Primo dei corti prodotti indipendentemente da Buster e co-diretti insieme a Eddie Cline. Nonostante l'insoddisfazione dell'autore, si marca già l'affrancamento dalle comiche con Arbuckle o della Keystone (trama ben delineata e gag funzionali all'intreccio). Bella e fluida la prima parte (il tiro a segno che funge da copertura, il segnale di riconoscimento della "poiana"), segmento centrale in cui si rifiata e gran finale in cui il nostro mostra tutta la sua verve fisica, abbinata ad un notevole utilizzo dello spazio (la casa con le porte segrete).
MEMORABILE: Il cane che fa suonar il campanello per simulare i colpi a bersaglio; Il segno di riconoscimento; Il villain Dorety; Le inquadrature sui due piani.
Buster è coinvolto da una gang mafiosa per uccidere un tizio. Gran ritmo per il film d’esordio registico di Keaton, ma soprattutto gag divertenti, che reinterpretano narrativamente l’anima più surreale e fantasiosa del primo cinema (come disegnare qualcosa che si materializza). Grande inizio con il giornale-lenzuolo, a cui seguono le innumerevoli gag al tiro a segno per finire con l’ipnotico inseguimento dentro le 4 stanze di una casa scenografica. Con gustoso tormentone ironico sul segno di riconoscimento dei Fratelli Avvoltoi. Scoppiettante.
Miglioramenti nella trama, che riesce ad avere un filo logico: dall’inserzione alle prove di tiro, dal lavoro al poligono fino al body guard (seppur affiliato ai banditi). Tocchi surreali e gag argute per una comicità non di capitomboli ma giocata sul ritmo. La vena comica traspare sempre e più in forma di sberleffo (il saluto dei banditi, la banana al poliziotto). Finale pirotecnico girato benissimo dove viene evitato il classico fidanzamento a mo' di ringraziamento.
MEMORABILE: Il cavallo nel bicchiere; Il cappello che si attacca al muro; L’arrivo del gatto; L’inseguimento finale.
La prima regia di Keaton è alquanto altalenante. Nonostante alcune trovate esilaranti (il "segno" dei banditi) e il simpatico utilizzo degli animali, il redde rationem finale appare meccanico seppur ricco di quell'atletismo e di quel genio nei tempi della gag che è tutto dei grandi (compreso Harold Lloyd). La linearità logica della trama, priva d'ogni pretestuosità, fanno già intravedere un autore, seppure acerbo.
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Zender, aggiungerei in nota: Primo film firmato da Keaton nel 1920, ma distribuito solo l’anno dopo.
La ragione per cui lo aggiungerei in nota sta nel fatto che, essendo datato 1921, potrebbe sembrare successivo a quelli del 1920. Invece può essere opportuno segnalare direttamente nelle note (anziché nelle curiosità) il fatto che si tratti dell'opera prima.
DiscussioneZender • 3/11/12 10:59 Capo scrivano - 47727 interventi