The beast with a million eyes - Film (1955)

The beast with a million eyes
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Beast with a Million Eyes
Anno: 1955
Genere: fantascienza (bianco e nero)
Note: Titolo letterale: "La bestia da un milione di occhi".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Comincia pure discretamente, dal punto di vista della comicità involontaria, con il mostro del titolo che si presenta con voce stentorea spiegando in due parole da dove proviene e dichiarando il suo obiettivo (conquistare il nostro mondo). Poi però tutto si blocca e l'azione si sposta in un deserto californiano, ai cui margini vive una famigliola non troppo allegra: marito e moglie non vanno d'accordo, la figlia è in contrasto con la madre che le invidia la giovinezza... Di fatto per quasi un'ora non succede nulla al di là di qualche scenetta in cui gli animali (la cui mente scopriamo essere posseduta dal mostro di cui sopra) si ribellano blandamente all'uomo: il pastore tedesco della famigliola...Leggi tutto viene preso ad accettate (fuori campo, sia chiaro) dalla madre spaventata non si sa bene perché, una mucca attacca a morte il suo padrone (si vede solo un primo piano della bestia, poi subito lo stacco), corvi e galline volano addosso alla gente (almeno queste ultime riprese durante l'azione) e naturalmente tra i tre protagonisti l'angoscia serpeggia. Che sta accadendo? Anche il vicino di casa, una sorta di scemo del villaggio che non parla e che i tre chiamano “lui”, sembra più svampito del solito. Anzi, lo trovano che vaga senza ragione da solo nel deserto dove, scopriremo, in un cratere è atterrato una sorta di disco volante robotico all'interno del quale starebbe l'alieno causa di tutti i disagi. Non si capisce se è peggio la regia, la recitazione, la sceneggiatura incapace di andare oltre dialoghi di rara inefficacia ma il risultato è un film ai limiti dell'inguardabile, che la fantascienza la sfiora giusto nel finale con la resa dei conti tra l'alieno e la famigliola (uniti si vince e l'amore trionfa, l'originale morale di tutto). Alieno che poi si vede per massimo un minuto, sovrimpresso a luci stordenti e all'immagine di un bulbo oculare, mentre se ne sta nella sua astronavina (poco più grande di un essere umano) dopo averci fatto una testa tanta con gli obiettivi della sua missione, con la solita storia del suo pianeta in via di estinzione e l'intenzione di farci fuori tutti non si sa ben come. Se insomma escludiamo qualche luce notturna nel deserto e la suddetta visualizzazione parziale del mostro, ciò che resta (quindi l'ora e venti di film) sono batti e ribatti tra attori decisamente scadenti che passano il tempo a preoccuparsi di quello che sta succedendo, incontri sporadici con altri paesani e strane facce dello scemo del villaggio, che con sguardo assente fissa i protagonisti e se ne va mogio mogio quando capisce di esser di troppo. Va bene la limitatezza del budget, va bene il cast pressoché anonimo, ma almeno uno sforzo per rendere minimamente interessante il film era dovuto. E dire che non accreditato in regia c'è pure Roger Corman...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/03/12 DAL BENEMERITO DIGITAL POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/07/15
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Digital 5/03/12 18:56 - 1257 commenti

I gusti di Digital

Gli animali di una fattoria iniziano di punto in bianco a dar di matto: da cosa dipenderà? Ma certo, dagli extraterrestri. Film prodotto e in parte diretto da Roger Corman. Dal budget ridottissimo (si parla di ventinovemila dollari), The Beast with a Million Eyes ha di positivo l'accattivante locandina e il suggestivo titolo; per il resto, meglio stendere un velo pietoso: settantacinque interminabili minuti di vuoto cosmico, farneticanti dialoghi, effetti speciali nulli, attori improvvisati. Monopalla.

Bergelmir 7/04/14 21:10 - 160 commenti

I gusti di Bergelmir

Viene inquadrato il pianeta Terra e la voce fuori campo di un’intelligenza aliena, che sembra conoscere solamente odio e sete di potere, annuncia il suo progetto di conquista del mondo... Film dai molti difetti, realizzato in totale economia e appartenente ai classici malriusciti. Il “milione di occhi” del titolo è puramente metaforico e si riferisce alla capacità dell’alieno di vedere attraverso le creature di cui assume il controllo. Solo per studiosi e amanti della serie B.
MEMORABILE: Il finale patriottico, allegorico e imbarazzante.

Roger Corman HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Il conquistatore del mondoSpazio vuotoLocandina Il mostro del pianeta perdutoSpazio vuotoLocandina I vivi e i mortiSpazio vuotoLocandina La piccola bottega degli orrori
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  • Discussione Bergelmir • 7/04/14 21:06
    Galoppino - 211 interventi
    Dal saggio "L'Estraneo dietro lo schermo" di Stefano Mazza, in Studi Lovecraftiani n.4 (2007):

    Fin [dal racconto] The colour out of space, Lovecraft rende invece il tema dell’invasione qualcosa di completamente inspiegabile: l’alieno che giunge dagli spazi siderali ha proprietà incomprensibili per l’uomo, così come incomprensibili restano le sue finalità. Ciò che contagia la fattoria di Nahum Gardner nel famoso racconto è difatti qualcosa che non ha nemmeno gli attributi di un essere vivente e viene chiamato semplicemente ‘colore’.
    Questo tema dell’angosciosa intrusione da parte di una realtà ignota è particolarmente adatto a sublimare la paura della Minaccia Rossa nell’America repubblicana di Eisenhower: siamo negli anni dei ragni giganti, degli alieni che vogliono far strage dell’umanità e dei cosiddetti BEM, acronimo che sta per “Bug Eyed Monster”, ovvero mostro dagli occhi sporgenti, da insetto, tipici di fumetti e dei film di fantascienza di questo periodo.
    Un tipico BEM è l’orrendo alieno di
    The beast with a million eyes, un film decisamente di serie B uscito nel 1955 e diretto da David Kramarsky e Lou Place, coadiuvati anche dal produttore Roger Corman. Anche in questo caso è difficile capire quanto ci sia di Lovecraft, però la trama è piuttosto originale e in qualche modo affascinante, tanto da sembrare quasi un girato preliminare per un film migliore. La volontà dell’alieno di conquistare la Terra assumendo il controllo degli esseri viventi e degli uomini deboli di mente ricorda da vicino The colour out of spacee The Whisperer in darkness, tuttavia è più probabile vedere nel mostro, data l’epoca e l’allegorico finale, una metafora della minaccia comunista.
  • Musiche Bergelmir • 7/04/14 21:11
    Galoppino - 211 interventi
    Musiche non originali di Shostakovich