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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/11/12 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 21/11/12 20:20 - 1458 commenti

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Il "budello" del titolo ha una doppia valenza: una è oggettiva, nel senso che si tratta di misteriosi video-snuff in cui sono filmati sbudellamenti chirurgici da parte di una mano ignota; un'altra è metaforica, in quanto il budello è un cul-de-sac esistenziale e decadente in cui si va a cacciare il protagonista fino all'atroce tragedia finale, resa più angosciante da un terribile dubbio. Film dai ritmi lenti, ma non privo di un certo interesse, e che non punta per niente sullo splatter, come il soggetto lascerebbe pensare.

Vawe 26/11/12 19:17 - 61 commenti

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Elias Ganster confeziona una pellicola che vorrebbe far gridare all'originalità: riportare lo snuff movie in auge, categoria che è stata trattata inizialmente con curiosità dai tempi di Cronenberg col suo Videodrome o di 8MM Delitto a luci rosse ma che poi è stata abbandonata. Elias però non riesce nel suo intento: l'idea è buona ma la trama non è sviluppata e "Gut" risulta essere una pellicola noiosa, priva di ritmo, dove tutto decade prima ancora di aver fatto breccia sino a rivelare un finale banale che non riesce a scuotere. Avvilente.

Mickes2 19/01/13 19:05 - 1670 commenti

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Storie di sbudellamenti e voyeurismo, discreto tentativo di innalzare la cifra stilistica dello snuff puntando sul non-vedo sopprimendo gratuità e sensazionalismi. Camere fisse, regia claustrofobica che riecheggia la vita dei protagonisti, insaccati all’interno di un budello da cui è complicato barcamenarsi. Percorso psicotico-autodistruttivo di pregevole fattura tra portatore e contagiato, vittima e carnefice, oppure vittima e vittima. Mostra la corda dopo un’ora, ma si risolleva con un buon finale, telefonato sì, però disperato e malsano.

Schramm 29/01/13 14:33 - 3495 commenti

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Il profeta Elias vaticina il passato: un mondo in cui la tossicodipendenza da immagini il più possibile estreme (ivi riassunte dal taglio di Fontana applicato alla carne) si diffonde come un'influenza e rende l'aldilà delle imago metafisicamente concreto: ring any bell? Viralità della visione eretta a empio e indiegesto esercizio stiloso che fa il rauco verso ad Haneke, con quel vago che videodromico digerito male e metabolizzato peggio. Artificioso dal primo all'ultimo fotogramma, con sequenze di ingombrante peso specifico formale e tanti pugni dati per finta. Prosaicamente detto, 'na schifezza.

Luchi78 3/03/14 16:52 - 1521 commenti

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Non funziona, annoia, si capisce tutto e si spera in qualcosa di diverso. Questa sindrome dello stomaco che si apre non riesce a contagiare minimamente lo spettatore, che tra l'altro è costretto a subire un insoddisfacente effetto speciale decine di volte. Registicamente un flop, anche se la scrittura si salva in un finale cruento; ma dopo un'ora e mezzo di noia, serve a poco.

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