Isadora - Film (1968)

Edulcorata biografia di Isadora Duncan, interpretata da una giovane ma già immensa Vanessa Redgrave qui in grado di clonare alla perfezione i passi di danza che han reso famosa la Duncan in tutto il mondo. Nonostante il film sia stato manipolato e tagliato in più occasioni, dopo la sua travagliata epifania, resta permeato di arte, quell'arte che era la vita della Duncan. Un po' melò, un po' commedia, a tratti drammatico, interpretato da una Redgrave in stato di grazia. Epilogo terribile.

Dettando la propria autobiografia, Isadora rievoca la sua vita movimentata, ricca di passioni travolgenti, trionfi sulle scene ma anche delusioni e lutti. Non stupisce che uno dei massimi esponenti del free cinema veda nella Duncan una contestatrice antesignana del libero amore, però il risultato è inferiore alla attese: forse a causa delle traversie produttive, il film appare ingessato nella ricostruzione d'epoca, mentre Redgrave, pur apparendo goffa nei movimenti di danza, offre una buona prova ma non tanto da dissipare la sensazione di un lavoro corretto ma impersonale e poco sentito.

E' un comico tipo Pantera Rosa? Dov'è Peter Sellers? Non fa davvero ridere, solo ghignare sotto i denti quando si vede la bella panterona rosa Redgrave che salta qua e là fingendo di essere una grande ballerina. Se invece è veramente una biografia probabilmente la povera Isadora-vera-Duncan si sarà rivoltata nella tomba, per le orride performance della panterona. Consigliabile solo se vi piace vedere uno che scivola sulla buccia di banana e sbatte il naso a terra...

La danzatrice Duncan rivive i tratti della propria vita come in un racconto. Diviso come in segmenti: la carriera e la vita privata vanno di pari passo con le storie amorose. Si denota un certo sforzo produttivo tra teatri e differenti location con l'enorme pecca dei numeri di danza. La Redgrave fa quel che può e cerca con movimenti di braccia di colmare evidenti lacune artistiche. La regia non riesce a nascondere tali limiti e in qualche frangente una controfigura avrebbe giovato. Conclusione repentina come la fine dell'artista.