Cinque “compagni” vengono sequestrati dai militari e rinchiusi in un campo di lavoro nel deserto. Al suo esordio registico Sepúlveda confeziona un film contro la dittatura, mescolando il dramma con la commedia. E ne esce fuori un’opera tanto supponente nel suo ideologismo elementare, quanto raffazzonata e patetica nella realizzazione da incapace. I dialoghi pietosi (banali o artificiosi, retorici o piatti) sfociano nell’involontaria autoparodia, e il doppiaggio italiano è degno di cotanta schifezza. Si prova imbarazzo per gli attori coinvolti.
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DiscussionePanza • 16/04/20 11:14 Contratto a progetto - 5198 interventi
E' mancato Luis Sepúlveda.
DiscussioneDaniela • 16/04/20 11:51 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Panza ebbe a dire: E' mancato Luis Sepúlveda.
Se l'è portato via questo coronavirus bastardo.
Non ho mai visto un film da lui diretto, ma ho avuto modo di apprezzarlo come scrittore, soprattutto per quella Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, che ispirò anni fa un delizioso film d'animazione italiano.
R.I.P.