Una giornata trascorsa a tentare di rompere il ghiaccio tra il padre avvocato (Mastroianni) e il figlio al servizio di leva (Troisi) in una Civitavecchia cupa e bagnata. Non un confronto generazionale ma caratteriale: il padre romano uomo di successo e forte delle sue convinzioni, il figlio napoletano introverso e sperduto, che cerca di staccarsi dall'ombra paterna e di costruirsi una vita (ma quale?) diversa. Scola lascia il campo libero ai due grandi attori, ma - soprattutto inizialmente - il film non ingrana: Mastroianni sembra troppo impostato, teatrale, e la sceneggiatura confeziona scene scialbe, insignificanti, che spesso solo grazie alla bravura di Troisi riescono a risultare gradevoli....Leggi tutto Ma l'incontro-scontro nel suo complesso funziona poco, e le lunghe pause interlocutorie riempite dalle felici partiture jazzate di Armando Trovajoli sono il sintomo di un film mal assemblato, deludente. Così Scola cerca di risollevarlo introducendo il primo (e unico) personaggio esterno: Loredana, la ragazza di Michele (interpretata dalla deliziosa Anne "Nikita" Parillaud). Il gioco si fa più divertente, la storia acquista maggior sprint e qualche trovata finalmente coglie nel segno. Da lì in avanti Mastroianni riprende smalto, si conferma attore di rango e dà vita a uno splendido duetto notturno con Troisi, nel quale si affronteranno le tante questioni irrisolte in un franco faccia a faccia. Ma si avanza a fatica, ci si scontra con dialoghi non esattamente impeccabili (e in un film simile è difetto non da poco), anche se comunque il tema è interessante e viene affrontato non superficialmente. Non si capisce bene cosa ci faccia Lou Castel pescatore muto in una parte che dura meno d'una comparsata...
Seconda collaborazione dopo Splendor tra il regista Scola e il duo di interpreti Troisi/Mastroianni. Nonostante le buone intenzioni e il materiale umano a disposizione, il film non può dirsi particolarmente riuscito: la storia dell'incontro a Civitavecchia tra padre e figlio poteva diventare un ritratto delle differenze generazionali e dell'incomunicabilità ma è purtroppo affidata ad una sceneggiatura approssimativa in cui il personaggio del figlio non è ben definito. Non mancano comunque momenti godibili.
Noiosetto, benché talora sia piacevole. Mastroianni e Troisi sono bravissimi e regalano notevoli momenti, specialmente il secondo, ma il film soffre di una certa staticità che, curiosamente, accompagna la parte che ha i momenti più graditi. Quando il film cerca di darsi una mossa (l’incontro con Loredana, al bar del porto), scivola invece o nell’eccesso o nel manierismo. Ossimorici i due big: Mastroianni è composto ma parla con la spada, Troisi gesticola ma parla col fioretto. La Parillaud, più che recitare, spalanca gli occhi. Discreto.
Un sessantenne trascorre una giornata in compagnia del figlio che presta il servizio militare a Civitavecchia. Una sceneggiatura esile e nello stesso tempo ricca di spunti che, attraverso i dialoghi tra i due, rivela il complicato rapporto tra loro, i quali non hanno nulla in comune se non il grado di parentela. Scola ha la fortuna d’avere a disposizione due grandi attori che danno valore aggiunto alla pellicola. Ottimo gioco dei ruoli ed eccellente uso delle location. Un film che va riscoperto, ma che forse piacerà più ai sentimentali.
Mastroianni e Troisi, rispettivamente padre e figlio, dopo un lungo periodo di lontanza decidono di trascorrere un’esclusiva giornata assieme. Ben presto appare evidente che le stridenti differenze tra i due sono incolmabili ma è altresì forte l’ordito affettivo e la storia familiare. Tra lacrime e divertimenti, nostalgie e rimpianti, ne risulterà un appuntamento colmo di emozioni, confronti e bilanci al termine del quale i due opteranno per uno stato di tregua. Mastroianni gigante, Trovajoli no.
Un padre che per tanto tempo ha trascurato il proprio figlio lo ritrova completamente diverso da come se lo immaginava. Film che mette in primo piano i sentimenti repressi di entrambi, ma c'è anche il dolore di un genitore nella sua consapevolezza di aver sciupato una vita lontano dall'affetto della propria famiglia. Film tristissimo che racconta in maniera sincera il "sempre attuale" problema dell'incomunicabilità fra padre e figlio.
Altro film girato da Scola che si avvale del duo Mastroianni/Troisi e altro film che non convince. L'incontro/scontro tra padre e figlio, che gioca sull'incomunicabilità tra persone vicine (ma così lontane), non funziona a causa di una sceneggiatura scarna fatta di dialoghi approssimativi e spesso non interessanti. Tutto viene caricato sulle spalle dei due protagonisti, che se la cavano solo uscendo alla distanza grazie al loro carisma e alla loro bravura. Troppo poco però per risultare sufficiente.
Questo breve incontro familiare tra padre e figlio non funziona pienamente, forse per colpa di una sceneggiatura (in cui troviamo lo zampino della figlia del regista) che gira un po' a vuoto, sonnecchiando tra inquadrature che vorrebbero essere significative e dialoghi spesso trascurabili (anche se forse era negli intenti). Si punta alla distanza generazionale, al mutismo che staziona tra genitori e figli, senza tuttavia riuscire a incidere l'anima. Si rialza un po' verso il finale. Mastroianni e Troisi come padre e figlio sono poco credibili.
Infinito e delicato dialogo tra padre e figlio a spasso in una Civitavecchia fumosa, piovosa, umida, marinara, desolata. Una lunga passeggiata durante la quale i due si interrogano sul futuro, sul presente e sul passato trovando sempre inciampi per problemi di incomunicabilità e di superbia da parte del padre Mastroianni. Troisi si conferma un maestro infinito dell'intimità e della timidezza.
Il Troisi attore è decisamente superiore al regista e questo film lo dimostra: la prova del partenopeo calca anche gli ambiti della drammaturgia risultando forse superiore a quella del coprotagonista interpretato da un grande Mastroianni. Il merito è di aver trovato a Troisi un vestito per lui perfettamente calzante, nonché uno dei punti di forza del film. La qualità dei dialoghi e la profondità della tematica trascinano la pellicola, una delle più originali di Scola. Notevole.
Secondo dei due film (dopo Splendor) realizzati dal trio Mastroianni-Troisi-Scola. Il plauso principale va, certamente, ai due protagonisti (giustamente premiati a Venezia) i quali, non essendo attori accademici (nessuno dei due ha studiato recitazione), riescono a essere molto credibili nei rispettivi ruoli di padre e figlio. Per quanto riguarda la regia, Scola in realtà non mette molto del suo, lasciando quasi completamente spazio ai protagonisti.
Film certamente da non buttare, dove i protagonisti sono esenti da colpe e, in un qualche modo, salvano baracca e burattini. Quello che non convince è la sceneggiatura, in primis, che non offre spunti particolarmente interessanti, anzi si infila in vicoli ciechi che portano a sbattere contro muri di un'ovvietà disarmante. Una regia impersonale non incide granché e asseconda l'impianto imposto dalla sceneggiatura. Un bravo agli interpreti è d'obbligo. Civitavecchia bistrattata.
Un giovane laureato napoletano, in servizio di leva a Civitavecchia, riceve la visita fugace del padre, un avvocato romano da tempo allontanatosi e che quindi poco conosce della vita del figlio. Scola dirige con delicatezza il confronto generazionale tra padre e figlio sottolineandone la difficoltà di dialogo e di punti ove trovare coesione. Il mostro sacro del cinema italiano Mastroianni è ottimamente spalleggiato dal compianto Troisi. Commovente.
MEMORABILE: La faccia triste e disincantata di Mastroianni che, assopitosi al cinema, si sveglia e scopre che il figlio si è allontanato per andare a telefonare.
Un incontro tra due opposti sia d’età che nella mimica in una cittadina spoglia come Civitavecchia. La sostanza, per un film quasi unicamente parlato, regge grazie all’interpretazione nostalgica e d’impeto di Mastroianni, mentre Troisi si limita nei gesti e almeno all’inizio sembra impacciato. Ottimi comunque i dialoghi quando si fanno rabbiosi. Regìa che si fa notare solo per un paio di inquadrature lente. La Parillaud è carina ma sopra le righe come una ragazzina.
Mastroianni e Troisi mostrano in questo film grandi doti di recitazione "al naturale" in uno stile registico che sa di neorealismo. Mastroianni è un padre che non conosce suo figlio per quello che è veramente. Questo lo fa soffrire, tuttavia Scola manda un messaggio chiaro: non è mai troppo tardi per risolvere una sorta di compromesso tra un padre e un figlio che si amano. Troisi da parte sua rappresenta un personaggio che vive la vita senza preoccuparsi di avere successo. La semplicità e la pulizia dei personaggi è appagante.
Incomunicabilità fra un figlio riservato e modesto e un padre, avvocato, che si incontrano dopo tanti anni. Film che si può definire discretamente riuscito. Forse un po' troppo ridondante, rasenta la noia. La coppia protagonista - formata da attori che definire tra i migliori in circolazione in Italia all'epoca e non solo è poco - non delude. Discreta la colonna sonora.
Il padre è un avvocato romano di successo, ambizioso e volitivo, il figlio è napoletano e ha invece un carattere schivo e riservato, il film è il racconto di una giornata passata insieme a Civitavecchia, dove il primo ha raggiunto il secondo impegnato nel servizio militare; l'intenzione era di raccontare un confronto generazionale tra due modi contrapposti di intendere la vita. Anche se si stenta a immaginare Troisi figlio di Mastroianni, i due offrono prove valide per quanto un poco slegate dai rispettivi personaggi, ma il contesto è indefinito, il ritmo latita, la noia si affaccia.
Non convince pienamente questo incontro/scontro tra padre e figlio. Scola segue i due grandi attori attraverso una serie di dialoghi recitati con ottima naturalezza, ma in cui non sempre gli argomenti affluiscono in modo ugualmente interessante e non sempre i caratteri emergono in modo spontaneo come si vorrebbe. Soprattutto la parte con la Parillaud appare artificiosa, mentre indubbiamente è bello vedere Mastroianni e Troisi duettare, in alcuni casi in modo estremamente amabile (soprattutto quando i toni si alzano o quando sono quasi impercettibili). Non male ma incompleto.
Un tardo ma al contempo splendidamente sensibile Scola si rivela capace di realizzare un gioiello dal sapore preziosamente intimistico e fermamente distante dalle sue produzioni corali e roboanti, ponendo a confronto due generazioni con l'ausilio di un eccellente Mastroianni, padre assente ma forte nelle sue indiscrezioni, ed un ancor più strabiliante Troisi, figlio di nobile modestia e introversione. Quest'ultimo, brilla per un approccio recitativo di sublime naturalezza, quasi spiazzante. Evitabili i contorni giovanili, magnifici i fumi e gli umori di Civitavecchia. Carezzevole.
MEMORABILE: I dialoghi tra padre e figlio; L'impareggiabile naturalezza recitativa di Troisi; I silenzi; Al bar; La sfuriata al ristorante; Lo scontro finale.
Un padre avvocato cerca ostinatamente di entrare nella vita del figlio impegnato nella leva militare in una malinconica, spoglia e umida Civitavecchia. Una sceneggiatura semplice in cui Mastroianni e soprattutto Troisi hanno modo di manifestare la loro grande naturalezza in un film lento ma permeato di raffinatezza, in grado di affrontare in modo maturo il tema del divario nel rapporto padre figlio, in cui ogni tentativo di avvicinarsi sfocia in scontri che si ridimensionano per via dell'affetto, forse l'unico vero legame per il quale c'è ancora del tempo.
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Confermo: il punto di domanda non c'è. Sarebbe interessante capire come mai quello che in genere è posto come un quesito, nel titolo di questo film (dunque per scelta) è diventato un’affermazione. Dovrei vedere se nell'extra del DVD Scola ne parla.
Ho visto, ma penso perché viene istintivo porre il punto di domanda, di lì il copia incolla errato. Nel manifesto originario non c'è, tocca farsene una ragione.
Ottimo il bluray francese della Gaumont. Il film, restaurato e rimasterizzato, è in italiano con sottotitoli escludibili. Ci sono degli extra, tra i quali ricordo l'intervista (in italiano) a Ettore Scola che narra le dietrologie di questa pellicola.