Note: E non "L'esorcista 3". Il film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Legion" (1983) dello stesso Blatty (titolo con cui, secondo l'autore, il film sarebbe dovuto uscire). "Legion", séguito del precedente romanzo "L'esorcista" (sempre di Blatty), è stato pubblicato in Italia con il titolo "Gemini Killer".
Curiosa commistione tra thriller e horror, questo secondo seguito del celeberrimo capolavoro di William Friedkin ha dalla sua l’essere concepito, sceneggiato e perfino diretto dall'autore del copione e del romanzo che diedero vita al primo capitolo. Tant'è che William Peter Blatty ha deciso di riesumare la figura del tenente Kinderman (all’epoca interpretato da Lee J. Cobb e qui ottimamente rimpiazzato dal solito, intenso George C. Scott) per farla passare da secondaria a principale. Quindici anni dopo gli infausti eventi che culminarono con la caduta dalle scale di Padre Karras (Jason...Leggi tutto Miller, che ritorna nel suo ruolo per una parte “delirante”), pare essere tornato sulla scena Gemini Killer (Brad Dourif), un serial killer che venne giustiziato proprio la notte dell'esorcismo a Regan. Della cosa si interessa Kinderman, che verrà in contatto con una realtà incredibile: chi è veramente il pazzo internato in una cella del manicomio che dice di essere Gemini Killer ma assomiglia terribilmente a Padre Karras? Blatty, che ha sviluppato il film dal suo romanzo “Legion”, tenta lodevolmente di creare un'opera originale, che riprenda il tema esorcistico aggiornandolo alla moda dello slasher imperante negli Ottanta. La serietà del suo protagonista, la cura nei dialoghi, un soggetto bizzarro ma interessante si scontrano però, purtroppo, con una regia mediocre, che stempera la drammaticità della sceneggiatura scadendo spesso nel ridicolo involontario (specie nel finale). La trama, molto complessa, non è sempre spiegata con sufficiente chiarezza, dimentica di approfondire alcune considerazioni, passa sopra con sufficienza a questioni che richiederebbero un approccio più serio. Peccato, perché le idee c'erano e Blatty ha dei numeri.
L'autore del romanzo (e successiva sceneggiatura) di un capolavoro (L'esorcista), desolato dal pessimo lavoro portato sullo schermo da Boorman, pone mano al seguito di una serie storica per il genere. Ma lo fa fuori tempo massimo, a ben 13 anni di distanza, quando il genere demoniaco è poco à la mode. Pur essendo legato al progenitore (i dèmoni - meglio Legion - dopo il suicidio di Padre Karras si addentrano nel corpo di un serial killer), soffre di una vicenda ibrida (thriller/horror) mal sviluppata visivamente. Bravo, comunque, Brad Dourif.
Blatty nel '73 aveva sceneggiato il suo romanzo (L'Esorcista) per il grande schermo; ora ne adatta e dirige il seguito ideale (Legion). A rigore, realizza il capitolo successivo e naturale al film di Friedkin, al quale cerca di rimanere stilisticamente prossimo. La storia, molto dialogata ma ottimamente interpretata, non è esattamente quella che ci si aspetta (l'incursione propriamente esorcistica è un segmento inopportuno e imposto) ma assecondandone l'estro non mancano le sorprese. La regia è misurata, l'umorismo adulto e almeno un paio di sequenze sono al cardiopalma. Da riscoprire.
MEMORABILE: Il confessionale e il turno di notte all'ospedale psichiatrico.
Dopo la pessima seconda parte, uno (il?) dei migliori horror di tutti i tempi, ritrova dignità nella sua continuazione. Siamo di fronte ad buon prodotto, seppur inferiore al suo capostipite. La storia si propone in un'atmosfera cupa e rassegnata, sviluppata attraverso la figura interpretata da George Scott, stanco seppur scaltro poliziotto investigatore. Apprezzabile il tentativo di creare una sintesi di generi, seppur con i limiti dovuti ad una certa ambiguita di evoluzione della storia. Ma il piede in due scarpe, seppur scomodo, può dare facili soddisfazioni.
MEMORABILE: Notevole la scena della signora che cammina... sul soffitto della clinica!
Al di là di futili considerazioni come sequel di uno dei film più sopravvalutati di tutti i tempi, L'esorcista 3, preso singolarmente, si rivela un thriller/horror d'atmosfera con un ottimo cast. È questo che aiuta ad andare avanti nella vicenda, più i brillanti dialoghi, specialmente nella prima parte. Scade un po' nel finale con effettacci di ogni tipo, quando si erano intelligentemente evitati in precdenza e si conclude in maniera frettolosa, senza molte spiegazioni. Peccato perché prometteva bene. Intensissimo Dourif.
MEMORABILE: Lo scambio tra Padre Karras e Gemini Killer è davvero ben fatto, grande "sfida" di attori tra Miller e Dourif.
Girato dall'autore dell'opera cartacea, è una sorta di "vero" seguito del capostipite. Soggetto e sceneggiatura si barcamenano tra luci e ombre: non mancano, infatti, momenti riusciti nonché una buona tensione ed interesse per la vicenda nonostante qualche pausa dovuta ad una eccessiva verbosità ed a qualche passaggio poco chiaro nel plot. La regia però è l'elemento maggiormente carente fatta
com'è di poco nerbo e personalità. Cast di lusso (soprattutto visto il genere) che
se la cava dignitosamente.
MEMORABILE: La "passeggiata" sul soffitto; la corsa per arrivare prima dell'infermiera.
Riprendendo in mano le redini (dalla penna alla mdp) del suo "progetto esorcistico", Blatty tenta un'operazione paradossalmente altrettanto "eretica" di Boorman, rispetto all'originale Friedkiano. Cercando di recuperare canoni e stilemi dell'archetipo infatti, compie un mortale peccato di presunzione e di oblio: non è Friedkin! Così dove c'era potenza ecco la lentezza, la verbosità fagocita la tensione, l'anima si mangia la paura. A scendere: C. Scott non ha il dinamismo di J. Cobb. Restano l'atmosfera rarefatta (pur se talvolta pacchiana) e Lucifero Dourif.
MEMORABILE: La vecchia che cammina sul muro; i monologhi di Dourif; cristo con la maglietta dei Police boys; il forbicione.
Dopo il patetico secondo capitolo, che aggiungeva molti elementi psicologici, arriva finalmente un buon sequel per L'esorcista. All'inizio sembra quasi un normale thriller, ma andando avanti il film cambia direzione, si menziona brevemente la piccola e dolce Regan e si passa all'esorcismo. In alcuni momenti la paura sale alle stelle e George C. Scott è fantastico nel ruolo del commissario. Peccato che questo sequel sia visto dalla critica come un filmaccio, perché secondo me è questo il secondo sequel ufficiale de L'esorcista.
Buono perchè non fa trasparire un collegamento coi primi due, anzi, va a lungo liscio e sparato sulle rotaie di un ottimo thriller. Fa quasi tenerezza la somiglianza di Scott con Cobb, ma quando si arriva al dunque la media non cala. Più che il finale, a colpire è la sequenza allucinante di sorprese quasi incredibili sui vari ruoli di personaggi insospettabili, ed è solo allora che il tutto si configura e si incastra con le ultime scene del primo.
MEMORABILE: La visita a domicilio alla famiglia del tenente.
Autentico thriller dalle forti venature horror, gode di una costruzione decisamente superiore al secondo capitolo ufficiale. Fu il primo film sull'esorcista che vidi da ragazzino quindi ci sono particolarmente affezionato. Ottimo Scott (doppiato molto bene) che rimpiazza Cobb perdendo in eleganza e guadagnandoci in grinta e rabbia. Molto bravo anche Dourif, che negli ultimi anni ha sempre dato prova di grande affidabilità. Decisamente un film sottovalutato: ***!, considerando il valore del capostipite.
MEMORABILE: I duetti Dyer/Kinderman; La Signora sul soffitto; La sala d'aspetto per il paradiso.
Sequel direttamente collegato al primo Esorcista (basti vedere i vari indizi disseminati qua e là durante il film) si avvale di un grande cast, che fa dimenticare anche alcuni passaggi un po' troppo didascalici. Da ricordare il sogno di Scott (inutile paragonarlo a Cobb, che nel primo film ha un ruolo secondario), i dialoghi tra lo stesso Scott e il demone Dourif (doppiato da Tonino Accolla) e la dose di umorismo nero che non guasta. Assai meglio del romanzo "Gemini Killer" scritto dallo stesso Blatty.
Blatty in regia si assicura che i concetti espressi nei suoi libri, in particolare "Legion", vengano finalmente messi su schermo in maniera adeguata; e ci riesce, nonostante la produzione abbia imposto un finale esorcistico non previsto, comunque abbastanza riuscito. Un interessante mix tra thriller poliziesco e horror, dove è la notevole qualità dei dialoghi a fare la differenza, anche grazie a un cast davvero in forma. Il film appassiona, ha qualche slancio splatter e un'ottima confezione, risultando una gradita sorpresa per fans e non.
MEMORABILE: La camminata sul soffitto; I monologhi di Dourif.
Rispetto al primo capitolo è semplicemente pietoso. Rispetto al secondo si mantiene sulla mediocrità del precedente, diretto da Boorman. Si tratta di un filmetto dell'orrore tipicamente anni 90 che pur mantenendosi a un livello "alto" rispetto ai vari trashoni che infestavano il genere non riesce a raggiungere (ma neppure lo sfiora) la bellezza del primo capitolo. Qualche buona trovata, cast non male, ma film spento. Non bruttissimo ma neppure bello.
Eccelle in momenti visivi straordinari (gli elicotteri nel cielo omaggio a Apocalypse now) ed è pregno degli umori del suo autore (gli anziani, il paradiso, gli angeli), con alcune reminiscenze della Nona configurazione. Blattyano fino al midollo, astratto, marca la "detective story" per poi sfociare in un delirio visivo da far fremere Ken Russell. Padre Karras posseduto, l'infermiera assassina, l'atmosfera plumbea e angosciosa ne fanno un capitolo a parte, che conferma "l'autorialità" della saga esorcistica. Affascinante, visionario, per questo a un passo dal capolavoro.
MEMORABILE: Karras crocifisso circondato dai dannati; Lo "spiderwalk" sul soffitto; Dourif invasato serial killer; La terrifica figura in bianco; La cesoia.
A 13 anni del II capitolo arriva il terzo, diretto addirittura dall'autore del libro, William Peter Blatty. Il nesso col leggendario primo episodio è piuttosto tirato (lo spirito del serial killer Gemini Killer viene "inserito" nel corpo del povero Padre Karras morente) ma questo conta poco. A contare è lo straordinario spirito visionario di Blatty, che confeziona alcune scene veramente immaginifiche, oltre a creare un atmosfera tenebrosa e oscura da brividi. Imponente Scott, terrificante Dourif, con uno sguardo di malvagità che non si dimentica.
MEMORABILE: Il sogno di Kindermann nel Paradiso; L'omicidio dell'infermiera da una creatura bendata; Karras crocifisso.
Non era facile riannodare i fili dell'horror più famigerato di ogni tempo. Blatty vi riesce, senza indulgere in troppi manierismi: questa è già una bella vittoria. Il resto scorre via piacevolmente, con uno Scott un po' imbolsito, fra momenti inquietanti (a cui contribuisce un bravo Dourif) e qualche effettaccio. È indubbio, tuttavia, che alcune soluzioni verranno copiate spudoratamente dalla copiosa messe di serial killer movies nei decenni a venire.
Il difficile compito di proseguire la serie dopo un deludente secondo capitolo tocca nientemeno che a William Blatty, il quale però dimentica sin da subito di infondere il giusto ritmo al film. Ritorna Kinderman a cui viene assegnato maggiore spazio, ma si fossilizza il personaggio intorno a un’indagine troppo ridondante. Ne viene fuori un’opera altalenante che normalizza quanto di speciale era riuscita a cucirsi addosso in passato, concedendosi oltretutto qualche licenza di troppo e annoiando nei prolissi confronti con il paziente X.
Neanche questo terzo capitolo non riesce a tenere il passo con il capolavoro di Friedkin. Non solo, a tratti pare essere peggio del secondo in quanto a lentezza ed eccessiva verbosità. Si salvano alcune scene (l'incipit, i vasetti di sangue e la camminata sul soffitto) e poco altro. Gli estenuanti dialoghi all'interno del manicomio trascinano il film verso un baratro senza fine fatto di noia e ripetitività. Delusione.
Dopo la curiosa ma trascurabile parentesi boormaniana, ritorna lo sceneggiatore originale Blatty in sede di regia. Pur recuperando ambientazioni e personaggi del primo film, l'autore evita saggiamente di riciclare le idee e prende la strada del thriller sovrannaturale. Si tratta di un ottimo film di genere, che mette in secondo piano i contrasti interiori dei protagonisti per concentrarsi sul plot e sulle sequenze da brivido. Bravissimo Dourif nei panni del Gemini Killer. Imperfetto (la sequenza trash del paradiso è fuori luogo) ma meritevole.
MEMORABILE: L'inquietante inizio con la statua di Gesù che si anima; Il ridicolo sogno paradisiaco; La scena del confessionale, da paura; La scena del corridoio.
Secondo sequel del capolavoro di Friedkin, costruito interamente sul carisma di uno Scott in ottima forma. La trama appare interessante e ricca di suspense, buoni gli effetti speciali. Ovviamente chi si attende continuità di contenuti nella storia rimarrà deluso, essendo un film dal taglio più poliziesco, pur tornando alla tematica religiosa man mano che ci si avvicina al buon finale. Indubbiamente meno pauroso del capostipite ma comunque apprezzabile, soprattutto grazie al protagonista.
Un sequel insolito che ha dalla sua il merito di creare una sceneggiatura molto originale che non si limita a ripetere pedissequamente quanto visto in precedenza. Peccato per una eccessiva verbosità e la regia di Blatty a tratti confusa che minano a volte la visione, perché il cast è di lusso (Scott maiuscolo come sempre) e la commistione tra thriller e horror intriga molto. Il finale imposto all'epoca dalla produzione permette al film di culminare con il botto dopo alcune scene prolisse in manicomio. Non male.
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Mco ebbe a dire: Come Buio, anch'io nella collection ho la versione ex nolo, frutto di una monumentale e certosina opera di ricerca tra i vari titoli "da cestinare" di una videoteca in via di liquidazione... Qui mi pare che la cifra dell'esborso si sia avvicinata a 5 eurini... Dovrei averlo pure io, recuperato nella stessa maniera insieme a qualche altro centinaio di titoli da un lotto di un'ex-videoteca.. Purtroppo per motivi a me ignoti le copertine erano state mandate al macero e quindi ho solamente le VHS in delle custodie di plastica, dovrei trovare il modo di fotocopiare a colori tutte le copertine originali, hahah..
Dopo il diniego di Friedkin a dirigere il film, fu contattato John Carpenter, ma le trattative, per quanto a buon punto, non andarono in porto e Blatty divenne il responsabile assoluto del progetto.
Dichiarò Carpenter durante il suo coinvolgimento nel progetto: "E' una grande sceneggiatura, Blatty è un autore eccellente, che ha il dono di farti entrare dentro la storia. E' un progetto che mi interessa molto"
Fonte: NUOVA GUIDA AL FANTACINEMA di Danilo Arona, pg 27
Riesumo questo topic dicendo che il "cofanetto" (in realtà, una normale amaray contenente i 4 dischi in due pagine di plastica..) della collana 4 GRANDI FILMuscito anche in Italia include il film con il nostro idioma.
Inizialmente, come testimoniato anche da altre parti, uscì con lo Spagnolo al posto dell'Italiano! Oltre a qualcos'altro che non andava su una delle versioni del primo capitolo della saga.. Quindi, tale "cofanetto", venne ritirato dal mercato e re-distribuito con i dischi corretti.
Volendo, alle Note, si potrebbe aggiungere che tale film è l'adattamento cinematografico del romanzo "Legion" del 1983 dello stesso Blatty..titolo con cui, secondo l'autore, sarebbe dovuto uscire!
P.S.: Nel trailer, presente nel DVD della Warner, in effetti appare come sottotitolo: Video.
Nella prima versione il film sarebbe dovuto iniziare con il finale del primo, cioè con la caduta dalle scale interpretata però da Brad Dourif al posto dell'"originale" Jason Miller. Quest'ultimo inizialmente non doveva comparire; il suo personaggio, infatti, non era presente e quelle scene furono fatte girare successivamente all'attore (come sdoppiamento di personalità) dalla FOX e inserite durante l'esorcismo imposto dalla produzione.
Non sapevo proprio che nel 2016 ne fosse uscita una versione (la director's cut) intitolata The Exorcist III: Legion, che dura 105' invece che 110. Mi domando se sia molto diversa dalla versione uscita nelle sale nel 1990.