La vergine di Dunwich - Film (1970)

La vergine di Dunwich
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Titolo originale: The Dunwich Horror
Anno: 1970
Genere: horror (colore)
Note: Aka "Le vergini di Dunwich" (dvd italiano).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/12/11 DAL BENEMERITO LUCIUS
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Lucius 17/12/11 13:38 - 3015 commenti

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Interessante sotto più aspetti: il libro malefico, con la relativa biblioteca come in Inferno, o anche come nel successivo La nona porta, la visionarietà, le inquadrature in soggettiva come ne La casa, i riti sacrificali, le sequenze psichedeliche e il maligno che incombe su tutto. È presente qualche leggerezza nel narrato, ma la storia c'è. Un viaggio demoniaco che non risparmia nulla allo spettatore. Poche incongruenze e molta carne al fuoco.
MEMORABILE: I titoli iniziali che fanno presagire una storia bizzarra e ancestrale; Le inquadrature finali del film.

Bergelmir 25/04/13 11:12 - 160 commenti

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Film di atmosfera ambigua, inquietante e che dà spazio a trovate visive avanguardiste. Poco felice è soltanto la scelta della protagonista Sandra Dee, che toglie spessore a un personaggio in realtà importante per la dinamica narrativa. Da notare le tecniche fotografiche e i titoli di testa animati di ispirazione psichedelica (è girato nel ’69), di notevole effetto. Belle ed ispirate le sequenze in cui appare il mostro, nelle quali si alternano colori, giochi di luce e suoni inquietanti.
MEMORABILE: I titoli di testa animati; La scena in soffitta.

Von Leppe 24/05/13 13:14 - 1258 commenti

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Ci sono gli ingredienti del racconto di Lovecraft quando nel 1970, a quanto pare, cominciavano ad avere successo i suoi racconti (difficili comunque da portare sullo schermo). Il film ha alti e bassi. L'atmosfera c'è, nella fotografia e nelle scenografie: il regista è infatti lo scenografo Daniel Haller (quello del ciclo di Poe diretto da Corman) che, però, perde colpi nella narrazione. Ottimi il cartone animato dei titoli di testa e l'aura di stregoneria antica che permea la pellicola.

Jena 29/06/13 10:40 - 1550 commenti

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Non male. Pur rielaborando in parte il capolavoro di Lovecraft ne conserva la struttura di fondo e alcune suggestioni. Certo i mezzi sono pochi, ma il regista riesce a far di necessita virtù e la manifestazione finale dell'orrore, proprio perché non mostrata, ha una sua strana efficacia (del resto anche nel racconto il mostro era invisibile...). Male invece certi inserimenti settantiani: il rito come iniziazione sessuale che nulla c'entra con Lovecraft. Abbastanza efficace Stockwell nella parte di un trasognato Whateley **1/2

Homesick 4/11/13 08:39 - 5737 commenti

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Dal racconto di Lovecraft entrano i nomi di personaggi e luoghi e l’idea di un orrore primordiale ed incombente, ma la sceneggiatura segue una strada diversa, piatta e ordinaria; e anche l’enigmatico e teratomorfo Wilbur Whateley si umanizza in uno dei tanti occultisti ammaliatori di fanciulle indifese. Haller è lo scenografo di Corman (qui produttore) e questo suo mestiere si palesa nei turgidi cromatismi e nell’impatto visivo globale. Il cartone animato sui titoli di testa è più lovecraftiano del film in sé.
MEMORABILE: Il cartone animato; lo scontro a colpi di formule magiche tra Stockwell e Begley.

Saintgifts 31/10/14 19:35 - 4098 commenti

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L'impostazione fortemente sessuale (che il titolo italiano rimarca ancora di più) è penalizzante. Non perché sia sbagliata (tanto sempre lì si va a parare, che ci siano o meno implicazioni religiose), ma perché nell'anno in cui è stato girato le limitazioni su ciò che si poteva far vedere erano enormi; in più si scelgono soluzioni visive forse nuove allora ma che oggi infastidiscono solamente. Le scenografie non sono male ed è buona anche la scelta del cast, con una Sandra Dee ingenua e facile da plagiare; meno convincente Dean Stockwell.

Rufus68 19/10/16 22:55 - 3825 commenti

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Il confronto con il racconto di Lovecraft, gravido di umori maligni e ricco del superstizioso folclore del New England, è impossibile. Anche a considerarlo a sé stante, però, il film è mediocrissimo: il sovrannaturale rileva in modo pedestre e forzato e certi inserti pop/psichedelico/dionisiaci sono incongrui e ridicoli. Stockwell, presunto figlio di Chtulhu, fa il bellimbusto; la fidanzatina d'America, invece, più che vergine sembra solo una matura signora capitata lì per caso (matura o, per dirla con Totò, "maturotta").

Daniela 29/07/17 23:38 - 12622 commenti

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Quale ingenua donzella resisterebbe alle avances di Stockwell, studioso di scienze occulte con l'occhio spiritato che vive in una villa a Monculi insieme al nonno pazzo? Credo tutte, tranne Sandra Dee, vergine attempata ... Ispirato liberamente alla lettera ma non certo allo spirito di un bel racconto di Lovecraft, un horror dal passo televisivo, girato senza estro, fiacco nella sceneggiatura e con effetti speciali assai modesti. Peccato per il cast, che conta due vecchi leoni come Begley e Jaffe e altre facce note, nonché un'attrice dal cognome invitante: Donna Baccala.

Rigoletto 16/12/17 22:35 - 1785 commenti

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Tutto il mio apprezzamento punta sul fascino morboso, sulle inquadrature e le atmosfere sognanti. Come horror in sé non forza la mano e mantiene una misura di contenutezza che sembra quasi figlia della decade precedente. Stockwell, il protagonista dal baffo assassino, non sfigura ma anche il resto del cast appare ben assortito e diretto da un Haller che non smarrisce mai né il senso delle proporzioni né l'obiettivo finale.

Fedeerra 10/01/18 05:36 - 770 commenti

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Il film si muove sinistro e ombroso, proprio come le splendide e vittoriane scenografie che lo accompagnano. Permeato da un'aurea di misticismo e da un'atmosfera ambigua, Le vergini di Dunwich si avvale anche di un cast interessante, dove spiccano il subdolo magnetismo di Dean Stockwell e l'algida bellezza di Sandra Dee. Finale "ancestrale", con alcuni momenti che sfiorano lo psichedelico e il macabro. Straordinaria fotografia di Richard C. Glouner.

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Ronax 6/01/20 01:40 - 1247 commenti

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Portare Lovecraft sullo schermo è impresa ardua e lo conferma pienamente anche questo film, che si limita a prendere spunto molto superficialmente da un celebre racconto dello scrittore di Providence per imboccare rapidamente la strada di un horrorino seriale, lontano anni luce dall'atmosfera di angoscia che si sprigiona dalla pagina scritta. Discutibile la scelta degli attori principali, il legnoso Stockwell e l'anzitempo sfiorita Sandra Dee. Bella la fotografia ed efficace il commento musicale, ma non bastano a risollevare le sorti del film.
MEMORABILE: Il duello finale a colpi di formule magiche fra Wilbur e il professor Armitage.

Teddy 7/09/22 04:07 - 811 commenti

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Disordinato, narcotico nella narrazione, insorge in azzardi visionari e psichedelici, accompagnato dalla buona regia di Haller che riesce a tradurre in immagine la vischiosa prosa lovecraftiana. Horror cosmico e psichico, nel quale il culto è ancora una ragion d’essere e il sesso un vessillo del male. Splendido il comparto scenografico, possenti le musiche, fumettosa la fotografia. Da riscoprire.

Cerveza 18/03/24 10:31 - 358 commenti

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Di taglio decisamente televisivo, pare una sorta di allucinogeno disinnescato nel quale i riccioli di Jimi Hendrix siano stati sostituiti da quelli, più piacioni che malefici, di Dean Stockwell. Niente stridenti chitarre acide, insomma, ma soporifere cantilene da film esistenzialista francese. Ormai il '68 era passato e si poteva osare di più, ma lo stile retrò della studentessa ampiamente fuori corso Sandra Dee, lo inchioda all’innocuità degli anni '50. Apprezzabili solo alcuni esercizi visivi "stupefacenti" molto diffusi in quell’epoca psichedelica tesa alla sperimentazione.
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  • Curiosità Lucius • 17/12/11 13:40
    Scrivano - 9063 interventi
    Il viaggiatore che nel Massachusetts meridionale imbocchi il bivio sbagliato al raccordo del picco d’Aylesbury, appena oltre Dean’s Corners, si ritrova ben presto in una regione strana e solitaria…”
    Comincia così “L’Orrore di Dunwich”, uno dei racconti di Lovercraft.
  • Curiosità Lucius • 17/12/11 13:43
    Scrivano - 9063 interventi
    Nel film è presente e ha un ruolo rilevante il Necronomicon, il famoso libro nero(espediente letterario creato da Lovecraft per dare verosimiglianza ai propri racconti) de "La casa".
  • Discussione Buiomega71 • 18/12/11 11:49
    Consigliere - 25934 interventi
    Registrato tempo fà su RaisatCinema(in lingua originale sottotitolato in italiano), ma non ancora visto.

    Ottimo, Lucius, bel colpo!
    Ultima modifica: 18/12/11 11:50 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 28/02/13 00:40
    Consigliere - 25934 interventi
    In dvd per la Sinister, disponibile dal 21/05/2013

    http://www.kultvideo.com/DVD/DVD.aspx/aid16917aid-DVD-Le-vergini-di-Dunwich-21-05-The-Dunwich-Horror?__lang=it-IT
  • Curiosità Bergelmir • 25/04/13 11:07
    Galoppino - 211 interventi
    Dal saggio "L'Estraneo dietro lo schermo" di Stefano Mazza, in Studi Lovecraftiani n.4 (2007):

    Quest’opera resta una delle più aderenti alle atmosfere del testo originale, sebbene la storia sia ambientata negli anni Sessanta e costituisca una sorta di seguito al racconto di Lovecraft, in cui il caprino Wilbur Whateley ritorna come affascinante e magnetico dandy. L’estetica del film è visionaria e avanguardista, nonché debitrice alle scenografie e ai colori caleidoscopici di Mario Bava, ben presenti fin dai titoli di testa animati. Haller, del resto, era anche noto come ottimo scenografo. Il mostro di Dunwich, esecrabile progenie di uomo e alieno, non si manifesta mai direttamente allo spettatore – come nel migliore stile lovecraftiano –, ma nella furia della natura, in suoni roboanti e in effetti fotografici di solarizzazione e stampa negativa, molto in voga all’epoca.
    ATTENZIONE SPOILEREmblematica la scena in cui Elizabeth, amica della protagonista, apre la porta della soffitta in cui abita il mostro e viene assalita in una sequenza ove si vedono solo pochi spaventosi dettagli in uno psichedelico vortice di colori e di grida agghiaccianti.
    Questa trovata visiva, oltre ad essere una grande prova di bravura registica, riesce piuttosto felice e particolarmente lovecraftiana, perché suscita un orrore puro ed assoluto in quanto ignoto e sinestesico, giocato su insolite associazioni di suoni e di visioni che colpiscono direttamente l’inconscio dello spettatore, poiché non passano attraverso le percezioni consuete. Nonostante alcune ingenuità nella recitazione, "Le vergini di Dunwich" resta dunque una delle pochissime drammatizzazioni che rendano giustizia a Lovecraft, non tanto nel testo, quanto nelle atmosfere e nella capacità narrativa di Daniel Haller, che a suo modo fece propria la sensibilità dello scrittore e riuscì a trasferirla in modo veramente efficace sullo schermo.
  • Homevideo Xtron • 4/06/13 16:33
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il dvd SINISTER

    Audio italiano-inglese
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h24m02s
    Contenuti extra trailer, introduzione di Luigi Cozzi

    Un'immagine dal dvd (si trova al min. 6:28)

    Ultima modifica: 4/06/13 18:20 da Zender
  • Homevideo Digital • 30/03/19 09:51
    Portaborse - 3990 interventi
    Dvd Sinister in alta definizione disponibile dal 17/05/2019.