The adventures of Dollie - Corto (1908)

Storia di una bambina (Dollie) rapita da uno zingaro, nascosta in un barile e successivamente dispersa in un fiume. Visto oggi è un corto molto noioso, privo di sorprese, sia dal punto di vista della trama che della tecnica, ma in realtà è stato uno dei primi esperimenti di cinema "narrativo", con una storia lineare, che si contrapponeva alle vedute singole dei Lumiere e degli altri pionieri. Si può vedere giusto per curiosità storica.

Sembra un fatto di cronaca uscito dalle curiosità di un giornale d'epoca la storia del rapimento della bambina da parte degli zingari con lieto fine. In sé il plot ha elementi di indubbia drammaticità e tensione, ma Griffith li stempera in una lentezza descrittiva, quasi volesse prender tempo a godersi il paesaggio (perfino nell'angosciante sequenza della botte in cui sta la piccola, in mezzo alle rapide di un torrente), anestetizzando la tensione per arrivare alla narrazione bozzettistica. Curioso ma non incisivo.

In gita al fiume con mamma e papà, la piccola Dollie viene rapita, come atto di ritorsione, da zingari accampati là vicino; tutto è però destinato a finir bene. L’esordio di Griffith dietro la mdp è già ragguardevole per la capacità di imprimere fluidità alla narrazione e per la “guida” del crescendo drammatico. Smaliziato l’utilizzo degli scenari naturali e degli stereotipi anche “razzisti” (i gitani cattivi) ma di immediata presa sul pubblico. Alcune ingenuità (gli attori; perché Dollie nella botte non urla sentendo i soccorsi?), ma la stoffa c'è!