DOPPELGANGER: THE EVIL WITHIN (il titolo originale è molto più chiarificatore di quello italiano, più semplicistico) è il tipico esempio di come riuscire a fare un brutto film pur con un sostanzioso budget a disposizione. Tutto sprecato: dai buoni attori alla fotografia, dal soggetto all'obbrobriosa sceneggiatura fino ad arrivare all'incredibile finale: quindici minuti di notevolissimi effetti speciali in stile HELLRAISER, con creature sanguinolente e bavose la cui presenza è assolutamente inutile e palesemente pretestuosa, visto che il film poteva benissimo concludersi (ed era molto meglio forse così, pur perdendo la parte...Leggi tutto esteticamente migliore) dopo la spiegazione di prammatica, peraltro altamente inverosimile. Tutto, appunto, mostra quanto il budget sia stato malamente sfruttato: la storia pareva anche cominciare decentemente, con un caso di doppia personalità dichiarato fin dall'inizio e non, come al solito, usato nel finale per giustificare delitti assurdi. Poi però ci si accorge che il film più che PSYCO punta dritto verso IL SOSPETTO e L’OMBRA DEL DUBBIO (tanto per rimanere in ambiti hitchcockiani) e si torna subito nel già visto. Drew Barrymore è sensuale ma poco convincente, così come Dennis Christopher è simpatico ma troppo stereotipato. L'unica prestazione decente la offre l'amica scrittrice di Patrick: verbosa, invadente, ma perlomeno piena di vita e niente affatto stupida. Fotografia sgargiante, ma i colori delle luci sono assortiti malissimo, tanto da far risaltare le squallide scenografie. ALTER EGO è un film sbagliato e, a proiezione conclusa, lascia un senso di fastidio profondo.
Drew Barrymore, all'epoca lontana da problematiche "esistenziali", è un bel vedere. Come la parte conclusiva del film, d'altronde, ricca di effetti speciali particolarmente riusciti ed in grado di generare qualche sensazione di disgusto. Ma pur essendo sorretto da un budget notevole, Alter Ego è stato girato facendo uso di scenografie sgradevoli e squallide, in grado di impoverire il lavoro (non del tutto sgradevole) fatto da Avi Nesher, regista che non ha realizzato (ad oggi) nulla di memorabile. Poteva uscirne qualcosa di molto meglio... Vago.
L'unica ragione d'interesse è la performance finale di Kurtzman, Nicotero e Berger, equipe di effettisti che negli anni ha imposto uno standard qualitativo ed estetico nella resa dello splatter. Ciò detto, il film rimane una cosa pietosa, illuminato come la più vetusta disco hall di quartiere, recitato malissimo e ancor peggio vessato dal doppiaggio italico. L'idea del doppelgänger - non nuova ma interessante - è sviluppata secondo le più fruste conseguenze. Qualche intuizione visiva non dà ossigeno. Drew Barrymore esce dal tunnel della tossicodipendenza e intraprende la strada della speranza.
I conflitti di personalità di Avi Nesher seguono senza intoppi le consuetudini del thriller con tanto di omicidi, minacce, complotti, incubi e presagi di sangue, per poi incontrare ex abrupto nell'iper-effettistico sottofinale repellenti embrioni e altre viscide creature care a Zulawski e Cronenberg. Drew Barrymore si divide tra la dolcezza delle future commedie romantiche e i ruoli torbidi e perversi cui era adusa in quegli anni; la supporta l'amorevole Dennis Christopher, a sua volta supportato dalla mercuriale e sincera Leslie Hope.
Curioso (sotto)prodotto tipicamente primi anni '90, dalla fotografia patinata alle scene con le musiche house/pop in stile "Erotica" di Madonna, dalle scenografie "di cartone" e le luci colorate al finale con tripudio di SPFX pratici (gran lavoro, purtroppo sprecato nel contesto del film); la Barrymore riprende un personaggio sexy e ambiguo memore di La mia peggiore amica offrendo una shower-scene memorabile, ma alla fine è l'unica cosa che resta in mente di un thriller/horror di maniera, dai retaggi ottantiani (De Palma), figlio del periodo.
Il tema alla base del film, quello del doppio, è affascinante, anche se è stato portato così tante volte al cinema (sin dai tempi de Lo studente di Praga) che difficilmente si riesce a sfruttare con qualche originalità. Questo "Alter ego" gioca per buona parte della sua durata su territori già visti (il confine ambiguo fra horror e thriller psicologico), ma punta tutte le sue carte vincenti su un finale che è non solo folle e sgangherato, ma anche gore e inaspettato. Uno di quei plot twist che salvano o rovinano il film, dipende a chi lo si chiede.
MEMORABILE: Il finale con doppio colpo di scena, uno più strambo dell'altro.
Paccottiglia di inizio anni '90 che ne ricorda altre analoghe risalenti alla fine del precedente decennio; ma in peggio, perché di punto in bianco il tocco magico dei produttori era svanito: Donald Borchers e la ITC, rispettivamente con Vamp e The stepfather, avevano infatti abituato a prodotti ben migliori. Coinvolta in questo pasticcio, che tratta il tema del doppio in modo indeciso tra De Palma e Cronenberg, è la Barrymore, all'epoca splendida e sexy come non mai ma purtroppo alle prese con problemi che ne condizionarono momentaneamente la carriera: si riprenderà in seguito.
MEMORABILE: Cameo di un giovane e già "laido" Trejo; Exploit effettistico del KNB in stile Screaming Mad George; Luce nella casa diroccata: chi paga la corrente?
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Zender, nella rece manca il link a La mia peggior amica. Se già che ci sei puoi anche mettermi il link a Vestito per uccidere sul De Palma che ho messo tra parentesi, grazie.
DiscussioneZender • 8/09/16 07:52 Capo scrivano - 47803 interventi
Sì, mancava perché non lo trovai. Il titolo è "La mia peggiore amica", con la E. Se manca la lettera purtroppo il programma non lo trova.