Le nevi del Kilimangiaro - Film (2011)

Dopo essere stato licenziato, un operaio francese viene rapinato dei soldi raccolti come regalo dagli ex colleghi di lavoro. Un bel film Robert Guédiguian impostato inizialmente come un dramma morale che assume però toni tutt'altro che pedanti per affrontare problemi come la disoccupazione e la disgregazione familiare in modo inaspettatamente lieve e con toni a volte elegiaci che ricordano alcune opere di Kaurimaki. Rilevante da questo punto di vista la lezione morale che i personaggi più anziani danno ai giovani. Bravi gli attori.

Contrapposizione di visione operaia negli occhi della povera gente: la consapevolezza matura e la sfrontatezza giovanile. Tutti ci perdono e se la redenzione è possibile, il quadro è di un mesto romanticismo. Non certo un film politico, ma farcito di gesti e significati che riguardano la lotta di classe, anche se l’argomento viene evitato. Solo l’ultima parte scade d’interesse, dove l’approccio etico entra di prepotenza lasciando dubbi sull’autenticità.

Un film molto "operaio": un onesto sindacalista ultracinquantenne perde il lavoro perchè si rifiuta di approfittare della sua posizione e dei privilegi che ne sarebbero potuti derivare. Da qui comincia la storia, bella e coinvolgente ma non disperata, della sua famiglia, storia in cui si intrecciano drammi sociali e profonde riflessioni sull'onestà morale e sul perdono. Ne emerge in ogni caso una differenza di spessore tra le vecchie generazioni e le nuove.

L'ennesima narrazione francese buonista, ruffiana e a lieto fine. Un operaio con famiglia viene rapinato in casa da un suo collega ma piuttosto che denunciarlo, nonostante venga comunque arrestato, si dedica ai suoi fratellini.... Poco pathos ma soprattutto emerge una certa forzatura narrativa inverosimile in cui si cerca di far emergere l'importanza del perdono. Prodotto di facciata che non offre nulla di particolare...

Il finale del breve poema di Hugo ha ispirato questo film. Il poema ha però degli antefatti totalmente diversi, che si basano sulla solidarietà umana tout court, senza implicazioni sociali provenienti dal mondo del lavoro attuale e sulla sua crisi che sono invece, assieme allo scontro generazionale tra operai, l'anima del film. La solidarietà rimane ed è, oltre che commovente, non criticabile; quello che convince meno è lo spostare i termini della vicenda in un conflitto tra poveri, dove la vittima onesta si fa carico di tutti i problemi sociali.

Commedia francese dai toni agrodolci che sa affrontare temi importanti e delicati con garbo e sobrietà, senza inutile retorica e scene madri scorrette e strappalacrime. Un po' di buonismo c'è e bisogna fare un finta di niente dinanzi ad un finale davvero poco verosimile (vabbè, siamo pur sempre al cinema) che ci può stare vista la logica del film. Ma non è certo tutto rosa e fiori: la scelta dei protagonisti non viene accettata da tutti, ma anzi anche criticata. E per fortuna ci vengono risparmiati repentini pentimenti e folgorazioni sulla via di Damasco. Buono il cast; buono il film.