Prima collaborazione tra regista tedesco e romanziere austriaco (Handke). Nella storia del portiere dilettante, la cui espulsione scatena una serie di eventi nei quali appar sempre più slegato dalla realtà, c'è già tutto il primo Wenders: immanente nel racconto e trascendente nello stile. Le forme (apparenti) son quelle del noir ma in realtà a Wim interessan le immagini, la composizione del quadro e di ciò che resta fuori da esso (l'omicidio della cassiera). Un cinema di vuoti in cui lo spettatore però non è lasciato solo, ma è ambiguo partecipe. Magnetico.
MEMORABILE: Gli oggetti della quotidianità che sempre circondano Block e coi quali sembra non aver nessun legame, come evidenzia la mdp.
Portiere di calcio alla riscoperta del suo passato, in un vortice che ondeggia tra l'on the road austriaco con un'atmosfera particolare e passaggi surreali come quello che lo vede far fuori la cassiera conosciuta poche sere prima. Ma non si tratta di un violento né di un disadattato, anzi è più un nostalgico: il dubbio su cosa veramente lo spinga non viene sciolto da Wenders, che si diletta con altro. Film un po' molle nella parte centrale. Attori ben diretti.
Portiere professionista girovaga per Vienna dopo una partita in cui è stato espulso. Il tempo sembra sospeso negli incontri, e anche quando la piega si fa drammatica, il protagonista sembra inerte. Pochi contenuti proposti, gli atteggiamenti passano dal nichilista all’irrequieto, dal malessere alla provocazione. Wenders ha il senso del racconto anche se non si capisce il vero senso del film; l’alienazione è presente come fosse una normalità. Primi accenni di ammirazione verso l’America, tipici poi del suo cinema.
MEMORABILE: Il buco nella tasca; La rissa provocata alla locanda; L’identikit.
Un portiere espulso dal campo vaga per la città di Vienna, incontra una ragazza e la uccide senza motivi apparenti. L'aspetto poliziesco è presto degradato al rango di scusa, il film è un apologo esistenzialista su un personaggio in crisi d'identità, alla ricerca di un "Ubi Consistam". Il suo ruolo, portiere, è metafora di chi attende che qualcosa si compia e cerca, spesso inutilmente, di prevederne l'andamento. Registicamente, il neorealistico percorso di visione da cui parte Wenders sfocia qui in una riflessione senza risposte. Ricca colonna sonora.
MEMORABILE: "Sono Josef Bloch. Volevo dire mi chiamo Josef Bloch"; "È un'immagine strana vedere il portiere senza il pallone correre avanti e indietro in attesa".
Wim Wenders HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoXtron • 31/08/16 21:58 Servizio caffè - 2149 interventi
Ecco il dvd RHV
Audio tedesco
Sottotitoli in italiano
Formato video 4/3 fullscreen
Durata 1h38m58s
Extra: Presentazione del regista, cortometraggio "Same player shoots again"
Il film uscì sottotitolato nel 1980, distribuito da Lab80, che in quegli anni portò in Italia parecchi titoli in versione originale (Alice nelle città, La tenerezza del lupo).