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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
È vero: di film del genere il cinema americano ne sforna a getto continuo. Il fenomeno John Grisham (scrittore specializzato in thriller giudiziari) è stato una delle più grandi fonti di denaro degli ultimi anni, JFK ha fatto epoca, ma non tutti i giudiziari sono del medesimo, eccellente livello di questo A FEW GOOD MEN. Qui abbiamo un cast in stato di grazia con un Tom Cruise davvero straordinario e un Jack Nicholson altrettanto “in palla”, una fotografia stimolante ma soprattutto una sceneggiatura finalmente mondata dalle banalità tipiche del cinema americano “di cassetta”: i dialoghi sono quasi sempre interessanti e...Leggi tutto non manca nemmeno una sana dose di ironia. Alcune risposte fulminanti di Cruise sono da ricordare e dimostrano che anche il grande kolossal hollywoodiano di tanto in tanto sa affrancarsi da certi stereotipi senza danneggiare il prodotto. La storia è avvincente, il ritmo serrato, le arringhe di Cruise e Kevin Bacon convincono efficacemente e persino i due imputati (quasi sempre muti) hanno modo di brillare. Il finale potrà essere scontato, d'accordo, ma il modo in cui lo si raggiunge non lo è affatto. Da condannare resta qualche “furbata” del regista (il sempre impeccabile Rob Reiner), che tenta di sviare le intuizioni dello spettatore creando qualche incongruenza di troppo, ma nel complesso CODICE D’ONORE è film da godere.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Un film straordinario, quasi perfetto!:
Furetto60, Parsifal68 - Grande esempio di cinema:
Marcel MJ Davinotti jr., Renato, Rigoletto, Rambo90, Camibella - Davvero notevole!:
G.Godardi, Greymouser, Il Dandi, Smoker85, Piero68, Almicione, Trivex, Ale nkf, Il ferrini, Enzus79 - Quello che si dice un buon film:
Magnetti, Caesars, Galbo, Capannelle, Lovejoy, Redeyes, Maya, Pigro, Disorder, Paulaster, Stelio, Belfagor, Taxius - Non male, dopotutto:
Daniela, Deepred89 - Mediocre, ma con un suo perché:
Ciavazzaro
I film ambientati nelle aule dei tribunali mi sono sempre piaciuti. Anche Codice d'onore è un prodotto valido, con la particolarità che l'aula è quella di un tribunale militare. Tom Cruise dimostra che, oltre a fare il belloccio ammiccante, è anche un bravo attore (vedasi Magnolia). Poi Jack Nicholson: strepitosa la sua interpretazione del militare guerrafondaio in delirio di onnipotenza. Ma non è un film valido solo per gli attori. La trama infatti è originale e coinvolgente. Insomma da vedere. Quel che si dice un buon film.
Buon legal thriller ambientato nel mondo militare americano con una storia ben congegnata, diretto con mano sicura da Rob Reiner ed interpretato da uno stuolo di attori molto efficaci, in particolar modo è da elogiare la prova di Jack Nicholson. Anche Tom Cruse e Demi Moore, divi il cui nome (soprattutto all'epoca) serve per richiamare irresistibilmente il pubblico, forniscono interpretazioni convincenti. Un buon film che ci ricorda come siano abili ad Hollywood nel confezionare un certo tipo di cinema.
Tra i migliori film ambientati in un'aula di tribunale (questa volta militare) girati negli ultimi anni. Oera molto professionale: sceneggiatura ben scritta che colloca efficacemente gli elementi di tensione narrativa, regia solida di Rob Reiner ed un cast di attori molto assortito: Cruise e la Moore forniscono una prova convincente, ma a dominare è ovviamente Nicholson che, nei panni di un militare esaltato e paranoico, dà vita ad una delle sue prove più convincenti.
Un legal thriller dalla struttura solida, che non deve inventarsi trovate ad effetto e che si avvale delle buone prove degli attori. Cruise è convincente, Bacon indovinato per il suo ruolo, Nicholson in un crescendo da applausi. La Moore non aggiunge granchè ma viene giustamente confinata in un ruolo di secondo piano. Una volta tanto è il primo tempo è quello meno avvincente, infatti gli eventi che porteranno al processo sono insipidi. Ma la preparazione e lo svolgimento del dibattimento fanno presa e lo rendono un buon film.
Legal thriller confezionato con particolare abilità ma che difetta almeno in due dei suoi componenti: i due protagonisti. Cruise è legnoso come sua abitudine e quando deve confrontarsi nel finale con Nicholson si dissolve nell'aria. La Moore dal canto suo non fa nulla per rendersi credibile nei panni dell'avvocato. Meglio, quindi, gli altri attori. Da Pollack a Bacon passando per Sutherland a Cuba Gooding Jr. Ma ovviamente, nei pochi minuti che rimane sullo schermo, il migliore è il grande Jack Nicholson. Nel finale in tribunale è indimenticabile.
Legal thriller che a giudicar dal cast avrebbe dovuto risultar un capolavoro, mentre, al contrario, risulta un gustoso film, intriso di retorica, luoghi comuni e facile vittorie ai punti. Nicholson stesso appare estremamente macchiettistico: ne consegue che la credibilità sua va vacillando già dalla seconda scena in cui compare. Si può vedere, ma anche no! Film vetrina per i belloni Cruise e Moore!
Piatto legal thriller con la presenza di Tom Cruise (e già questa è una carta a sfavore). Ci sono anche il bravo Nicholson e la bella Moore (che però non mostra le sue grazie), ma i loro due nomi non bastano a rendere accettabile il film, formato da complotti triti e ritriti, mancante di una vera e propria tensione. Da evitare: nulla di nuovo sotto il sole.
Era un periodo che l'aula del tribunale andava molto di moda nelle sale cinematografiche. Il film è recitato da un cast d'eccezione ma la storia rimane comunque un intrigo militare combattuto in tribunale (visto e rivisto); da sottolineare l'interpretazione di un Nicholson che, soprattutto nel finale, riesce a far volare un film altrimenti scontato. Da vedere.
Thriller giudiziario tra i miei preferiti in assoluto, con una grande sceneggiatura che si concentra moltissimo su quanto accade in aula e concede poco alle divagazioni esterne. La tensione sale gradatamente fino all'arrivo di Nicholson, che forse gigioneggia un po' troppo come Colonnello ma regala una delle scene migliori del film. Perfino Cruise sembra (quasi) sopportabile e con questo ho detto tutto.
MEMORABILE: Jessep alla sbarra: "Di che cosa vogliamo parlare ora... del mio colore preferito?"
Il film è furbetto, non ci sono dubbi, ma ha un grandissimo pregio, quello di superare le due ore di proiezione senza farci accorgere di essere arrivati alla fine! La prima volta lo vidi che ero nel pieno del servizio militare, quindi certi meccanismi li capivo benissimo. Costruzione perfetta e uno splendido accostamento attoriale (specie il cast secondario è superbo, mentre Cruise solito finto scavezzacollo e la Moore fresca di silicone dicono poco) di cui ovviamente Nicholson è la ciliegina sulla torta. Il finale invece è troppo cerchiobottista.
Kevin Bacon HA RECITATO ANCHE IN...
Un marine morto, due commilitoni indagati, tre avvocati che sospettano metodi punitivi indegni per un esercito. Classico film giudiziario che si sposa con l'ambiente militare, andando a rimarcare i confini della legalità e il dovere del'etica dell'obbedienza. A parte Cruise il cast è decisamente buono e funzionale alla narrazione compatta e avvincente. Quel che si dice un buon film.
Solido dramma-thriller giudiziario all'americana, cioè relativo ad un sistema giuridico in cui il dibattimento processuale è intrinsecamente drammatico e spettacolare. Reiner porta avanti con sicurezza la lunga sceneggiatura, e tutto funziona bene, tranne forse la troppo sbrigativa e forzata conclusione. Il cast di alto livello aiuta, altrochè.
Buon thriller giudiziario, serrato e accurato al punto giusto. Da manuale il crescendo dell'indagine di Cruise e della Moore, una sapiente alternanza di passi avanti e frustranti stop: l'attenzione dello spettatore è mantenuta sempre alta. Convincenti i protagonisti, con Tom Cruise forse alla sua miglior prestazione assoluta e ovviamente Jack Nicholson, di una spanna superiore a tutti anche qui. Sicuramente un buon film.
MEMORABILE: Jack Nicholson sfacciato in tribunale (ma sarà la sua stessa arroganza a rovinarlo...)
Uno dei migliori esempi di legal-thriller, genere che va automaticamente contestualizzato al sistema giuridico americano e a quello produttivo hollywodiano. La storia in sé è poco originale, ma la sceneggiatura funziona come un orologio, con personaggi forti e ben delineati e dialoghi di divertente arguzia. Ottimo tutto il cast, che qui trova un esordio (Gooding jr.), una prova di maturità (Cruise, Bacon, Sutherland) e un atteso ritorno in gran stile (Nicholson). Una regìa impersonale gli impedisce di essere "straordinario", ma resta "notevole".
MEMORABILE: Nicholson: "Chiamatemi colonnello, credo di averlo meritato" Il giudice: "E il colonnello mi chiamerà Vostro Onore: sono CERTO di averlo meritato".
Serrata pellicola giudiziaria dove a farla da padrone sono ovviamente i due pezzi da novanta del cast, ossia Cruise (qui in gran spolvero) e Nicholson, anche se quest'ultimo si vede complessivamente poco. Cast di contorno gradevole, dal solito Kevin Bacon (sempre misurato ed efficace) a Kevin Pollack, sorta di spalla del protagonista. Demi Moore non demerita, ma neanche lascia particolarmente il segno. Piccoli ruoli anche per Cuba Gooding Jr e per Kiefer Sutherland. Nonostante si superino le due ore, non ci si annoia. Epico il finale.
MEMORABILE: Lo show del Col. Jessep in tribunale.
Sicuramente il miglior film di Reiner (che ha avuto spesso risultati altalenanti) insieme a Misery non deve morire. Merito da condividere con un ottimo cast ben fornito e una sceneggiatura che rispecchia abbastanza fedelmente quello che è il sistema giudiziario USA. Anche se nell'ambito militare. Nonostante la trama tutto sommato statica il film non annoia mai e i dialoghi sono ottimamente funzionali. Come al solito Nicholson è la ciliegina sulla torta, proponendo nel finale una delle sue solite maschere che tanto lo hanno reso famoso.
Durante il processo a due marines incriminati per l'omicidio di un commilitone, gli avvocati difensori cercano di dimostrare che si è trattato dell'esecuzione di un ordine impartito da un alto ufficiale in procinto di assumere un importante incarico... Legal thriller di stampo tradizionale, con i soliti topoi del genere sia pur declinati in termini di codice militare e personaggi alle soglie dello stereotipo solo parzialmente riscattati dalla prova professionale del cast. Film dignitoso, ma poco coinvolgente, a parte la sequenza dell'interrogatorio a Nicholson, un assolo di grande bravura.
Uno spettacolo avvincente in cui grandi attori riescono a esprimersi al meglio in una storia appassionante. Ritmo in crescendo sino al finale, straordinario. I duelli verbali di Cruise e Bacon (sempre bravissimo) infiammano la giuria e gli spettatori, e Nicholson ci regala un'altra grande prova da premio Oscar. Ottimo l'apporto di Pollack, della Moore e di Sutherland, relegati in secondo piano ma non per questo meno efficaci. Nota di merito per l'ottima performance dei doppiatori italiani. Da vedere assolutamente. ****
MEMORABILE: Nicholson: "Figliolo, noi eseguiamo degli ordini sennò della gente muore, è tutto chiaro?". Cruise: "Cristallino!"
Siamo in pieno stile hollywoodiano: personaggi ben delineati e ritratti in modo lineare (con la classica maturazione progressiva del protagonista), ottimi dialoghi, trama avvicente e prevedibile, intrigante ma edulcorata negli aspetti più potenzialmente sgradevoli (le visite notturne punitive). Notevoli le parti giudiziarie, ma il tutto appare un po' troppo convenzionale per andare oltre al semplice intrattenimento. Nulla da dire su cast (a parte un Cruise non perfettamente in parte) e confezione. Discreto.
Il film rispecchia i crismi della perfetta confezione: storia credibile, cast di livello, amalgama degli argomenti e finale che accontenta tutti. Come punti a sfavore cito il personaggio della Moore che, pettinatura a parte, sembra infilato solo per soddisfare le quote rosa. A parte questo, è apprezzabile il non aver riempito la sceneggiatura con una scena romantica con Cruise. Nicholson è maestro dei suoi pochi spazi e l'alternanza tra il tribunale e l'esterno rendono filante un argomento militare poco adatto alle grandi platee.
Rob Reiner HA DIRETTO ANCHE...
Dramma giudiziario di grande impatto, avvincente e teso, lineare nella costruzione eppure pieno di colpi di scena. Tutta la seconda parte in aula è puro spettacolo per lo spettatore, sia per la regia di Reiner che sa rendere veloce una sceneggiatura verbosissima, sia per le ottime interpretazioni (Cruise persino più incisivo del pur bravo Nicholson). Da vedere.
Legal thriller che appassiona maggiormente alle visioni successive, durante le quali si possono raccogliere particolari precedentemente sfuggiti e godere delle battute migliori, per quanto già conosciute, una su tutte il primo colloquio con il colonnello Jessep. Cruise e Nicholson uber alles, ma mi sono piaciuti molto anche Bacon e Pollak, mentre la Moore, sarà il personaggio, sembra sempre poco incisiva. Apprezzabile anche per la trama che regge bene dal punto di vista logico (e non è scontato, anzi).
MEMORABILE: E’ chiaro? Cristallino.
La struttura narrativa non è eccezionale e Kafee è troppo bizzarro per essere un bravo avvocato, tuttavia la pellicola risulta avvincente, soprattutto nella seconda parte. Certo, i punti negativi non mancano: Moore e Cruise non fanno bene (al contrario di Nicholson) e qualche scena è senza dubbio prevedibile. Cionnonostante il "diletto" dello spettatore, che è quello che qui conta, è sufficientemente appagato. Lodevole la critica all'etica militare, al "codice", anche se talvolta scade in banali parole pronunciate da Dawson. Buona pellicola.
Gran bel film giudiziario recitato discretamente da Cruise e la Moore e in modo superlativo da Nicholson. Reiner è molto asciutto, non osa granché ma in sede di scrittura si affida a un team di sceneggiatori di buon livello. I dialoghi e le situazioni danno forza alla trama. Forse il difetto più grande sta nella parte finale, suggestiva quanto si vuole ma non si sa quanto effettivamente credibile.
Un legal thriller piuttosto convenzionale, non sempre coinvolgente nella narrazione dei fatti anche a causa di un primo piano piuttosto lento. Vi sono però degli elementi che nobilitano l'insieme: la solida regia di Reiner, che riesce a rendere funzionale il ruolo dei protagonisti Cruise e Moore oltre al semplice divismo, il buon cast di contorno (soprattutto Bacon, Pollak e Sutherland) e l'eccellente prova di Nicholson, che rende memorabile il proprio ruolo pur comparendo in poche scene. Finale in crescendo.
MEMORABILE: L'interrogatorio del colonnello Jessup.
Avvocati in divisa che si occupano di un pernicioso "nonnismo". Il "codice rosso" e le sue conseguenze tragiche e poi il colonnello, figura controversa che impersona il potere nel suo migliore dei modi (ma forse estremamente funzionale per "un certo tipo di America"). Notevole questo film, molto ben realizzato, con quasi tutti al posto giusto (ma la Moore è un po' anonima). Concludo dicendo che non sono sicuro che "quel certo tipo di America" avrebbe fatto davvero il tifo per la verità, in un caso come questo.
MEMORABILE: Il discorso finale del Colonnello sulla libertà da proteggere e sulle modalità con le quali viene garantita tale protezione.
Un notevole thriller giudiziario dei primi anni '90 (in quel periodo andavano di "moda", e fra tanta fuffa ci sono i migliori del genere), diventato un pilastro cinematografico più per l'ottima interpretazione e caratterizzazione dei protagonisti che per la sceneggiatura, che nonostante sia discreta non mostra rilevanti guizzi narrativi. La regia solida di Reiner riesce a far crescere la tensione progressivamente.
Film all stars ambientato per gran parte in un'aula di tribunale miltare. Uno dei migliori nel suo genere, con un plot molto ben articolato e attori in stato di grazia. Certo, Nicholson deborda e recita al massimo della sua già straordinaria carriera, ma anche gli altri non gli sono da meno. Non ne esce bene il corpo dei marines, infangato da accuse di pratiche sommarie che forse esistono e forse no, ma il film appassiona ed è ragionevolmente esatto nell'instaurare il senso di giustizia che in America è sempre ipocritamente sbandierato.
MEMORABILE: "Se non ti sei mai fatto fare un pompino da un tuo superiore, beh, ti sei perso la parte migliore della vita". (Nicholson a Cruise)
Legal thriller ambientato nel mondo militare. Questo genere era molto in vigore negli anni 90 sia al cinema che in televisione (come dimenticare J.A.G. avvocati in divisa). Codice d'onore è sicuramente tra i migliori del suo genere perché ha il pregio di non essere minimamente noioso, difetto diffuso per questi film ambientati nelle aule di tribunale. Nicholson nella parte del matto è una garanzia e pure il giovane Tom Cruise fa la sua figura.
Teso legal thriller che oltre a una buona sceneggiatura può vantare un maestoso Jack Nicholson, che riesce a rendere memorabili tutte le scene (poche in realtà) in cui appare, elevando l'intero film. Reiner si muove con eleganza e l'avvocato Tom "Maguire" Cruise è a proprio agio col ruolo (più o meno nello stesso periodo gira Il socio). Il ritmo è serrato, i dialoghi brillanti, il tema affrontato di sicuro interesse. Nonostante qualche inquadratura di troppo alla bandiera Usa è senza dubbio una pellicola da vedere.
MEMORABILE: "Non mi chiami figliolo: io sono un avvocato e un ufficiale della marina degli Stati Uniti e lei è in arresto, gran figlio di puttana!"
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In un'aula di un tribunale si decide la sorte di due marines rei di aver provocato la morte di un commilitone grazie a un'azione punitiva. Li difende un giovane avvocato che saprà farli assolvere ma non redimerli. Cast di super stelle per un film di ottima fattura che getta più di un'ombra sul beneamato corpo dei marines e sulle sue presunte pratiche di giustizia. Nicholson straborda istrionicamente ma anche gli altri non sono da meno.
MEMORABILE: "Io faccio colazione a trecento metri da quattromila cubani addestrati a uccidermi". (Nicholson a Cruise)
Tre avvocati militari ricevono l'incarico di difendere due marines dall'accusa dell'omicidio di un commilitone. Legal thriller di buona fattura. Scorrevole. Leggero, nonostante la durata di due ore e passa. Non mancano momenti di suspense. Personaggi ben scritti e soprattutto ben interpretati. Cruise e Nicholson (ma non solo loro) sopra le righe. Discreta la colonna sonora.
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- Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Sony Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Spagnolo
5.1 PCM: Italiano Spagnolo
* Sottotitoli Italiano Inglese Portoghese Spagnolo
* Extra Commento del regista Rob Reiner
Codice di disciplina
Dal teatro allo schermo
Codice di disciplina - Scusate ma il commento di Ciavazzaro non torna con il voto. Possibile sia sbagliato?
- Ciao Capannelle,ti ringrazio di avermelo fatto notare all'epoca devo essermi sbagliato nel digitare.
Se per Zender non è un problema, modificherei con due pallini,che per la qualità del film è anche troppo (almeno per me ovviamente). - Ok, grazie Capa, corretto.
- Mandata in pensione la vecchia edizione, ne arriva nuova nuova una seconda in bluray da rimasterizzazione in 4K del film (con anche bluray normale allegato):
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