Brainwaves - Onde cerebrali - Film (1983)

Lommel e la sua factory, dopo i boogeyman vendicativi, le streghe di Devonsville e la Love dark lady, propina un fanta movie contaminato di thriller e horror a spizzichi e bocconi. Ne esce il suo film più fiacco di quel periodo, noioso, lentissimo, con scivolate nel comico involontario (il dottore di Tony Curtis e i suoi deliri medici sperimentalistici), immerso in uno squallore e una povertà di mezzi davvero imbarazzante. L'inizio prometteva bene (in puro Lommel style), poi si svacca nella fantascemenza che manco gli z-movie degli anni 50. Loffio.

Thriller/giallo molto "lommeliano", a partire dall'atmosfera creata in interni (con spogli appartamenti d'inizio anni '80) ed esterni (una San Francisco spesso notturna e piovosa); la presenza della Love, attrice feticcio del regista, aumenta la sensazione di familiarità con altre sue opere. Buona la trama, con qualche spunto da La zona morta; professionali e convincenti le prove del cast; riuscita la costruzione della tensione nella seconda parte, con una chiusa tanto classica quanto soddisfacente. Plauso anche alla funzionale e tesa OST.

Lento e tedioso thriller fantascientifico; prevedibile in ogni suo snodo, pieno di fronzoli e con varie inverosimiglianze in sceneggiatura sin dalle prime sequenze sino all'improbabile scena finale. Se l'idea di base (nemmeno così originale) poteva anche essere interessante (trasferimento elettronico di informazioni da cervello a cervello), tutto precipita poi nel pressappochismo. La presenza di un ambiguo Tony Curtis nella parte di un geniale scienziato non basta a salvare la baracca.

Non del tutto riuscito (dura troppo poco) ma ben girato e gravido di tensione. Il film è un déjà vu. La protagonista, uscita dal coma a seguito di un incidente, rivive e vede cose terribili relative al passato della donna grazie alla quale è stata rianimata con il trasferimento elettronico delle onde celebrali. Purtroppo i colpi di scena sono limitati ai flasback e si avverte a fine visione l'assenza di un quid dal corpo del film. Comunque non si annovera tra i B-movies: l'aspetto tecnico è curato e poi c'è Vera Miles...

Di gran lunga il più fiacco dei film ottantiani di Lommel, ben lontano dai deliri visivi di Mirror o di Devonsville terror. La regia è assai svogliata a parte qualche spunto lommeliano di gusto pittorico, la trama tra l'assurdo scientifico e il banale. Il cast comprende un bolso Keir Dullea lontano dai fasti di 2001 Odissea nello spazio e due "mummie" messe lì per caso: Vera Miles e uno spentissimo Tony Curtis (che sembra dire "cosa tocca fa' pe' campà"). Solo la sempre bellissima Suzanne Love sembra crederci (un po'). Dura 70 minuti...

Scivolone di Lommel dopo il buon Mirror e il discreto Devonsville terror. La storia parte bene e i flashback sono interessanti, ma i limiti del budget questa volta danneggiano troppo la riuscita. Anche il cast sembra non poter fare molto per salvare la baracca e mette tristezza vedere un grande come Curtis in un film simile. Si può vedere ma si può anche perdere.

Non meriterebbe l'infimo giudizio se la confezione non fosse così desolatamente povera e raffazzonata. La storia è quel che è (la vittima rivive un'esperienza di morte del passato); nulla ravviva, peraltro, il suo svolgimento, dalla regia alle prestazioni attoriali agli ammicchi fantascientifici. La meschinità della messa in scena risulta, perciò, decisiva. L'unico guizzo è nel finale, ma si tratta di prevedibile colpetto di scena.

Fanta-thrillerino veloce, forse anche troppo data la breve durata e la tendenza a tagliare parti della storia quando essa inizia a farsi interessante. Se l'incipit prometteva un thriller violento, Lommel tende purtroppo fin da subito a smussare il tutto nel medical drama e nel giallo televisivo con tocchi hitchcockiani. Peccato per il poco spazio offerto a Tony Curtis nelle vesti di un personaggio che avrebbe meritato maggior approfondimento. Vera Miles fa poco più che il soprammobile, bravo Dullea. In mano a un De Palma chissà cosa sarebbe venuto fuori...

Lento, noioso, senza un briciolo di tensione. La trama è anche interessante, peccato che il prodotto finale riesca veramente male. La prova del cast è mediocre; da salvare solo il valido Keir Dullea. Dura meno dei canonici novanta minuti, ma si fatica davvero ad arrivare alla conclusione. Nel finale guadagna qualche punto, ma il risultato rimane scadente.