia a fare da collante , per cui la sospensione scattava in automatico ma qui gira certo bene, ma dà l'impressione di girare a vuoto. Godibile a tratti.
MEMORABILE: Pazzesca la sparatoria in ospedale con i pupetti in pericolo: comico involontario (?) da manuale
John Woo e il suo cinema carico di proiettili, bossoli, armi di vario tipo e morti come birilli impazziti. Questa volta si combatte contro un traffico di armi e la novità è che il “nido del ragno” è proprio nei sotterranei di un avveniristico ospedale. La trama è quella che è, ma al solito si trova spazio per sentimenti, gesti cavallereschi, attenzione per i più deboli. Piace o non piace, secondo la massima “prendere o lasciare“!
Sergente di polizia vuole vendicare l'omicidio di un collega. Puro action in cui la storia sembra un pretesto per inscenare scontri a fuoco spettacolari. Woo dimostra gran mano e sfrutta le esplosioni o gli spari per dare anche colore visivo. Il rapporto tra i protagonisti funziona usando una lieve ironia, anche sul fronte sentimentale. Oltre a ciò c'è una gran confusione tra i cattivi che governano i traffici, gli infiltrati che non vengono scoperti e le varie vendette trasversali. Efficaci l’uso dell’ospedale e i bambini da salvare.
MEMORABILE: La moto esplosa in aria; L'origami in camera; L’evacuazione dei bambini dalle finestre.
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Il bluray della Cult Media dovrebbe uscire il 18/06/2014
HomevideoZender • 6/05/14 18:39 Capo scrivano - 47786 interventi
Se è buono sarà da prendere al volo!
HomevideoBrainiac • 2/02/19 10:21 Call center Davinotti - 1465 interventi
Zender ebbe a dire: Se è buono sarà da prendere al volo! Chissà se poi l'hai preso... Io l'ho preso ma "al volo" mi è arrivata contestualmente all'esborso di 10.90 eurozzi una "sola" mega... manca la traccia audio originale... una cosa moderatamente inconcepibile. Stupido io a non controllarlo.
HomevideoZender • 2/02/19 10:45 Capo scrivano - 47786 interventi
Sì, lo presi, all'epoca. Lo trovai discreto (putroppo Woo avrebbe bisogno di signori restauri e invece...). Guardandolo in italiano non mi ero nemmeno accorto mancasse la traccia originale :)
HomevideoBrainiac • 2/02/19 13:44 Call center Davinotti - 1465 interventi
Zender ebbe a dire: Sì, lo presi, all'epoca. Lo trovai discreto (putroppo Woo avrebbe bisogno di signori restauri e invece...). Guardandolo in italiano non mi ero nemmeno accorto mancasse la traccia originale :) La cosa stramba è che c'è una seconda traccia... ma è in inglese. Allora mi domando: ok, faccio uscire un'edizione per il mercato italiano e (io non lo condivido) lascio la sola traccia italiana. Perchè in Italia gli spettatori preferiscono il doppiaggio e perchè boh, ipotizzo, mi costa meno in tempo di lavorazione e in costi. Ma se devo aggiungere una traccia per questo benedetto mercato italiano, perchè in Inglese? A me, spettatore, piacciono i film doppiati o piacciono in versione originale. Voi che siete più esperti capite queste dinamiche? C'è qualcosa che mi sfugge? Chessò, una questione di diritti? Oppure l'appeal dei ricavi è così marginale che queste scelte vengono affidate al caso?
HomevideoZender • 2/02/19 13:56 Capo scrivano - 47786 interventi
Credo dipenda dal fatto che i film orientali escono spesso con il doppiaggio in inglese, realizzato di solito come Dio comanda (anche perché si sa che è quello che più verrà ascoltato nel mondo extra-Oriente). Al contrario il doppiaggio di questi film in italiano è spesso assai carente, a volte ai limiti dell'inascoltabile. A quel punto, l'utente italiano che fatica a sentire doppiaggi così tirati via, switcha sull'altra lingua disponibile. Non è però da tutti accettare - pur con sottotitoli - una lingua di cui non si riconosce nemmeno una sillaba. L'inglese bene o male è una lingua ogni anno più vicina a noi, per cui si sceglie di inserire quella. E' solo una mia ipotesi comunque.