Dramma materiale e tragedia psicologica in quest'opera dolorosa e contrita, che tenta di raccontare su un piano "trasversale" le conseguenze interiori e meno eclatanti delle tante stragi della follia, del disagio e della solitudine. Il disastro esistenziale di chi resta in vita interrogandosi sul senso, sui motivi, sugli errori; la discesa a piombo nel mare di recriminazioni, rimorsi, rimpianti e chiarimenti. I motivi "sensazionali" non vengono cavalcati ma smorzati appena in tempo, per volontà coerente di non sottrarre spazio all'indagine, alla riflessione, all'elaborazione del lutto.
MEMORABILE: I genitori distrutti che si ubriacano in una stanza di motel, nell'irreale tentativo di superare la loro estrema tragedia familiare.
Pregevole affondo psicologico nei rimpianti, i risentimenti, le scelte passate di due genitori assolutamente impotenti di fronte alla tragedia, assurda e inspiegabile. La presa di coscienza, le domande a cui è impossibile dare una risposta, la difficile risalita: un’elaborazione tortuosa dove l’accettazione passa attraverso il dramma di distruggere le coscienze e una salvifica ma allo stesso tempo dannosa autoindulgenza. Struggente in almeno tre palpitanti passaggi, rimane solo il collante esistenziale di un tenero, caloroso abbraccio.
MEMORABILE: La madre che sistema i libri.
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Le tragiche ed assurde carneficine scolastiche che sempre più preoccupantemente si ripropongono in ogni angolo del globo hanno spesso ispirato opere cinematografiche potenti ed esemplari, ben concentrate su tutto ciò che precede e preannuncia il "momento topico".
A differenza dei suoi predecessori, questa pellicola non si concentra sulle cause (relegate nella discrezione di input brevissimi e flash sfuggevoli e dimessi) ma sugli effetti, sulla reazione a cascata intra-familiare per la precisione.
La doccia freddissima che si abbatte di punto in bianco sulle coscienze addormentate di un padre assente e burocratico e di una madre troppo assillante e apprensiva.
Genitori che non sanno nulla dei propri figli e che salvano la coscienza autoconvincendosi che bastino due chiacchiere buttate lì a stabilire un rapporto di comprensione con loro.
Il film non cerca scusanti o alibi alla follia criminale nell'assenza di un dialogo adeguato in famiglia ma punta più onestamente a mettere i due genitori di fronte alla vera realtà dei fatti, al di là di ogni presuntuosa sicurezza interiore, fuori dal mondo ideale delle certezze pigramente sedimentate.
E in parte ci riesce.
* Curiosità: Dopo A History of Violence, Maria Bello si presenta nuovamente nel suo ruolo genetico conclamato, quello di
"moglie disperata che casca dalle nuvole"...
Vista l'affinità di gusti, penso piacerà anche a te.
La nota un po' stonata è l'attore protagonista, che qui interpreta il padre del folle massacratore: i responsabili del casting potevano scegliere qualcun altro di migliore in quanto ad espressività e presenza scenica.