Troppo amici - Film (2009)

Precedente a Quasi amici e con Sy non protagonista, ma i distributori nostrani tentano il bis salvando dall'oblio questa inutile commediola. Personaggi fastidiosi o poco convincenti, trame e sottotrame di rara inutilità, una sola trovata decente (la frecciata contro l'ebraismo radical-chic) che si risolve in folklore di bassa lega. E poi veder corteggiare l'insipida Brocheré da chi ha come moglie Isabelle Carré non può non far pensare (a chi scrive) a un brutale caso di miscasting (anche se, va detto, il cast è complessivamente molto buono).

Due sorelle, il loro fratello, i rispettivi partner e figli, quadretti familiari in interni parigini, fra baruffe, incomprensioni ma anche momenti di affetto ed imprevista solidarietà... Ripescata sull'onda del successo di Quasi amici, una commediola non sgradevole e con qualche spunto simpatico per quanto talvolta forzato, ma dalla scrittura molto sfilacciata e con un finale retoricamente serioso che stona col resto. Da assolvere invece l'intero cast, con Demaison, Omar Sy e Isabelle Carré una spanna sopra gli altri. Vedibile, senza troppe pretese, gustando il buono e perdonando il resto

Commedia francese il cui titolo italiano è come spesso accade riecheggiante e furbetto. Film piuttosto divertente sulle famiglie disfunzionali, realizzato con un certo senso del ritmo e una sceneggiatura che calca sovente il pedale sul grottesco e che risulta efficace nell'ironizzare su manie che al netto delle esagerazioni non sono poi così estreme. Molto bravi gli attori che rendono credibili i propri personaggi. Fuori luogo il finale, eccessivamente buonista e poco in tono con il resto del film. Nel complesso, non male.

Una famiglia anti-convenzionale ma molto unita crea e distrugge i rapporti affettivi con estrema facilità ma riesce sempre ad avere la meglio su tutto ciò che li circonda. Commedia rispolverata in fretta e furia dopo il clamoroso successo di Quasi amici ma che sfortunatamente non riesce ad avere la stessa presa. Non che sia un brutto film, ci mancherebbe, ma ogni tanto l'opera appare troppo attenta a disorientare e finisce per risultare poco sincera.