Isole di fuoco - Corto (1955)

Girato nel 1954, durante un eruzione dello Stromboli, è tra le vette del documentarismo cinematografico di De Seta. Diviso in 3 parti (il mattino e l'attività lavorativa; l'attesa del temporale che coincide con l'eruzione; la relativa quiete dopo la tempesta), tratteggia esemplarmente un mondo in cui l'assoggettamento dell'uomo alla natura è tanto stringente da sublimarsi quasi in spaventata contemplazione dei femomeni. La colonna sonora (costituita solo da vento, onde e una nenia popolare femminile) e il Ferraniacolor ne esaltan la resa. Incanta e spaura.

Stretto tra il mare e il vulcano: questo è l’uomo di Stromboli nel breve documentario in cui De Seta, senza parole, racconta l’intensa empatia tra i pescatori isolani e la natura. Non è un film sull’eruzione, che pure è presente in brevi visioni di lava incandescente che cola nella notte, ma sulla vita di queste popolazioni, ora in barca a pescare, ora in casa a trepidare, ora di nuovo al sole con ottimismo. Non c’è audio in presa diretta: basta il sordo fragore delle onde del mare o un canto a darci una presa diretta più vera del vero.

La vita di Stromboli resa senza bisogno di dialoghi (solo suoni naturali e un canto popolare), una realtà dinamica e positiva nonostante l'eterna minaccia del vulcano. Il Ferraniacolor esalta il contrasto tra l'azzurro del mare e il rosso della lava, due forze della natura con cui gli abitanti hanno imparato a convivere; nonostante l'eruzione (resa in tutta la sua plutoniana potenza), il giorno dopo la vita riprende a scorrere normalmente. Efficace rappresentazione della difficile convivenza tra il sistema naturale e quello umano.

L'uomo tra elementi naturali come l'acqua, la terra e il fuoco. Vive con essi e li rispetta conoscendone la potenza e l'imprevedibilità. Non cerca di lottarvi contro ma li asseconda e li teme rifugiandosi ora da una parte ora dall'altra quando questi decidono di fare la voce grossa. Bellissimo documentario di De Seta che si vive tutto d'un fiato soprattutto se ci si lascia cullare dai suoni della natura. La storia di un incontro (uomo-natura) che lì dura da una vita.

Acqua, Terra, Aria, Fuoco. La vita a Stromboli scorre, talora con serenità, talora con affanno, talora con fatica, talora col sorriso, fra i quattro elementi. De Seta filma in maniera scarna ma efficace su un tema affascinante, come la vita dei nostri connazionali che vivono laggiù, Nel finale si vede, per qualche secondo, preso dall'alto, anche Strombolicchio.

L'Uomo in balia degli Elementi: il Vento che disperde le mandrie, l'Acqua che schiuma e costringe a tirare a riva le imbarcazioni, il Fuoco del vulcano che divampa mentre gli adulti attendono e i bimbi sonnecchiano. Poi, il mattimo seguente, tutto ricomincia da capo: ci si veste a festa, si lavora in mare e nei campi, si attendono le navi riuniti a riva. Narrazione bellissima, registicamente equilibrata e non sensazionalistica, di uno dei migliori esponenti della scuola antropologica italiana degli anni '50 e '60. Da riscoprire.