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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non è la storia, ciò che salta subito agli occhi; solo poi riusciremo a entrare nelle vite dei protagonisti, perché inizialmente quelli che vediamo sono semplicemente volti dietro una maschera, fratelli uniti da una divisa che li identifica in un'istante: guardie, celerini, visti dall'altra parte "servi" (o semplicemente bastardi, come da titolo). Stefano Sollima ci cala con forza ed efficacia nella realtà, racconta la lotta quotidiana di chi combatte in un mondo dai più lontano, fatto di scontri privi di senso a colpi di pietre e manganello, cariche, sputi e insulti. E lo fa benissimo, sfruttando al massimo i mezzi a disposizione, mescolando immagini...Leggi tutto e musica con talento non comune e al passo coi tempi (a cominciare da una rielaborazione a colpi di basso di "Seven Nation Army" lontana anni luce dal poporopopopopo dei Mondiali), lavorando egregiamente sul sonoro mentre una splendida fotografia illumina la notte. Grande sapienza registica nella messa in scena, montaggio attento e interpretazione straordinaria di un Pierfrancesco Favino al top dell'espressività. Nel ruolo di Cobra, leader carismatico dello sparuto gruppo di celerini di cui fanno parte anche Marco Giallini e Filippo Nigro, Favino detta i tempi e l'azione più di ogni altro, regala al suo personaggio lo spessore necessario a renderlo tridimensionale e vivo. Se la prima parte è soprattutto un resoconto semidocumentaristico che ci mostra i torti, le prevaricazioni, i difetti, la vita sull'orlo del collasso di chi ha scelto di stare in prima linea spesso sbagliando (con tracolli nervosi che si riflettono sulla famiglia), la seconda fa luce sui conflitti interiori che esplodono; le storie prendono una loro direzione, si sviluppano sviscerando l'insoddisfazione dei protagonisti, ne mostrano le debolezze, i desideri di vendetta, la lotta tra due fazioni diverse e contrapposte. Sollima documenta con stile senza indulgere in autocompiacimenti e quando azzecca i momenti giusti il film vola alto. Poi magari riprecipita nella normalità e persino nella vacuità delle situazioni proposte, ma poco dopo sa come riprendersi e colpire nel segno, senza prendere le parti di nessuno e semplicemente raccontando, lasciando il giusto spazio all'ottimo cast. Nomi e fatti noti si rincorrono tra un notiziario e una rimembranza: la scuola Diaz e il G8, la morte di Raciti, il tifoso ucciso in autogrill... Tessere di un mosaico ricostruito senza curarsi della ricomposizione corretta, perché quelli che vediamo sono flash e immagini frammentate che non sempre seguono una cronologia ordinaria. Finché, progressivamente, le storie si dispiegano e procedono quasi linearmente, conducendo a un finale aperto che non delude. Qualche pausa di troppo Sollima se la concede e non tutto fila per il verso giusto, anche se il qualunquismo alla base della sceneggiatura riflette bene quello che sicuramente è l'atteggiamento di alcune frange della celere (per non parlare di chi le avversa). Le guerriglie con gli ultras fuori e dentro gli stadi sono al centro di molte scene, ma il film è anche molto altro, perché i guerrieri con caschetto, scudi e manganelli rappresentano bene, anche metaforicamente, una parte della nostra società.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/01/12 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/02/12
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Puppigallo 28/01/12 00:28 - 5275 commenti

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Troppo materiale buttato un po' lì. Sa di minestrone senza un vero costrutto, dove si vuole parlare di tutto e si finisce per dare molti assaggi (spesso con contorno di stereotipi), a parte gli interventi della Celere, che non vengono lesinati. In più, come se non bastassero le varie storie (dove le colpe sono diplomaticamente distribuite), con situazioni al limite e oltre, si buttano dentro persino tre assaggi sul fattaccio della Diaz, su Raciti e su Sandri. Il regista ha comunque talento per le riprese, specialmente quando c'è azione e sa dirigere bene gli attori, quasi tutti convincenti.
MEMORABILE: "Vali meno de 'sta pisciata";Gli azzeccati brani musicali.

Cotola 28/01/12 01:58 - 9044 commenti

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Poliziotto bastardo, sì, no, forse. A lasciare sbigottiti non è tanto la mancanza di una storia vera (ci sono molti riferimenti a fatti di cronaca e poi un po' di cosette assortite), quanto piuttosto la caratterizzazione dei personaggi che non potrebbe essere più banale con tanto di dualismo poliziotto buono vs cattivo e di "pischello" che si aggrega alla destra estrema poichè trascurato dalla figura paterna e altro ancora. Confezione non male e bravi gli attori ma se questo è il futuro del cinema italiano, stiamo freschi. Cocente delusione.
MEMORABILE: Celerino figlio di...

Nando 28/01/12 23:37 - 3814 commenti

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Ispirato da un romanzo, il film descrive con verità certi spaccati sociali lontani dai benpensanti. La coesione e la fratellanza legata ad atti leciti realizzata da coloro che rappresentano lo Stato ogni giorno senza ricevere neanche un grazie. Grandi gli interpreti (con un Favino monumentale) e scene d'azione che producono adrenalina anche nello spettatore. Lievemente qualunquista ma con certi argomenti nemmeno Kubrick... Veritiero.

Markus 4/02/12 12:01 - 3687 commenti

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Violenza, razzismo e paura; questi gli ingredienti salienti di ACAB (che riprende certi temi ampiamente affrontati nel cinema nostrano degli Anni '90). Sollima rappresenta (credo in maniera abbastanza veritiera) una professione (quella del “celerino”) che richiede molto coraggio e determinazione. La forza del film non è la vicenda in sè, ma gli attori che dimostrano grandi capacità: riescono a trasmetterci quell'aria virile che cela una naturale paura insita nell'uomo. Sinceramente un buon film.

Harrys 2/03/12 13:52 - 687 commenti

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Perentoriamente attuale, configurandosi come gustoso afflato di quel politicamente ”impegnato” alla Petri ed affini: merito del figlio d'arte Sollima, svincolato da meccanismi preistorici e provvisto di sagace sguardo critico. Registicamente ineccepibile (discutibili solamente talune opzioni sonore), strutturato con chiaro intento programmatico (a Roma pare non esistano centri sociali) e soprattutto avvincente. Il plauso convinto è correlato all'emblematico personaggio di Domenico Diele, uno dei più suggestivi degli ultimi anni. Speriamo non si perda... ***

Redeyes 4/06/12 08:01 - 2449 commenti

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Controcorrente, trovo la pellicola un po' televisiva. Non si eccede in qualità né nella sceneggiatura (per certi versi la reale lacuna) né per capacità tecnica. La scelta delle musiche è buona, ma piuttosto piatta, non per i brani ("Where's my mind", "Seven nation army"...) quanto per il loro utilizzo scontato. Gli stessi protagonisti, pur bravi, sono un po' caricaturali. Detta la parte negativa, va comunque sottolineato il dialogo, le singole interpretazioni ed un buon uso dei fatti di cronaca. Lo promuovo ma con debito.
MEMORABILE: La scena quasi apocalittica della guerriglia urbana nell'ultima scena.

Galbo 5/06/12 07:17 - 12394 commenti

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Le buone aspettative indotte dalla serie televisiva con cui Sollima ha esordito non vengono purtroppo premiate in questo debutto del regista sul grande schermo. Non che ACAB sia mal realizzato; si tratta anzi di un film tecnicamente di prim'ordine, dalla fotografia, alla colonna sonora alla prova degli attori, Il grosso limite del film è una sceneggiatura estremamente povera che si basa interamente su luoghi comuni e rende i personaggi privi di spessore e totalmente bidimensionali. La realtà sembra distante.

Lythops 12/07/12 12:03 - 1019 commenti

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Avvincente, attuale, soprattutto vero negli atteggiamenti, nei gesti, nelle situazioni. Il logorio progressivo e inarrestabile di un mestiere che, nello specifico, corrode le persone che non potrebbero essere diverse da quelle che sono. Un film sicuramente importante, che ti butta in faccia la realtà com'è senza scendere nel parteggiare comodo della retorica, da una parte o dall'altra.

Cloack 77 30/07/12 16:47 - 547 commenti

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Deciso e serrato nei numerosi momenti d'azione, attento alla definizione dei personaggi principali, sempre sul pezzo e senza orpelli inutili. Gli attori si "vestono" dei personaggi e garantiscono un eccellente risultato: Favino e Giallini su tutti, quest'ultimo, forse nel ruolo più difficile, regala una prova di imbarazzante bravura e sensibilità. Mentre Diaz propone una invettiva su fonti certe, A.C.A.B. da film di genere si limita al racconto "aggrappandosi" alla realtà degli ultimi anni.

Schramm 12/08/12 12:54 - 3495 commenti

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Non c'è niente da fare: si ha la chance di essere durissimi, ruvidi, impietosi, aspri neri e disperati, di giocare il settebello della secchezza, e puntualmente si rasenta l'operetta e il film diviene un presidio di qualunquismo et luogocomunismo, qua e là squarciati e parzialmente riscattati da una laterale adesione al puro genere. Sollima banalizza e trivializza dove può, taglia con l'accetta sempre e comunque, non apre ad ambiguità, non sfuma mai, la retorica da bar e l'impasto da fictiontv sono sempre in agguato: ma è la radiografata italietta, dopotutto, a essere così monotipata. (**)

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Capannelle 4/09/12 13:43 - 4411 commenti

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Mi aspettavo qualcosa di più ma è un film che riempie bene la serata. A suo vanto l'ottima fotografia, la selezione delle musiche e la prova dei protagonisti, anche se Favino e Gallini alla fine non riescono a dare profondità ai loro personaggi. A sfavore non aver tirato bene le fila come se mancasse il salto di qualità, la gestione delle scene di guerriglia e il bignamino dei fatti di cronaca degli ultimi anni (anche se danno spunto ad affermazioni del tutto condivisibili).

Didda23 5/09/12 23:51 - 2426 commenti

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Sollima compie un miracolo e come un sapone neutro 5.5 non irrita nessuna delle due facce della medaglia. Esteticamente ACAB è una meraviglia per gli occhi: l'eccellente fotografia esalta le magnifiche scene d'azione dirette da un Sollima in stato di grazia. Soundtrack da urlo e un Favino eccelso sono condimenti che elevano l'opera sopra la media. Qualche semplificazione di troppo in fase di sceneggiatura sembra necessaria e non nuoce troppo al risultato finale.
MEMORABILE: Favino che fischietta la melodia di "celerino figlio di..."; Il novellino rinchiuso nel furgone.

Samuel1979 11/09/12 00:05 - 547 commenti

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Ottimo (e raro) esempio di buon cinema contemporaneo. Sollima riesce a creare un film crudo e reale basato su dialoghi scarni ma efficacissimi. Al di là di certe forzature il tutto risulta attualissimo e non può non rimandarci ai fatti di cronaca del nostro paese; tuttavia è anche un film di denuncia contro la classe politica, la quale nulla compie per rendere più agevole il lavoro delle forze dell'ordine. Esemplare tutto il cast, ma Favino sembra avere un marcia in più.

Deepred89 2/10/12 01:44 - 3706 commenti

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Si parla di poliziotti (celerini, ad esser precisi), ma il film è un noir in piena regola: metropoli da girone infernale, totale assenza di personaggi positivi, vite private allo sbando (con annessa qualche banalità). Nessuna presa di posizione, solo la sacrosanta voglia di narrare e coinvolgere, adottando uno spirito più vicino al nichilismo che al qualunquismo. Banali la desaturazione della fotografia e la scelta di impiegare l'abusata "Where is my Mind" come Castellari usava "Goodbye my Friend", per il resto cast e tecnica notevoli. Molto bello.

Gestarsh99 24/09/12 14:50 - 1395 commenti

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Troppa indigestione di Fight Club e 300 dietro l'idea di riverniciare l'uniforme del celerino nostrano in toni così finto-tribali e ideologgici (con due g, data la "coattaggine" intellettuale che intorbida le scene). Vite da sbirri in trincea, lungo un tapis roulant di retroscena umanizzanti (il core sotto la divisa) e "worst of" archeologico-populistico (la Diaz, Raciti, Sandri, la Reggiani) trainati a peso morto dal dorandopietrismo degli inflazionatissimi Favino e Giallini. Risollevarsi dal campanilismo esterofobico e da una forma mentis da fiction regionale sembra impresa angolosa per l'attuale cinemino italico.
MEMORABILE: La pulizia del parco ad opera dei tre molesti rumeni.

Piero68 28/09/12 13:39 - 2957 commenti

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Senza nulla togliere al prodotto da un punto di vista tecnico (ottimo sonoro, montaggio, regia e fotografia), ciò che lascia senza parole è la pochezza della sceneggiatura attraverso la quale passano pure una serie di notizie di cronaca vera (Raciti, Sandri ecc.) buttate più per fare sensazionalismo che altro. Storie personali senza un minimo di originalità, finale troppo brutto per essere vero. Sottilmente schierato dalla pare dei poliziotti passa per un qualunquismo talmente banale che si fa davvero fatica a digerire. Mi aspettavo molto di più.

Il Dandi 25/11/12 12:55 - 1917 commenti

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Si parte da atmosfere iperrealiste (corroborate da continui riferimenti a fattacci di cronaca) che promettono bene, poi nella seconda parte, man mano che si cerca di dare spessore ai personaggi, si scade decisamente nel romanzesco: nulla di imperdonabile in qualsiasi film di genere, ma il dualismo nonno/spina e i picchi di inverosimiglianza (la deposizione di Favino, lo show di Nigro davanti alla Camera) che sarebbero accettabili in un poliziesco americano, in questo contesto fanno invece gridare all'occasione mancata. Ottimo cast.
MEMORABILE: I rumeni ai giardinetti.

Furetto60 16/02/13 18:10 - 1194 commenti

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Film che rappresenta in modo crudo realtà scomode concedendo poco alla finzione, bilanciata nella rappresentazione (compito non facile considerati gli estremi opposti, apologia e condanna, in cui sarebbe stato facile scivolare). Favino si conferma tra gli attori italiani più versatili, Giallini lo è meno ma in questo caso la parte gli calza a pennello. Il finale aperto aggiunge drammaticità e non è scontato.
MEMORABILE: Ti è piaciuto farlo? Sì.

Pumpkh75 6/03/13 19:50 - 1749 commenti

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Buono. C’è qualche scivolone fin troppo retorico e alcuni passaggi forzatamente sporchi, ma le scene che colpiscono, nel turbine di un degrado sociale ed ideologico che non ci viene risparmiato né risparmia nessuno di noi, abbondano e lasciano lividi più dolorosi delle manganellate. Girato con mano ferma e idee chiare, vanta un cast in parte dove la mia personale menzione va ad uno spigolosissimo Andrea Sartoretti. Fosse tutto così il cinema italiano...

Disorder 5/04/13 22:19 - 1416 commenti

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"Questo non è il momento di piangere, è il momento di essere incazzati!" E come dare torto a Cobra-Favino? Acab non è un film che parla della Celere ma di un Paese, l'Italia, sempre più diviso e abbandonato a se stesso, perfino da quella che dovrebbe essere l'autorità costituita. Sollima si conferma regista di grande capacità e coraggio, soprattutto nel mostrare storie difficili ma che purtroppo fanno parte della realtà. Pesa un po' forse l'eccessiva stereotipizzazione dei personaggi, comunque tutti ben interpretati. Un film davvero riuscito.

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Paulaster 12/02/14 10:15 - 4421 commenti

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Per la costruzione dell’ambiente rabbioso Sollima carica eccessivamente i toni, come se ogni giorno battaglie sociali, famigliari, amicali regnassero. Più adatti sarebbero stati attori di strada e meno impostati (Nigro inguardabile, Giallini fuori ruolo). Ad arricchire il piatto, citazioni da par condicio Raciti/Sandri e scontri al G8 come ammissioni di colpa buttate lì. Buona fotografia bluastra come le divise e ben girati i tafferugli, meno le scene di finta pioggia. Protesta al Ministero ridicola.
MEMORABILE: L'esultanza di Favino dopo l'assoluzione.

Cangaceiro 12/03/14 16:03 - 982 commenti

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Una sporca e veritiera fotografia dell'Italia di oggi tra famiglie che si sfasciano, sfratti, difficile integrazione razziale e violenza metropolitana. L'osservatorio è un testosteronico reparto celere romano dall'ambiguo spirito di corpo. Giovano i riferimenti a fatti reali degli anni passati, a fantasmi come la Diaz o gli omicidi Sandri e Reggiani che hanno avvelenato il nostro Paese esacerbando la tensione sociale. Come film d'intrattenimento niente di che, ma è un mirabile documento dei nostri giorni. Belle prove attoriali escluso l'esagitato Nigro.
MEMORABILE: La cruenta spedizione punitiva all'accoltellatore e i suoi compari.

Giùan 14/04/14 11:11 - 4559 commenti

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Sollima al debutto sul grande schermo eredita da papà Sergio un originale gusto visivo tendente al livido, anzi direttamente al tetro metropolitano. Se però dal punto di vista estetico questo lato oscuro inquieta, affascina e ciò che più conta si "smarca" da troppa fiction e da tanto cinema del presente, sul piano ideologico invece l'adesione all'anima nera dei personaggi appare non tanto controversa (che anzi il film ci avrebbe guadagnato) quanto proprio loffia. Così sti guerrieri della notte rischian d'apparire dei Brancaleone a chissà quali crociate.

Enzus79 20/01/15 16:07 - 2897 commenti

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Che Stefano Sollima ci sappia fare con la macchina da presa è un dato di fatto. Purtroppo qui è la storia che non mi ha convinto: posizionare eventi avvenuti in momenti diversi (assassinio Raciti, Diaz e Sandri) nello stesso arco temporale è una mossa tutt'altro che vincente. Pierfrancesco Favino risulta il migliore del cast.

Homesick 22/01/15 17:12 - 5737 commenti

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Il figlio d'arte Sollima persegue rigore e realismo registico da vecchio cinema politico-civile, ma il suo impianto narrativo è raffazzonato e troppo sommario e retorico nell'illustrare alcuni problemi dell'Italia contemporanea incentrati sulla controversa figura dei celerini, poliziotti sospesi tra l'onorevole difesa dell'ordine pubblico a rischio della propria vita e tentazioni fascistoidi. Pur entro i limiti di personaggi tipizzati e prevedibili, gli interpreti posseggono la giusta carica di adrenalina; tra questi, elogi a Giallini, volto da commedia che si adatta bene anche al dramma.
MEMORABILE: La classica "New Dawn Fades" dei Joy Division presente nella colonna sonora del film; il finale sospeso.

Mco 18/10/15 23:33 - 2327 commenti

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Spesso quanto uno strato di nebbia sul tratto Alessandria-Casale Monferrato in pieno inverno, il film muove dalla quotidianità. Quella degli agenti della Celere soppesata dai loro dialoghi, dal loro orgoglio e da quel forzato spirito di fratellanza che spesso porta a trascurare gli aspetti familiari. A prescindere dalla ratio (anche politica) che ciascuno può intendere nell'opus di Sollima, è rimarchevole la presenza di un cast di alto lignaggio, con la coppia Favino-Giallini sopra tutti. Cento minuti che passano in un attimo.
MEMORABILE: "Ah, ora sì che mi sento sicuro, con uno zoppo e un matto...".

Alex1988 21/05/16 18:40 - 728 commenti

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Sollima, complice il fatto di essere figlio d'arte, è un regista che sa il fatto suo e questo esordio ne è la dimostrazione. All'uscita qualcuno lo accusò di aver rappresentato i sistemi della celere in modo poco veritiero, ma in realtà, come affermato da Sollima stesso, è semplicemente un film sull'odio (provocato, soprattutto, dal potere). Bravi, come al solito, Favino e Giallini.

Ryo 15/12/16 11:26 - 2169 commenti

I gusti di Ryo

La regia di Sollima è deliziosa, un film sicuramente dal buon ritmo e interpretato da attori ottimi, Giallini e Favino su tutti. Le vicende sono interessanti dal punto di vista sociale, ma niente che già non si sapesse. Vengono descritte situazioni di pericolo, di razzismo, ingiustizie, coperture e sotterfugi polizieschi. Alquanto banale e privo di emozioni. Sollima sa fare molto di meglio.

Vito 1/02/19 14:46 - 695 commenti

I gusti di Vito

Pellicola che scava nella vita di tre agenti antisommossa della Polizia, tra famiglie disfunzionali, violenza, rabbia e frustrazione. Sollima decide per un distacco totale dai suoi protagonisti, limitandosi a mostrare e lasciando allo spettatore le conclusioni. La bravura, di uno dei migliori registi italiani degli ultimi anni, viene fuori nelle scene di massa, nella guerra contro gli ultras e in un finale sospeso tra nichilismo e distruzione.
MEMORABILE: Il raid punitivo nella sede degli ultras; Il finale.

Muttl19741 22/09/18 12:01 - 164 commenti

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Film d'esordio sul grande schermo di Stefano Sollima tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini. Un gruppo di celerini esauriti e fascistoidi si danno allo squadrismo e sfogano le loro frustrazioni dovute alle loro vite allo sfascio, abusando abbondantemente del potere della divisa che indossano. Il film scorre tra violenze gratuite e giustizie sommarie. La drammatizzazione è un po' troppo costruita, teatrale, ma si inserisce bene nel contesto dell'epoca e ne rappresenta un triste e realistico quadro.

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Bubobubo 9/11/18 23:01 - 1847 commenti

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È passata una manciata di anni appena dalla sua uscita, ma già l'esordio cinematografico di Sollima si trascina dietro il peso della senescenza precoce: colpa soprattutto della caratterizzazione unidimensionale dei protagonisti che, per quanto probabilmente realistica, tarpa le ali a qualsiasi riflessione articolata su diritti e doveri delle autorità e sulla natura della relazione con chi, pur ideologicamente distante, ne dovrebbe essere protetto. Funziona come catalizzatore emotivo, assai meno come saggio narrativo.

Pinhead80 29/04/20 11:51 - 4760 commenti

I gusti di Pinhead80

La vita pubblica e privata di un gruppo di celerini viene vista e affrontata con il giusto distacco politico dalla solida regia di Stefano Sollima. Da una parte vengono evidenziati gli eccessi delle forze dell'ordine in preda a una sorta di giustizia privata che segue un vero e proprio codice d'onore; dall'altra lo sconfortante scenario rappresentato dalle istituzioni incapaci di proteggere il cittadino e chi dovrebbe far rispettare la legge. Non è un film facile da assimilare ed è giusto che sia così.
MEMORABILE: Celerino figlio...

Teopanda 26/10/21 22:33 - 102 commenti

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La storia di quattro celerini in un ritratto ricco di povertà, frustrazione e situazioni familiari delicate. Ciò che colpisce non è però la storia (a dir la verità piuttosto semplice e a tratti raffazzonata) bensì l’estrema caratterizzazione dei personaggi, interpretati da ottimi attori (soprattutto Favino e Giallini). Un altro ottimo elemento nel film sono le scene di violenza, estremamente dinamiche, che riescono a trasmettere appieno i sentimenti trasmessi dai protagonisti. Unica nota dolente: l’aver messo troppa carne al fuoco (G8, Raciti, Sandri) senza poter approfondire.
MEMORABILE: Le ottime scelte per la colonna sonora (White Stripes e Pixies); Il finale.
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  • Homevideo Galbo • 8/04/12 20:25
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Credo che l'uscita in dvd/BR non sia ancora in programma
  • Discussione Gestarsh99 • 9/04/12 01:10
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Gest te che sai tutto, ma quando esce questo in dvd?

    Si, come ha detto Galbo, per adesso non se ne sa ancora nulla di edizioni home-video...
  • Discussione Schramm • 9/08/12 13:34
    Scrivano - 7694 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    A caldo ho pensato ad una cocentissima delusione. Passate un po' di ore, confermo il
    giudizio che si fa sempre più severo. Come già scritto nella recensione, qualcosa di buono c'è: gli attori sicuramente ed una confezione professionale ma nulla più. La regia del decantato Sollima è invisibile. Non un'idea, non un guizzo, non una scena memorabile. Ma credo che la colpa maggiore della cattiva riuscita del film sia della sceneggiattura che è di una banalità sconcertante, non solo nello sviluppo della storia (che quasi non c'è) ma soprattutto nel
    modo di caratterizzare i personaggi

    PICCOLI SPOILER

    che è in primis superficiale ma cosa ancor più grave di una banalità che ti fa cadere gli attributi sotto le suole delle scarpe.
    Possibile che nel 2011 si debba ancora assistere alla dualità tra poliziotto sporco e cattivo e poliziotto buono e pulito? Possibile che un altro dei personaggi sia un
    poliziotto che odia i rom ma ha una moglie di colore che però picchia regolarmente?
    E soprattutto: possibile che si creiano ancora personaggi di ragazzini che a causa delle scarse attenzioni della famiglia (qui
    in particolare del padre) si aggreggano a
    gruppi di estrema destra mettendosi nei guai?
    Basta! Basta! Basta! Non se ne può più.

    FINE PICCOLI SPOILER


    Ancora una volta insomma il cinema italiano
    di dimostra asfittico, privo di coraggio e incapace di scelte più radicali e scomode.

    Ho letto poi in giro che sarebbe un film di
    genere poliziesco o poliziottesco. Ma dove!?! A me non è sembrato nè credo possa ricordare quei film anni Settanta. Ma forse mi sbaglio e spero di leggere presto i vostri commenti e le vostre sensazioni.


    è vero che Sollima non esce dalla morsa dello stereotipo più consunto, ma credo che sia proprio perché è l'italia che vuole radiografare a essere così stereotipata
    comunque anche per me un film mediocre, non ti resta in mente o nel cuore nemmeno una sequenza. e nel mio caso non ha certo giovato rivedermi giallini e l'onnipresente favino a nemmeno 12 ore di distanza da posti in piedi in paradiso...
  • Discussione Brainiac • 9/08/12 16:57
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Cotola ebbe a dire:
    A caldo ho pensato ad una cocentissima delusione. Passate un po' di ore, confermo il
    giudizio che si fa sempre più severo. Come già scritto nella recensione, qualcosa di buono c'è: gli attori sicuramente ed una confezione professionale ma nulla più. La regia del decantato Sollima è invisibile. Non un'idea, non un guizzo, non una scena memorabile. Ma credo che la colpa maggiore della cattiva riuscita del film sia della sceneggiattura che è di una banalità sconcertante, non solo nello sviluppo della storia (che quasi non c'è) ma soprattutto nel
    modo di caratterizzare i personaggi

    PICCOLI SPOILER

    che è in primis superficiale ma cosa ancor più grave di una banalità che ti fa cadere gli attributi sotto le suole delle scarpe.
    Possibile che nel 2011 si debba ancora assistere alla dualità tra poliziotto sporco e cattivo e poliziotto buono e pulito? Possibile che un altro dei personaggi sia un
    poliziotto che odia i rom ma ha una moglie di colore che però picchia regolarmente?
    E soprattutto: possibile che si creiano ancora personaggi di ragazzini che a causa delle scarse attenzioni della famiglia (qui
    in particolare del padre) si aggreggano a
    gruppi di estrema destra mettendosi nei guai?
    Basta! Basta! Basta! Non se ne può più.

    FINE PICCOLI SPOILER


    Ancora una volta insomma il cinema italiano
    di dimostra asfittico, privo di coraggio e incapace di scelte più radicali e scomode.

    Ho letto poi in giro che sarebbe un film di
    genere poliziesco o poliziottesco. Ma dove!?! A me non è sembrato nè credo possa ricordare quei film anni Settanta. Ma forse mi sbaglio e spero di leggere presto i vostri commenti e le vostre sensazioni.


    è vero che Sollima non esce dalla morsa dello stereotipo più consunto, ma credo che sia proprio perché è l'italia che vuole radiografare a essere così stereotipata
    comunque anche per me un film mediocre, non ti resta in mente o nel cuore nemmeno una sequenza. e nel mio caso non ha certo giovato rivedermi giallini e l'onnipresente favino a nemmeno 12 ore di distanza da posti in piedi in paradiso...


    Qualche stereotipo lo scavalca, secondo me, ad esempio in questi film c'è immancabilmente (come a bilanciare) un poliziotto buono e left-oriented, invece qui sono tutti più o meno fascisti/ razzisti, ma si riesce -in qualche caso- ad empatizzare con chi comunque sia svolge un lavoro davvero ingrato e molto frustrante.

    La scena finale poi, con tutto quel silenzio ed il suo anti-clima(x)taggio, mi è piaciuta molto.

    Detto questo, un film normale con qualche caduta di tono (la pulizia del parchetto infestato da beoni, la sottotrama Giallini/ and son) e qualche azzeccata caratterizzazione (il vigilantes salutista).
  • Musiche Didda23 • 6/09/12 09:18
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Della bellissima colonna sonora, curata dal gruppo italiano dei Mokadelic, fanno parte pure le seguenti canzoni:

    Police on my back - The Clash suggella l'assoluzione di Favino dal processo

    Where is my mind?- Pixies , già utilizzata da Fincher in Fight Club, fa da sfondo all'attacco notturno nella sede del gruppo di estrema destra
    Ultima modifica: 6/09/12 09:21 da Didda23
  • Discussione Gestarsh99 • 24/09/12 15:04
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Avrei voluto commentarlo parafrasando il compianto Germano Mosconi ma non ho osato per puro spirito di deferenza...
  • Homevideo Markus • 16/12/13 11:32
    Scrivano - 4775 interventi
    Ho comprato giusto ieri il blu ray. Lo consiglio perché oltre ad essere di ottima qualità video, contiene le scene tagliate nel film.
  • Musiche Samuel1979 • 18/05/16 23:53
    Addetto riparazione hardware - 4190 interventi
    In questa sequenza girata nella casa di Cobra (Favino), si sente il pezzo di Joy Division " New Dawn Fades"




  • Discussione Lòpe • 19/11/18 14:26
    Galoppino - 186 interventi
    Il tifoso napoletano che viene malmenato sul treno in quanto non vuol farsi perquisire non è Fabio De Caro, "Malammore" della serie tv Gomorra?
    Ultima modifica: 19/11/18 15:05 da Zender
  • Discussione Raremirko • 15/03/21 20:57
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Altro film durissimo di Sollima (agghiacciante la sequenza con il nuovo poliziotto fatto quasi morire asfissiato nel camioncino), ottimo cast (Favino mai così spietato) in un'opera che mostra, critica ma alla fin fine si schiera con delle forze dell'ordine, in questo caso, effettivamente dotate di un loro codice d'onore e, in effetti, non troppo tutelate.

    Regia di Sollima ottima, buon script; Suburra perfezionerà ulteriormente tutto.