The devil's double - Film (2011)

The devil's double
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Devil's Double
Anno: 2011
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal libro autobiografico di Latif Yahia, che per un certo periodo fu il sosia "ufficiale" di Uday Saddam Hussein.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non sono certo comuni i film che si sono proposti negli anni di gettare uno sguardo all'interno del regime totalitario di Saddam a Baghdad. Lo fa Lee Tamahori mettendo a fuoco la figura di Uday Hussein, uno scapestrato che in quanto figlio dell'unica autorità di riferimento della nazione non si pone limiti: si prende le donne che vuole, oltraggia il prossimo, uccide senza ripensamenti chi solo gli impedisce di fare semplicemente quello che ha in mente di fare in un determinato momento... Latif Yahia (Cooper) ha al contrario la testa sulle spalle: ammira Saddam, lavora umilmente, ma quando viene convocato da Uday e capisce che la sua somiglianza con quest'ultimo lo costringerà...Leggi tutto a diventarne il sosia (da utilizzare nei frangenti di pericolo e non solo) non tarderà a cambiare decisamente opinione, sul dittatore.

Mentre sullo sfondo si consuma l'attacco degli Stati Uniti in reazione all'invasione irachena del Kuwait, alla "corte" (perché tale appare) di Uday si scatena la violenza. Ossessionato dal sesso, pronto a prendersi qualsiasi femmina gli piaccia indipendentemente da chi ne sia il marito, Uday sembra un ragazzino scemo privo di spina dorsale e un minimo di umanità. Latif lo disprezza ma non ha scelta: sa che se si rifiutasse di fingersi suo "fratello" (così come viene presentato in alcune occasioni pubbliche), Uday gli ucciderebbe la famiglia. Tamahori si tuffa negli eccessi della vita del figlio di Saddam finendo tuttavia presto le cartucce. Anche per via di una recitazione monotematica, contrapposta a quella un briciolo più sfumata che Dominic Cooper può sfruttare quando interpreta Latif, le situazioni in cui i nostri si trovano sono sempre le medesime. Una volta capito come Uday si comporta sarebbe stato meglio cercare di variare in qualche modo, perché dopo un po' che lo vediamo ghignare da beota, avvicinare donne palpeggiando e sorridendo, cambiare espressione da finto stupito a malizioso demonietto (con tutto ciò che consegue a livello di umiliazione del prossimo) verrebbe voglia di veder affrontati temi differenti.

Certo, c'è da lasciare spazio al dramma di Latif, ma anche qui lo schema è lo stesso per l'intero film: impossibilitato a reagire di fronte alla ferocia delle azioni del suo sosia, Latif si morde le labbra, soffre, assiste impotente in attesa un giorno di fuggire o di esplodere. Si prosegue in attesa appunto di quello, con una svolta che effettivamente qualcosa modifica e provando a caratterizzare in parte anche l'unica donna che nella storia abbia un minimo di rilevanza ovvero Sarrab (Sagnier), la prescelta da Uday che - manco a dirlo - si confiderà con Latif confessandogli l'impossibilità di reagire di fronte al potere di chi non ha nessuno sopra di lui che possa impedirgli di commettere ogni sorta di prevaricazione e sopruso. Tracce di approfondimenti psicologici abbozzati che restano nell'ambito del banale per un prodotto mainstream che riluce per la cura scenografica e una confezione di rispetto, discretamente recitato ma che a ben vedere poco offre al di là della descrizione spicciola di quanto possa spingersi oltre chi non ha limiti e quanto questo possa far ribollire il sangue di chi è cresciuto con sani principi di lealtà, correttezza e rispetto. Si ritorna intanto agli Ottanta con i filmati di guerra di repertorio e qualche pezzo in discoteca ("You Spin Me Round" dei Dead or Alive il più significativo).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/11/12 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/09/22
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Daniela 14/12/11 10:01 - 12660 commenti

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Come Saddam Hussein si circondava di sosia, così anche il figlio maggiore Uday ne ebbe uno, prelevato dal fronte di guerra e costretto a trasformarsi in doppio sotto minaccia di ritorsioni contro la sua famiglia: un simulacro di vita, in mezzo al lusso ma costretto ad assistere a scelleratezze criminali. Film tagliato con l'accetta, effettistico soprattutto nell'epilogo e con personaggi fasulli come quello interpretato da Segnier, ma reso interessante dalla ottima prova di Cooper in un duplice ruolo caratterialmente agli antipodi. Per lui ***

Greymouser 15/12/11 16:33 - 1458 commenti

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Soggetto interessante, ispirato alla vera storia di un sosia del figlio maggiore di Saddam, il famigerato Uday, morto nella guerra del 2003. Bravissimo Cooper nel tratteggiare gli atteggiamenti sadici e psicotici del giovinastro, mentre risulta più convenzionale nei panni del "doppio" buono. Per quanto scorrevole, il film si trova spesso sopra le righe della credibilità, ora per eccesso ora per difetto. La rappresentazione del regime poteva essere più complessa e approfondita, e meno didascalico-caricaturale. Comunque, guardabile.

Capannelle 28/12/11 09:10 - 4411 commenti

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Tanto bravo Dominic Cooper nel suo doppio ruolo quanto insipido il film nel suo sviluppo. Tamahori svolge il suo onesto lavoro e la confezione non delude, ma non riesce quasi mai a rendere speciale uno script prevedibile e scritto con sciagurati intenti didascalici. E allora non rimane che godersi questo carattere double-face che nella versione violenta si atteggia come uno Scarface d'oriente con le smorfie di Freddy Mercury.

Jandileida 18/11/13 15:38 - 1565 commenti

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Tolta la buona doppia interpretazione di Cooper, abile nello sdoppiarsi in diavolo (il figlio psicotico di Saddam, Uday) e acqua santa (il suo sosia), da salvare c'è pochino: qualche scena qua e là merita ma Tamahori, già autore del più cialtronesco degli 007 (e ce ne vuole), appiattisce uno spunto interessante con la solita regia scolastica non aiutato nemmeno da una sceneggiatura che fa acqua in più punti e sorvola su qualsiasi approfondimento del regime Ba'ath. Inoltre il personaggio della Sagnier è scritto male e interpretato peggio. Mediocre.

Puppigallo 2/05/22 21:55 - 5273 commenti

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Il protagonista funziona piuttosto bene nel doppio ruolo, anche se nella versione Uday Hussein sfiora spesso la caricatura; ma visto il personaggio, fuori controllo, sempre sopra le righe e schizofrenico, ci può anche stare. Certo, la pellicola in sé non racconta nulla di particolarmente originale ed è evidente che non si voglia approfondire più di tanto il dramma di quel periodo di forti contrasti che sfocerà nel conflitto. Ma anche l'evidenziare la dissolutezza, la violenza e il non dare alcun valore all'altrui vita del figlio di Saddam rende comunque l'idea del vuoto umano.
MEMORABILE: Sventramento alla festa; Saddam sul figlio: "Avrei dovuto farlo castrare appena nato"; "Beh, è morta"; "Fanculo Bassora".

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  • Discussione Daniela • 15/12/11 14:50
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    The devil's double è l'ultimo arrivato della piccola schiera di film in cui l'attore protagonista per esigenze di copione si sdoppia in due parti, anche se generalmente ciò avviene per interpretare due gemelli e non due persone molto somiglianti come in questo caso.
    Se vent'anni fa la duplicazione di Jeremy Irons in due gemelli "Inseparabili" appariva mirabile nel capolavoro di Cronenberg, in questo film - certo molto inferiore sotto il profilo artistico - l'interazione fra il Cooper fetente e il Cooper buono è talmente fluida che proprio non ci si fa caso.
    Forse i progressi della tecnica cinematografica si misurano anche (o soprattutto?) dalla loro "invisibilità"...
  • Discussione Greymouser • 15/12/11 15:44
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Ne sto completando la visione, ma credo che mi ritroverò sullo standard della tua valutazione. Vedibile, interessante, ma con più di una pecca.
  • Discussione Daniela • 15/12/11 16:09
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Ne sto completando la visione, ma credo che mi ritroverò sullo standard della tua valutazione. Vedibile, interessante, ma con più di una pecca.

    Già... gran bel soggetto, ma trattato in modo grossolano, ed è in peccato, perché Cooper mi è sembrato davvero bravo (da qui il giudizio benevolo forse oltre il dovuto).
    Ma il regista, dopo il boom dell'esordio e l'interessante opera seconda, conferma di non saper combinare molto, pur avendo buoni mezzi a disposizione...
    La locandina comunque è bellissima e, per quanto ne so, anche originale.
    Ultimamente le stanno sfornando con lo stampino, come puoi vedere in questo interessante blog che ne individua 13 tipologie:
    http://www.slashfilm.com/gallery-thirteen-hilarious-trends-movie-posters/
  • Discussione Capannelle • 28/12/11 09:47
    Scrivano - 3509 interventi
    Grazie per la segnalazione dei poster, Daniela.

    Mi ritrovo nei vs giudizi: film gestito con superficialità ma che vale la pena di vedere per la straordinaria prova di Cooper.
    Anche come festival e pubblico non ha avuto grandi riscontri.

    Dato il soggetto/genere è curioso notare che la produzione del film è europea (belga/olandese) non americana.

    Girato prevalentemente a Malta dove le macchine hanno il volante sulla destra mentre in realtà in Iraq si guida come da noi. In questo, Tamahori ha eguagliato il Polselli di Delirio caldo.
    Ultima modifica: 28/12/11 09:49 da Capannelle