Project Nim - Documentario (2011)

Esemplare docu-fiction britannica che sintetizza molto efficacemente un triste studio sperimentale condotto negli anni '70/'80 su un piccolo di scimpanzè, allontanato dai suoi simili e cresciuto a strettissimo contatto con l'uomo. Attraverso il recupero di foto d'archivio e filmati d'epoca e l'ottimo assemblaggio di rapide sequenze ricostruite in studio e interviste odierne ai protagonisti della vicenda, Marsh ricapitola il fallimento di un test pionieristico di coabitazione inter-specie, mettendo soprattutto in luce la subdola violenza della volontà umana e i danni emotivi irreparabili arrecati ad ambo le parti coinvolte.

Attraverso filmati di repertorio e interviste ai protagonisti della vicenda viene ricostruito un esperimento scientifico degli anni '70 il cui obiettivo era verificare la possibilità di apprendimento del linguaggio dei segni da parte di uno scimpanzé allevato come fosse un bambino. Esperimento condotto da alcuni con estrema faciloneria e mancanza di scrupoli, da altri con commovente partecipazione, ma che comunque si rivelerà doloroso per Nim, allevato fra gli uomini e da questi trattato come nessuna bestia meriterebbe. Il risultato commuove e fa riflettere.

Dopo Man on wire, Marsh si conferma ben dotato nel genere documentaristico. Qui si sofferma su un esperimento anni Settanta condotto su uno scimpanzé, a cui si voleva insegnare il linguaggio dei gesti, e lo fa costruendo una pellicola dal gran ritmo che sa trasmettere perfettamente inquietudine e soprattutto, ed è ciò a colpire maggiormente, le forti emozioni dei personaggi coinvolti in esso. Bello, ma anche molto triste: da vedere.