La cosa bella di questo film è riveder recitare, dopo molti anni di assenza, due grandi miti del cinema di genere: Gianni Macchia (davvero in forma) e la compianta Marisa Mell (anche se un po' ingrassata rimane sempre una donna affascinante). Ninì Grassia dirige questo discreto erotico-thriller con le sue idee e lo stile che tutti conosciamo (ormai è inutile specificare). La trama è a tratti interessante a tratti noiosa, con svariate scene di sesso abbastanza spinte. Una sceneggiatura banale e una regia in stile telenovela.
Ovvio che la Mell partecipi in questa povera produzione solo per esigenze alimentari in un ruolino di poco conto, ed è anche palese il tenore che assumerà la pellicola: un erotico "sesso e carnazza" con una tramina incentrata sugli intrighi della solita ricca famiglia (con villa annessa). Regia elementare, accompagnata con una sceneggiatura che ammanta dialoghi pietosi (terribile la riconciliazione finale con il dottore), entrambi opera di Grassia. Inconsueta l'ambientazione piemontese per un regista che ha girato spesso in Campania.
Il cinema sexy incontra le cardiopatie: in questo senso l'opera di Grassia è una sorta di rifacimento de Il peccato di Lola di Gaburro. Le scene softcore che compongono più della metà della pellicola sono goffe e ridicole, girate da un aitante giovanotto già visto in Malizia oggi e Sapore di donna, interprete dello stesso ruolo con la stessa mediocrità. Si salvano soltanto i paesaggi sul lago e il concetto che l'amore va oltre le barriere sociali. Gli elementi da thrilling scadente del secondo tempo del film non risollevano questo piccolo disastro.
MEMORABILE: La prostituta dal cuore buono: ritorna il tema "cardiaco" del film; Il sosia di Peo Pericoli; Il delitto simil-cruento col bacio necrofilo.
L'ineguagliabile Nini Grassia firma sotto pseudonimo questo suo inenarrabile obbrobrio erotico con vane e rovinose velleità da thriller. Si rischia di ripetersi commentando certe opere del Maestro perché la zuppa è sempre la stessa: amplessi plastici fintissini e fuori controllo (inguardabili); trama (vicenda) risibile oltremisura, dialoghi involontariamente comici (molto, tanto da non credere alle proprie orecchie), musichette tremende. Un'ecatombe del buon gusto dove dispiace vedere aggirarsi spaesata Marisa Mell.
Un giovine è ricco, bello e piacente, ma un brutto male al cuore incombe. D'altro canto il dottore è stato chiaro; alla domanda della madre sullo stato di salute del pargolo risponde seccamente: "La vita di suo figlio è una roulette russa". Ennesimo soft-erotico Anni '90 di Ninì Grassia, che in una veste un po' più ricca e meno squallida del solito può almeno contare su alcuni nomi celebri del passato come Gianni Macchia e Marisa Mell. La vicenda è la solita bieca carrellata di scenette di sesso e sexy-lingerie.
Non si sa perché Grassia giri sotto pseudonimo, in questo caso, dato che il film non è altro che uno dei suoi classici softcore ai limiti dell'hard, con una trama tra intrighi familiari, corna varie e un presunto disturbo cardiaco da lacrima-movie. Si susseguono situazioni pruriginose, amplessi spesso comici e trovate improvvisate che scatenano ilarità; l'ingrassata Mell gira solo una manciata di sequenze e poi sparisce mentre sul resto del cast è meglio sorvolare. Si ride comunque parecchio, specialmente nel delirante finale thriller/drammatico.
MEMORABILE: L'amplesso con omicidio; Il sacerdote che compare dal nulla e celebra lo sposalizio; La donna nella baita.
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CuriositàPanza • 21/02/17 20:01 Contratto a progetto - 5198 interventi
Il notaio che annuncia a Claretta (Farnese) di essere l'erede del patrimonio della famiglia Aloisi visto che Renato (D'Ingeo) aveva cambiato il testamento in suo favore è interpretato dal regista Ninì Grassia (non accreditato) che si concede un cameo:
Nessuno, ho solo detto che non è il suo ultimo film vero e proprio ma il penultimo, anche se da quello che leggo in rete in “I love Vienna” si limita ad una veloce comparsa e basta. Spiace si sia spenta da lì a pochi mesi.