Terribly happy - Film (2008)

Quante ne abbiamo viste di comunità sperdute che, lungi dall'evolversi nell'elegiaca democrazia diretta rousseauiana, si chiudono sordidamente e qui e lì demoniacamente in se stesse? Tante. C'era bisogno di questa ennesima pellicola sui pericoli e sull'abbraccio mortale di una collettività? Non direi. Il film infatti è noioso, tutto impostato sulle doppiezze del poliziotto spedito per rigenerasi nella campagna danese e la crudeltà degli abitanti del luogo: solo che dopo un po' il giochino viene a noia e i colpi di scena sono molto, troppo, artificiosi.

Spedito per punizione in un sperduto villaggio della pianura danese, un poliziotto con qualche scheletro nell'armadio si trova invischiato in una torbida vicenda di violenze domestiche, all'interno di una comunità chiusa in se stessa che fagocita i corpi estranei oppure li seppellisce nel fango della vicina palude. Thriller ambientale dai ritmi inizialmente circospetti, poi sempre più ansiogeni, fino al finale, beffardo ma necessario per far tornare i conti. Un altro film all'insegna del "C'è del marcio in Danimarca", ben fatto e ben interpretato, che lascia un retrogusto limaccioso.