Filmone, in tutti i sensi (la versione per la TV dura sei ore). Le storie collaterali che ne conseguono ruotano attorno a Pedro da Silva - bambino orfano che si seguirà fino all'età adulta - e a padre Dinis, personaggio multiforme e misterioso. Caratterizzato da una fotografia curatissima, con luci e composizioni che rimandano perfettamente all'epoca rappresentata. Veri e propri quadri ottocenteschi. (a qualcuno ha ricordato il Barry Lindon di Kubrick). Continui flashback e cambiamenti di rotta esigono una paziente visione.
Un film magistralmente diretto da Raoul Ruiz; più di 4 ore in cui ci vengono raccontate le vite, i segreti, le emozioni e gli amori di donne disperate e di uomini spesso spregevoli e ambigui. Tutto ruota intorno alla storia di Pedro Da Silva, un giovane orfano che vive in un collegio di Lisbona; è partendo dalla sua storia che si scatena un vero e proprio vortice di avventure e scappatelle, di coincidenze e rivelazioni, di sentimenti e passioni violente, di vendette, di amori e di misteri. Un film che somiglia a un sogno ipnotico.
Ecco un vero e proprio feilleuton in celluloide: pieno di colpi di scena, vendette, amori, tradimenti, agnizioni, duelli e via dicendo. Il tutto racchiuso da una cornice narrativa eccellente all'interno della quale si incastrano perfettamente tutti i personaggi ed i vari pezzi narrativi nonostante i tanti flashback. Così passano veloci le 4 ore e 20, durante le quali ci si può deliziare con una confezione perfetta e di rara eleganza così come con una regia mirabolante, piena di movimenti di macchina morbidi e flessuosi che sono una gioia per gli occhi. Finale molto enigmatico.
Feilleuton irriducibile della letteratura portoghese, sposa la serialità televisiva in un appassionante abbraccio: dietro l'identità del giovane Pedro da Silva, orfano in cerca della madre, le vicende germogliano, si ramificano inesauribili. Storie dentro altre storie, luoghi dentro altri luoghi: il passato è custodito dal presente. In millimetrici piano sequenza infranti da schegge di puro onirismo, i personaggi proliferano, conquistano il proscenio, muoiono, rinascono sotto altre spoglie, rivelando che il labirinto dell'identità è la somma immaginifica di un vissuto collettivo. Proustiano.
Raúl Ruiz HA DIRETTO ANCHE...
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Daniela ti consiglio di recuperarlo appena puoi. Dura parecchio (4 ore e 20 e c'è anche una versione tv da 6 ore trasmessa da Fuori orario) ma ne vale la pena. Magari la storia potrà anche non farti andare in brodo di giuggiole (è il classico feulleiton dell'800) ma è narrata e scritta con grande maestria
con tutti i suoi incastri narrativi che trovano ciascuno perfettamente il suo posto così come i personaggi che la popolano.
Inoltre regia e confezione sono da urlo. Era parecchio che non vedevo una macchina da presa così
mobile che si muove con grande eleganza e raffinatezza. Sembra quasi un personaggio del film.
Se ti ispira e lo riesci a "pescare" fammi poi sapere quando con calma lo vedrai.
DiscussioneDaniela • 12/10/14 19:25 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Non l'avevo mai sentito, grazie Cotola :o)
anzi no, un grazie condizionato al fatto che lo possa trovare da qualche parte - l'ultima tua dritta è risultata al momento irreperibile :o(
The Look of silence? Mi sa che bisogna solo avere un
po' di pazienza. E' sparito da poco dai cinema e mi
sa che presto lo potrai reperire sui soliti lidi.
Se questo non lo trovi fammi sapere che ci penso io,
ma credo che sia più facile trovarlo.