Tratto da un romanzo di Elizabeth Kata, un dramma ben congegnato e ben scritto nella sua struttura a tre personaggi dai toni eminentemente teatrali, che la corretta regia di Green amplifica oltremodo. Un po' didattico come riflessione sui grandi temi (malattia, razzismo, amore), certo non nuova, ma sincera e genuina. Decolla nella recitazione ammirevole degli attori.
Cieca a seguito di un incidente provocato dalla madre, vive con questa e con il nonno alcolizzato in condizioni pietose, fino a quando l'incontro con un giovane nero porta un poco di gentilezza nella sua triste vita... Film coraggioso per l'epoca in quanto affronta il tema delle unioni miste ma penalizzato di una messa in scena piuttosto anonima e da una accentuazione eccessiva dei risvolti melodrammatici, evidente in certi snodi e nel personaggio della madre proterva interpretata da Winters, tanto cattiva da risultare quasi caricaturale. Pellicola interessante ma anche datata.
MEMORABILE: Il tentativo di raggiungere il parco da sola.
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DiscussioneDaniela • 2/08/20 06:13 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Film d'esordio per Elizabeth Hartman, all'epoca ventiduenne: la sua interpretazione di Selina, la giovane cieca oppressa dalla madre proterva, le fruttò molte lodi da parte della critica e una candidatura all'Oscar come miglior attrice protagonista. Dopo di allora, nonostante le venisse riconosciuto un grande talento, non ebbe molti altri ruoli significativi, anche se con registi di valore come Lumet (Il gruppo), Coppola (Buttati Bernardo!) e Frankenheimer (L'uomo di Kiev). L'occasione migliore gliela offerse Siegel facendole interpretare una delle collegiali ne La notte brava del soldato Jonathan nel 1971. Le scarse occasioni lavorative, unite a difficoltà coniugali, la indussero alla depressione e al suicidio nel 1987 a 44 anni di età.