Il piacere - Film (1952)

Il piacere
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Titolo originale: Le plaisir
Anno: 1952
Genere: drammatico (bianco e nero)
Regia: [3e] Max Ophüls
Note: Tre episodi tratti da novelle di Maupassant: 1)La maschera; 2)La maison Tellier; 3)La modella.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/10/11 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 12/10/11 10:01 - 4562 commenti

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Max amore mio: il film visto il quale non potrete più esser indifferenti al cinema di Ophüls. Svolgendo sullo schermo 3 racconti di Maupassant, il regista tedesco enfatizza le sue peculiari doti stilistiche (inquadrature impervie, movimenti vorticosi della mdp, ritmo instancabile) e tematiche: la maschera della frivolezza che cela sofferenza e dolore, la purezza nascosta dietro le situazioni più scabrose (il bordello), il sacrificio e l'esasperato romanticismo (la modella). La masque vertigine di decadenza; Maison Tellier capolavoro assoluto; tenue La modella.
MEMORABILE: L'entrata in pista da ballo dell'uomo in maschera e il suo balletto convulso prima di precipitar a terra; I movimenti di gru fuori dalla Casa Tellier.

Mickes2 29/10/12 12:10 - 1670 commenti

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Che sbalorditivo caleidoscopio di registri narrativi e sentimenti. Prendendo a modello tre racconti di Maupassant, Ophüls compone un mosaico stilistico-figurativo di folgorante bellezza e incisiva pregnanza contenutistica. Il dolore di un tempo che non c'è più, forzatamente nascosto in superficie in un'effimera felicità. Il cuor nobile nascosto dietro l'apparente nefandezza e il cuore impuro nascosto dietro l'apparente nobiltà; e infine, il vero amore consegnato e poi non ricambiato, la morsa del tempo che stringe ed esplode nella tragedia.
MEMORABILE: Il piano sequenza con la mdp che spia la donzella nella Casa attraverso le grate delle finestre.

Liv 5/02/16 15:37 - 237 commenti

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Non conosco tutto Max Ophüls, solo questa bellissimo film basato su tre racconti di Maupassant, in francese sottotitolato, con voce fuori campo di Jean Servais, molto corposa ma non del tutto chiara. La chiave sta nel suo citare lo scrittore «le bonheur n'est pas gai» (scrivo a braccio). Tutti e tre gli episodi sono emozionanti, specie i primi due, mentre il terzo eccede in romanticismo tutto francese. Il suo bianco e nero è più ricco del colore usato dalla maggior parte degli altri registi.
MEMORABILE: Ambroise, che arriva eccitato, correndo, già con le braccia alzate, tutto mascherato, fino a raggiungere le ballerine, che saltano e alzano le gonne.

Rufus68 20/10/16 21:53 - 3845 commenti

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Cosa resta del feroce sarcasmo antiborghese e del cupo senso di morte dei racconti maupassantiani? Ben poco. La superficie del film risplende magnifica (la messinscena, i movimenti di macchina, i toni del bianco e nero) ed è, pertanto, capace di rendere il felice fluire della pagina letteraria; a tratti s'avverte, tuttavia, la mancanza di un vero sentimento tragico (almeno nel primo e nel terzo episodio) che solo la voce narrante di Servais riesce, in parte, a compensare. Una gioia per gli occhi, comunque.

Daniela 13/03/17 10:11 - 12672 commenti

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Si apre con ballo tragico e grottesco di un damerino mascherato che pare uscito da un affiche di Toulose-Lautrec, si conclude con una parabola su come sia effimero un legame basato solo sull'attrazione sessuale, destinato però paradossalmente a cementarsi nel sepolcro matrimoniale. Nel mezzo l'episodio, disteso e corposo, ispirato ad uno racconti più celebri di Maupassant: la maison Tellier rivive sullo schermo conservando il profumo della pagina scritta grazie alla sublime maestria della regia di Ophüls, la morbidezza della fotografia, le note della colonna sonora: arte al servizio dell'arte.
MEMORABILE: Il can can con le ballerine; La cerimonia in chiesa; "La felicità non è allegra"

Bubobubo 14/12/19 23:54 - 1847 commenti

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Il contenuto, qui più che in altre prove di Ophüls, non sempre si dimostra all'altezza della forma. La suddivisione in episodi, marcata anche temporalmente, permette di cogliere da subito pregi e difetti dell'operazione: prima novella impregnata di un crepitante pessimismo esistenziale, terza veemente satira imperniata sulla distanza incolmabile che in un rapporto si dà tra il vero sé e la rappresentazione che si intende presentare all'esterno. Piuttosto discontinuo il quadro centrale, di cui si apprezza la sottile comicità. Morale cristallina.
MEMORABILE: Il terzo episodio.

Kinodrop 3/02/24 19:35 - 2957 commenti

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Il non facile compito di trasporre in immagini la complessità e lo spessore di un'opera letteraria viene qui risolto attraverso un fantasmagorico uso della mdp e delle luci, insieme a un montaggio avveniristico che individua il senso di vitalità (ma anche di caducità) che denota i racconti di Maupassant. Laddove l'immagine non è sufficiente, il regista ricorre a una voce fuori campo che eccezionalmente non sembra ridondante, per cui le tre novelle, anche se disuguali nella durata, conservano la forza di un pensiero profondo anche nelle situazioni apparentemente più frivole.

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