La tratta delle bianche - Film (1952)

Atmosfera da noir fin dall'inizio, con l'imbarco notturno da un molo del porto di Genova di giovani donne attratte con l'inganno e destinate oltre oceano per essere avviate alla prostituzione. Complice, come sempre, la miseria e i sogni di successo di ingenue ragazze. A tratti caricato di troppa enfasi, ma in generale la direzione è buona e lo sono anche le interpretazioni, specie quelle femminili. Alcune scene si rivelano notevoli, come la maratona di ballo (da cui sembra abbia molto attinto Non si uccidono così anche i cavalli?) e il "processo" alle casermette.

Uomo senza scrupoli imbarca giovani donne verso l'America promettendo finto benessere. In ambienti di borgata, di ladruncoli e miseria si pone l'accento sul sostentamento reciproco. Sul versante sentimentale è tutto vissuto con enfasi (si veda il melodramma finale) e con apice drammatico nella maratona di ballo (ripresa poi da Pollack). La sofferenza è realistica e le donne danno prova di forza e disperazione; la Rossi Drago ci sa fare pure in pista e nota per la Loren. Peccato che i giovani Gassman e Salerno siano doppiati.

Comencini ancora alle prese con il tema della prostituzione, ma mentre in Persiane chiuse prevaleva l'approccio moralistico, qui le donne sono soltanto delle vittime attirate in trappola da chi specula sul loro tentativo di lasciarsi alle spalle un'esistenza disgraziata. La massacrante maratona di ballo funziona come espediente narrativo anche se rallenta eccessivamente il ritmo, mentre sono notevoli l'incipit e soprattutto il finale ad alto tasso di drammaticità, pur se mitigato da una fiammella di speranza. Ottimo cast, in cui è davvero difficile scegliere il più bravo.