True stories - Film (1986)

Il racconto del viaggio dell'autore nella città (immaginaria) di Virgil in Texas in occasione dei festeggiamenti per i 150anni dalla sua fondazione. Alla prima prova da regista, l'allora leader dei Talking heads dirige un a dir poco strambo resoconto antropoetnografico sull'anima USA, popolata da esseri bizzarri e freak fieri di sè. Il contrappunto tra lo stile impassibile del musico scozzese e l'eccentricità della fauna su cui la mdp "scivola" (più che soffermarsi) diverte, ma ha il fiato un po' corto. Le canzoni dell'omonimo LP sono cantate dagli attori.

Byrne alla scoperta di una cittadina chiamata Virgil. Viaggio antropologico nell’umanità texana tra siparietti, personaggi strambi e canzoni. Il gusto del grottesco serve a divertire, come a rendere più sopportabile la vita in spazi sterminati dove il centro commerciale è l’unico punto di ritrovo. Critica al consumismo folcloristica con il personaggio di Goodman ben disegnato. Nove canzoni dei Talking Heads, ma solo “Wild life” ha spezzoni del film nel videoclip.

Byrne, con cappello da texano e decappottabile rossa, ci guida in un'immaginaria Virgil in cui si festaggia un importante anniversario; è l'occasione per un collage di canzoni dei Talking Heads affidate ai protagonisti del film e legate insieme da scenette di vita e siparietti tra l'antropologico e il grottesco. L'intento ironico però si smoscia ben presto e le bizzarrie e le stravaganze non portano a una reale compartecipazione, se non in alcuni casi più scenografici come la parata del finale. Simpatica la presenza di un bonario Goodman alla ricerca dell'amore. Bella la fotografia.