Hellraiser: Revelations - Film (2011)

Questo ennesimo sequel del capolavoro del 1987 viene realizzato di corsa dalla casa produttrice per non perdere i diritti sui personaggi. Che la saga fosse in caduta libera dal quarto capitolo era cosa risaputa, ma questo lavoro tocca nuovi apici negativi. La trama non sarebbe neanche male, ma la realizzazione è davvero pessima. A partire dall'assenza del mitico Bradley, cast totalmente anonimo (Pinhead senza spessore alcuno). Altrettanto ridicoli i nuovi cenobiti (tra cui un sosia di "testa chiodata"). Prontamente rinnegato da Barker.

Sinceramente è difficile capire il successo della saga più bigotta e ipocrita mai concepita. Bigotta perché il suo motto è "chi insegue il piacere trova il dolore", ipocrita perché si nutre proprio delle sanguinose conseguenze dei crimini. I Cenobiti sono studiati ad arte per essere oggetto di culto e merchandise, ma lasciano freddi e indifferenti i non amanti del sadomasochismo. In questo capitolo assistiamo a un florilegio di volgarità, con un protagonista che recita in modo approssimativo. Solo per i fedelissimi di Barker (ma forse nemmeno).

La saga era già in coma profondo, ora è proprio defunta: micro budget, attori semi-amatoriali, un raccontino che, mentre profana i dogmi dei primi due capitoli, richiama intrighi familiari neanche fossimo in una puntata di Beautiful. Il tutto in una confezione scadente e televisiva; l’unico (forse) punto di forza sta nell’aver tentato di riportare al centro della storia la scatola e i Cenobiti. A proposito di questi ultimi, il nuovo Pinhead è uno stoccafisso: vedendo il film s’intuisce perché Doug Bradley abbia rifiutato la parte. Robaccia.

Ai limiti dell’amatoriale e realizzato con quattro soldi avendo come unico scopo non perdere i diritti d’autore relativi ai personaggi della saga. Se le basi erano queste il risultato non poteva che essere disastroso. C’è il solito epilogo che ha caratterizzato gli ultimi episodi della serie in cui Pinhead fa tabula rasa, ma per il resto non vale nemmeno troppo la pena spendere parole per denigrare un prodotto fallato in partenza. Viene da chiedersi quanto sia veramente necessario realizzare simili operazioni. Nel dubbio è meglio passare oltre.

Mediocre e non poco nella confezione (la fotografia ricorda quella dei telefilm e serial tv americani degli anni 2000), questo ennesimo (attualmente siamo al penultimo, ma mai dire mai..) capitolo della ormai bollita saga di Hellraiser delude, ma poteva anche essere peggio. Il nuovo Pinhead chiaramente non regge il confronto con l'impareggiabile Bradley, l'originalità latita e si pescano idee dal primo capitolo (il senzatetto in realtà strumento del male, il ragazzo che ha bisogno di sangue per ricostruirsi, il furto della pelle).