Il cuore rivelatore - Corto (1934)

Cortometraggio in 16mm, di ispirazione espressionista, che rappresenta l'esordio assoluto di Mario Monicelli alla regia, accreditato nei titoli solamente come assistente. Il film è difficilmente giudicabile: impreciso e praticamente amatoriale, possiede comunque un fascino naif che lo rende digeribile nonostante i luoghi comuni e le (notevoli) ingenuità. Scenografie (spoglissime) di Alberto Lattuada. Molto curioso, al di là degli effettivi meriti artistici (molto limitati).

Davvero ottima questa versione del racconto di Poe, resa con una forte tensione in crescendo, che si avvale di un registro espressionista (anche con uso di inquietanti sovraimpressioni) temperato a una più dimessa quotidianità (e a un insinuante sfondo religioso). Notevole l’idea visiva di uno spazio quasi carcerario per ambientare, come per un hysteron proteron, il luogo del delitto. E tutto questo per mano di due registi di 19 e 20 anni, coadiuvati da uno scenografo coetaneo (Lattuada)! Piccoli artisti cresceranno, ma già stupiscono.

Più che un'opera a sé stessa pare l'esercitazione di uno studente all'ultimo anno del corso. Si riecheggia solo superficialmente il canone espressionista; non s'intravede infatti una vera coerenza stilistica durante l'intera durata. Ci si distacca, insomma, dalle grevità del realismo senza, tuttavia, mai entrare decisamente in quelle allucinatorie del cinema tedesco degli anni Venti che pur sembrano la meta del giovane Monicelli. Discreta la scenografia, ma anche qui fa capolino la maniera.