L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva - Film d'animazione (2012)

Giunta oramai al quarto capitolo, la serie de L'era glaciale mostra segni abbastanza evidenti di logorio. Siamo lontani dalla resa del primo capitolo, veramente originale e spassoso, qui non mancano momenti divertenti ma la storia non convince più di tanto e ci si augura che non si prosegua oltre con altri seguiti. Rimane comunque uno spettacolo realizzato benissimo e con alcune trovate notevoli che si alternano a momenti meno riusciti e a numeri musicali non certo travolgenti. Poco convincente il nuovo doppiaggio di Manny il mammuth. **!

In seguito alla deriva dei continenti, Manny, Diego e Sid si trovano intrappolati su un iceberg. La serie dell'era glaciale giunge alla quarta puntata che introduce come nuovi personaggi una banda di pirati, capitanati dal feroce scimmione Sbudella. Ne deriva un episodio che se non ritrova la freschezza e l'originalità del primo capitolo (realizzato oltre dieci anni fa), è tuttavia piuttosto divertente e ricco di ritmo, non rinunciando a riproporre i temi fondamentali della serie, come l'amicizia e la solidarietà tra razze diverse.

Se non si può più contare sulla qualità (una buona e solida sceneggiatura), allora è meglio buttarsi sulla quantità (nuovi personaggi, come capitan Sbudella, la vecchietta, i lemming modello Ewoks-Braveheart e la talpa gentile). Se non altro, rispetto al terzo capitolo, c'è più carne al fuoco; e l'azione pressochè continua aiuta la pellicola a procedere con discreta scioltezza. Resta però l'evidente differenza col primo episodio; ed è ormai lampante l'intento di strizzare l'occhio a tutti, grandi, medi e piccini, infilando pure gli artificiosi adolescenti pseudomoderni.

La saga arriva al quarto capitolo e, ancora una volta, nonostante i nuovi personaggi come capitan Sbudella e la nonna di Syd, è ancora il piccolo Scrat che regala le risate più belle. Oramai i film animati si fanno così: s'inventa un personaggio, lo si circonda di due o tre compari comici e, se ha successo, si fanno sequel su sequel, sempre con l'intenzione di accasare un po' tutto il cast. Pessima l'idea di cambiare la voce al mammooth (fra tanti attori, al posto di Leo Gullotta, perché proprio Filippo Timi?). Spettacolo da due palline e mezza.

Abbastanza gradevole sequel della ormai decennale saga de "L'era glaciale". Vengono introdotti molti personaggi (come la ciurma di pirati) che comunque tengono alto il ritmo del film che altrimenti risulterebbe appensantito da sottostorie d'amore e canzoni mediocri. La sceneggiatura almeno riesce a intrattenere e comunque si ride di gusto grazie allo scoiattolo Scrat, vero deus ex machina della vicenda. L'animazione è davvero spettacolare e nelle scene d'azione la regia si comporta bene dando vivacità ai combattimenti.

Lampante è la perdita di stile e profondità nel doppiaggio per il mammuth, per il quale duramente rimpiango Gullotta. Non sgradevole per il resto: la nonnetta è molto divertente, qualche sequenza conserva ancora qualche piccola scintilla, anche se il fuoco ormai si è spento. Inguardabile la storia tra adolescenti mammuth e la scontata parte della leonessa dai denti a sciabola.

Arrivati al quarto episodio, per rimediare alla ripetitività si punta su nuovi virtuosismi grafici: tra improvvise calamità naturali e imponenti disgeli il risultato è sicuramente coinvolgente. Anche i nuovi personaggi della ciurma dei pirati danno uno scossone all'ambiente, che però sembra ancora una volta troppo innestato sul concetto di famiglia, amicizia e tutti i sentimentalismi che hanno da sempre contrassegnato questa serie. Diciamo che per essere la quarta volta, la minestra comincia ad essere un po' troppo riscaldata.

Premesso che un drink buono a forza di aggiungere qualcosa rischia di perder gusto, qui siamo al quarto e pian piano qualcosa va scemando. Certo il film non è brutto e non annoia, ma i personaggi hanno perso molto della loro verve, da Sid per arrivare a Manny. I nuovi sembrano, pur non essendolo, personaggi disneyani e poco più, perfino il cattivo Sbudella. Tanto amore, amicizia, qualche risata e poco più. Per assurdo domina ancora Scrat, che a piccole pillole come viene dosato annoia un po' meno. Simpaica Scratlandide.

Realizzato a distanza di più di dieci anni dal primo capitolo, dopo il terzo che era anche più riuscito dell'inevitabile secondo. Ci si interroga sulla necessità di una saga così stirata, che pur migliorando notevolmente nella veste grafica non lo fa affatto nella trama e nella sceneggiatura. Troppe cose per giovanissimi e quasi nessuna a intrattenere i loro accompagnatori o gli affezionati dell'animazione un po' più cresciuti. Tra mammooth che saltano tra i rami e personaggi nuovi ma trasparenti, nemmeno il piccolo Scrat risolleva le sorti.

Gli ingredienti per un buon film c’erano: l’idea della deriva dei continenti, Scrat (che ne è l’artefice) al massimo delle sue disavventure, Manny (il padre iperprotettivo) convincente più che nel terzo episodio, il ritmo alto, Sid divertente come sempre. Cosa non funziona? Quasi tutto il resto. Capitan Sbudella come cattivo si dimentica facilmente, alcune cose sono tirate fino all'inutilmente melodrammatico (vedi lo scontro finale). Ma il peggio viene con l’adolescente ribelle Pesca, estremamente fastidiosa, e con la ridicola storia della talpa e degli altri giovani mammut.

La struttura e le missioni rimangono fondamentalmente quelle dei precedenti sequel: il gruppo di amici costretto ad emigrare verso nuovi lidi mentre Scrat compare nel mentre, come un inserto pubblicitario. Cambiano i cattivi, si aggiungono una suocera svalvolata e le avventure adolescenziali della figlia di Manny. Suocera a parte non risultano altre grandi aggiunte, specie la banda di cattivi che non crea particolare empatia. Qualche dialogo va a segno, Sid continua a colpire con la sua ineguagliabile imbranataggine ma nel complesso noia e miele sono troppo presenti.