Titolo geniale e un paio di passaggi dove l'imbarazzo del giovane riparatore di computer conquista la scena. A parte questo il film appare curato ma prevedibile e chi si diverte di più è Bagnell nell'imitare le smorfie di De Niro. E noi ci identifichiamo in lui, sia perché ci piacerebbe esserlo anche solo per un secondo o semplicemente... perché pure noi abbiamo paura di avere scaricato un virus.
Si, avete letto benissimo. Anche i grandi hanno i loro piccoli vizietti privati, magari chiusi dentro casseforti "moderne"; può capitare pertanto che un tecnico di computer, riparando il pc infetto di una leggenda hollywoodiana, scopra e comunichi al suo cliente l'origine "indecente" del guasto. E allora apriti cielo! Episodietto futile e schioccherello, irriverente proprio per la sua scoperta demenzialità di base. James Bagnell simula fedelmente nelle smorfie mimiche tanto il De Niro psicanalizzato di Terapia e pallottole quanto l'impettito e incontraddicibile Al Capone de Gli intoccabili.
MEMORABILE: Allo spaventatissimo tecnico che parla di "terabyte of porn" di cui il pc è saturo, il minaccioso Bob risponde: "I think you just call me 'terrorist of porn'!"
Il livello è quello, infimo, di uno sketch da trasmissione tv demenzial-satirica: prendi un imitatore, gli fai fare De Niro con la voce e i gesti dei suoi film, e inventi che ha il computer pieno di filmini porno. Un'idea scema, buona per due risate che però non arrivano: togli l'imitatore (che fa del suo meglio) e togli il sesso (che dovrebbe suscitare l'ilarità), non rimane nulla, perché oltre alla trovatina iniziale nessuno ha pensato di costruire qualcosa di più intrigante. Crozza avrebbe fatto di meglio.
Giusto uno spunto appena divertente (che il divo De Niro sia un "consumatore" di materiale porno), ma una realizzazione piuttosto insulsa per un cortometraggio che si dimentica presto. L'imitazione dell'attore italo-americano è appena sufficiente e indugia più sulla caratterizzazione di mossette che non nella sostanza. Quasi più divertente il coprotagonista.
Non è malaccio e l'imitatore, complice un buon uso di posture e illuminazione, è una discreta scelta. La storia è una barzelletta, ma nei suoi pochi minuti diverte ed intrattiene. Vale un'occhiatina, pur non essendo nulla di che (camera pressocché fissa, un'idea ripetuta allo sfinimento); qualche citazione a film passati (tipo Taxi driver).
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per Pigro Mi sono permesso di togliere "parecchio" prima di "infimo".
Anche se spesso non è percepito come tale, infimo è superlativo.
Quando hai letto, chiàmami, che cancello.