Colpo di spugna - Film (1981)

Colpo di spugna

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/08/12 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 9/08/12 00:51 - 2901 commenti

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Livido, beffardo, cinico, mellifluo e spietato. Tavernier, sotto il sole dell'Africa, racconta la storia di meschinità e grettezze umane, di paciosa follia e omicidi a sangue freddo: Noiret finto beone ma in realtà spietato assassino calcolatore, che uccide a brucia pelo e mette i brividi nella scena di chiusura. Permeato da una sessualità carnale e sudaticcia, da dialoghi pungenti e situazioni che sbracano nella commedia grottesca, improvvise schegge di violenza. Forse andava accorciato un po', ma Tavernier sa regalare sprazzi di grande cinema.
MEMORABILE: Il tiro a segno coi cadaveri galleggianti nel fiume; L'omicidio a freddo dei due papponi; Il massacro a colpi di pistola perpetrato dalla Huppert.

Giùan 20/06/15 00:01 - 4539 commenti

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Tavernier costruisce il film seguendo quasi i dettami malinowskiani dell'osservazione partecipante. Ne vien fuori un progetto di stampo antropologico-etnografico nel quale l'ambientazione neo-coloniale acquista una spaventosa dimensione deterministica, calando lo spettatore nel gorgo a imbuto della follia di Cordier (simile per alcuni versi a quella dell'Almayer di Conrad). Proprio lo scrittore anglo/polacco, insieme al Gabo Maequez pare uno dei numi tutelari dell'opera, percorsa dai ritmi di una catatonica jam session, appiccicosa e disturbante.
MEMORABILE: Le umiliazioni cui è sottoposto Cordier/Noiret dai tenutari del bordello; La sciatteria della sempre formidabile Stephane Audran.

Cotola 2/09/16 16:20 - 9009 commenti

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E' un film "strano" e straniante questo di Tavernier: parte piano per poi carburare gradualmente ed in maniera inesorabile. E così ti si appiccica addosso il sudore estivo e ti entra sotto pelle e nel sangue come una febbriciattola esotica. La progressione drammaturgica è notevole e riuscita e di sicuro non si dimentica facilmente il personaggio di Noiret, a tratti enigmatico, che trova nella sua abiezione, profonde giustificazioni morali e persino un senso di alta e profonda etica. Splendida la Huppert; ottima la Audran. Discontinuo e jazzante, come parte della colonna sonora.

Nicola81 25/08/20 13:09 - 2840 commenti

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Ambientata nell'Africa coloniale francese alle soglie della II Guerra Mondiale, una commedia nera raccontata da Tavernier con ritmo lento e una certa inclinazione al grottesco, che trasuda ipocrisia, avidità, cinismo e allusioni sessuali. Il fulcro sono i personaggi di Noiret e della Huppert: lui, dapprima pigro, servile e indolente, si trasforma (forse un po' troppo repentinamente) in un astuto assassino senza tuttavia mai perdere la sua flemma, e soprattutto senza mai pagare dazio; lei, viso innocente ma spudoratezza con pochi eguali, è semplicemente splendida con o senza vestiti.

Daniela 29/11/21 19:36 - 12622 commenti

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Il protagonista, unico poliziotto di un piccolo villaggio, è un uomo mite, indolente, abituato a prendere calci sia metaforici che reali da tutti, fino a quando l'ennesima "lezione di vita" è la goccia che fa traboccare il vaso... Trasferendo la vicenda dal Texas all'Africa coloniale francese, Tavernier mantiene lo spirito caustico del romanzo di Thompson, coadiuvato da un Noiret perfetto nei panni di un antieroe subdolo e nichilista ma dotato di un proprio senso di  giustizia. Cast in parte, messa in scena abbacinata, ost sinuosa: un film intrigante che si appiccica alla pelle.

Kinodrop 23/07/22 20:27 - 2921 commenti

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In un povero villaggio africano, uno sciatto e ambiguo poliziotto francese persegue un egoistico quieto vivere ignorando le atrocità del colonialismo e passando oltre alle umiliazioni personali, finché con un improvviso colpo di reni si fa giustiziere e assassino a sangue freddo. Un'opera lenta e discontinua con punte di grottesco, incerta tra commedia e dramma, incentrata tutta sulla doppiezza morale del protagonista relegando ai margini questioni politiche e sociali. Cast senz'altro di primo piano, con Huppert scattosa e passionale e Noiret bonario di facciata, crudele nei fatti.
MEMORABILE: Il tiro a segno coi cadaveri nel fiume; I due papponi freddati senza batter ciglio; La complicità con Rose; Il "fantasma" di Le Peron; Venerdì.

Paulaster 16/11/22 09:42 - 4389 commenti

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Poliziotto francese indolente viene preso in giro dai suoi connazionali nell'Africa coloniale. La prima parte sembra una commedia farsesca per descrivere i costumi dei bianchi possidenti nei confronti della popolazione inerme. Noiret incarna poi il giustiziere vendicatore ma con un suo senso morale, e il registro prima più leggero diviene complesso. La Huppert ha un buon piglio, anche se eccede in qualche atteggiamento teatrale. Tavernier alterna con naturalezza un ammiccante erotismo a esecuzioni spietate e senza sentimento.
MEMORABILE: La canzoncina dei due papponi; La confessione della Huppert; Il morto fuori dalla porta; I morti lungo il fiume.

Kami 12/02/24 09:36 - 105 commenti

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Deludente trasposizione cinematografica di un celebre romanzo di Jim Thompson. Il cambio di ambientazione ci poteva stare, i neri e i poveracci bianchi denigrati dalla gente cosiddetta perbene ci sono in Texas come nel Senegal, tuttavia, fatta salva l'ottima interpretazione di un Philippe Noiret perfetto per il ruolo, per il resto assistiamo, complice anche il resto del cast non all'altezza, a un film stiracchiato e maldestro, che copia (senza rielaborare) il meglio del romanzo senza però seguire una direzione precisa e aggiunge scene evitabilissime. Finale posticcio incomprensibile.

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  • Discussione Buiomega71 • 9/08/12 10:23
    Consigliere - 25934 interventi
    L'ESTATE FRANCESE IN NERO

    Ho sempre amato il cinema di Tavernier, forse il mio autore preferito della "vecchia" scuola francese. Tra i suoi cult : Il giudice e l'assassino (bellissimo, e da una vita che non passa più in tv), La morte in diretta (spietato), Legge 627 (polar tra i più realistici mai girati) e Quarto comandamento (tetragono e possente), infine quel capolavoro di ferocia che è L'esca, con Colpo di spugna non delude le aspettative, realizzando un beffardo e feroce pampleth sulla "giustizia privata" e la doppia faccia del male.

    Senegal, 1938, il poliziotto di Noiret e uno sfigato che si fà continuamente prendere in giro dai borghesotti che lo umiliano e lo deridono, in più vive con una moglie piuttosto zoccola e avida. Ma sotto masega un certo tipo di rivalsa, e man mano diviene uno spietato e calcolatore assassino a sangue freddo, che non ci pensa due volte a togliere di mezzo a pistolettate e schioppettate gli individui indesiderati, oppure a pianificare delitti di cui addosserà la colpa a terzi.

    Cinico, grottesco, feroce e spietato, Tavernier mostra i bianchi come ottusi razzisti, idioti , avidi e gretti, immersi in un Africa allucinata e pregnante di umori, fatta di merda, sangue e sudore.

    Immerso in situazioni grottesche che rasentano la commedia più ludica (il bagno nella merda del signorotto locale), con schegge improvvise di devastante violenza (le esecuzioni a freddo dei due macrò, la fucilata improvvisa al marito manesco e ubriacone, il tiro a segno ai cadaveri dei neri che galleggiano sul fiume, il finale con la Huppert che spara e fà un massacro nella sua stanza da letto), un erotismo sudaticcio e carnale (la Huppert quasi sempre nuda e vogliosa, la Audran milfona, con bigodini, calze nere e ciabattine col tacco)

    Momenti assoluti di gran cinema: L'eclisse iniziale, il cinema all'aperto che viene devastato da una violenta folata di vento(altro che Nuovo Cinema Paradiso!), la steadycam che segue di spalle la Huppert dalla strada, alle scale, fino alla cucina dove fà colazione Noiret, e l'agghiacciante finale dove Noiret punta la pistola sui bimbi neri che giocano nel deserto.

    Tavernier sà fare gran cinema, mischia erotismo ruspante, commedia nera, esecuzioni lampo e feroci, dialoghi (moltissimi) taglienti e cinici oltre ogni dire, la semplicità del male nascosta nel volto e nelle movenze paciose di un Noiret in stato di grazia.

    Splendida la fotografia di Pierre-William Glenn, e lo score di Philippe Sarde sottolinea beffarda la straniante e grottesca serie di eventi.

    Forse qualcosa andava sfrangiato (il film dura 123 minuti)e quà e là si gira a vuoto (troppo lunga la scena del biliardo e alcune macchiette da commediaccia- tipo i calci nel sedere a Noiret-potevano essere evitate), ma rimane un film che non assomiglia a nessun altro. Vitale, carnale dove la morte sorride a denti stretti.
    Ultima modifica: 9/08/12 14:37 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 9/08/12 10:31
    Consigliere - 25934 interventi
    * Candidato all'Oscar come miglior film straniero.

    * Il film arrivò al cinema in Italia solamente nel 1985.

    * Due premi Cèsar: Miglior attore (Philippe Noiret) e miglior film dell'anno

    * Tavernier sposta l'asse d'ambientazione del libro di Jim Thompson, dagli Stati Uniti del sud al Senegal del 1938.
  • Discussione Didda23 • 9/08/12 15:10
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Per ora sembra il titolo più interessante della rassegna.