L'amore che resta - Film (2011)

L'amore che resta
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Titolo originale: Restless
Anno: 2011
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto da una pièce teatrale di Jason Lew e presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2011.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/10/11 DAL BENEMERITO XAMINI
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Cotola 24/10/11 00:33 - 9043 commenti

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Sembra un Van Sant completamente diverso dal solito ma lo è solo in apparenza. Come in gran parte del suo cinema, infatti, i giovani sono protagonisti e come spesso accade si confrontano col tema della morte. E se è vero che la storia non è molto originale, è anche vero che il regista la racconta con grande pudore, senza vellicare la pancia degli spettatori ma anzi riuscendo ad essere anche ironico e raggiungendo alte vette di dolcezza senza mai però essere sdolcinato e melenso. Da applausi la prova dei due giovani protagonisti.

Xamini 8/10/11 14:33 - 1252 commenti

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Lui (il figlio dei Dennis "Easy Rider" Hopper) è perfetto nella parte del ragazzo dissociato, che vive un mondo a sé, fatto di un amico kamikaze direttamente dalla WWII che lo sfida (e batte) perennemente a battaglia navale (un Donnie Darko ancora più stralunato). E di una dipendenza dai riti funebri. Durante uno di questi conosce una fanciulla malata di tumore e amante di Darwin. L'incontro tra la follia di lui e la vitalità di lei produce una leggerezza che accarezza lo spettatore mentre Van Sant lo porta a spasso lungo il pesante tema della morte o, se preferite, della vita a termine. Ne risulta uno dei più belli film romantici di sempre.
MEMORABILE: Loro sull'asfalto, contornati di gesso. Il finale.

Rebis 19/10/11 20:56 - 2337 commenti

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La morte. Questa sconosciuta. Gli adolescenti di Van Sant ne sono ossessionati, posseduti. La cercano, la rappresentano, la irridono: rimane l'unica idea al mondo a cui non si possono abituare. Un soggetto potenzialmente lacrimogeno che nelle mani di Van Sant diventa un film terso, essenziale, dolcissimo; improntato a un classicismo formale capace ormai di commutare qualsiasi storia in un'espressione stilistica, in uno sguardo autoriale sul mondo. Soundtrak fluviale. Abbacinante la sobria bellezza dei due interpreti.

Galbo 6/03/12 05:49 - 12392 commenti

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Si muove su un terreno minato (quello del "cancer movie") il regista Gus Van Sant per questo film su un amore tra una malata terminale e un ragazzo con seri problemi esistenziali. La scommessa è vinta grazie al tono leggero e ispirato e alla splendida caratterizzazione dei personaggi. Ancora una volta per affrontare il tema della morte, è opportuno realizzare un film il più vitale possibile e che alla vita è aderente. Ottime le interpretazioni dei due protagonisti.

Paulaster 1/04/12 12:35 - 4417 commenti

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Van Sant dirige bene la sua storia, con mano delicata, anche se la trama non è sempre all’altezza e in alcuni momenti rasenta la gratuità nelle situazioni. Imperdonabile il copiare Harold e Maude sulla frequentazione di lui a funerali di gente sconosciuta. Dei due attori, lei si destreggia meglio nell’inscenare i sentimenti, anche se il doppiaggio fa sembrare il film rivolto ad un pubblico di infanti.

Mickes2 14/05/12 15:41 - 1670 commenti

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Dolcissimo racconto di un microcosmo adolescenziale in cui Van sant si addentra con lucidità analizzandone i desideri, l’essere consapevoli di sé stessi, la speranza e la serena disillusione. È un atto purissimo ed essenziale, romantico e ironico al tempo stesso vissuto in circostanze sofferenti, come possono esserlo la malattia terminale e il lutto. Ma non si tratta di esorcizzare un evento tragico, al contrario, viverlo ancor più intensamente, godere anche di ciò che può sembrar più distante dalla vita traducendo il tutto in autentico intimismo.
MEMORABILE: Il finale struggente; L’espressività, il fascino e la bellezza tutta androgina di Mia Wasikowska.

Rullo 26/05/12 23:34 - 388 commenti

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Sceneggiato di pregevole fattura per un soggetto di grande interesse. Lui, traumatizzato a vita dalla morte, lei che la morte non la teme. Storia d'amore e di drammi dal buon ritmo e dai bravi interpreti. Come primo incontro con il figlio del grande Dennis Hopper non ci si può affatto lamentare, risultando lui pienamente in parte. Coinvolgenti anche le onnipresenti musiche. Sviluppo della storia con Hiroshi davvero degno di nota.

Nancy 30/08/12 19:49 - 774 commenti

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Bello e delicato film pieno di sfumature toccanti, come Van Sant sa fare, valorizzando l'armonia di ogni inquadratura coi colori giusti e un'ottima fotografia. Due ragazzi si incontrano a un funerale (à la Harold e Maude) e s'innamorano, ma lei ha il cancro: sembra una storia banale e melodrammatica ma ha invece una sceneggiatura mai smielata e che anzi aggiunge dei momenti simpatici, l'ombra oscura del melò svanisce in un colpo; se poi a tutto ciò si aggiunge la bravura e la bellezza dei due giovanissimi protagonisti, il film diventa una piccola perla.

Nando 4/01/13 12:48 - 3814 commenti

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Una tenera storia d'amore adolescenziale tra una malata terminale e un orfano. Una bella caratterizzazione provvista di alti momenti poetici. Intensi i due protagonisti. Nonostante la drammaticità dei temi trattati, la pellicola sfodera una notevole dose di ottimismo senza scadere nel melenso. La non eccessiva lunghezza evita inutili trascinamenti emotivi.

Pigro 9/03/13 10:39 - 9666 commenti

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Parte benissimo, raccontando di un nuovo Harold affascinato dai funerali, con il kamikaze amico immaginario. Poi arrivano le spiegazioni, che tendono a banalizzare il legame giovanile con la morte. Infine, approda a una sdolcinata e lacrimevole Love story, melensa ancorché impeccabile e convincente. Un film che inizia come folgorante apologo sull’adolescenza e finisce come una pellicola sentimentale, con musichette languide a far da contorno. Una bella storia, girata con grazia (ma senza colpi d’ala), che poteva essere migliore.

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Saintgifts 12/07/13 09:13 - 4098 commenti

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L'amore giovanile, specie se rappresentato da due giovani così particolari, come in questo film, è sempre qualcosa che commuove e fa riconciliare con la vita. Direi che fa senz'altro capire il vero senso della vita, tutto il resto sono accessori utili, qualche volta necessari, per portare avanti l'unica cosa che conta, l'amore. Il film parla anche - e molto - della morte e dell'aldilà, che Enoch (ottimo Henry Hopper assieme a Mia Wasikowska) nega esistere, nonostante la presenza di Hiroshi. Van Sant conduce senza scivolare nel patetico.
MEMORABILE: "...La morte è facile, è l'amore che è difficile". La messa in scena, dei due giovani, dell'atto finale.

Giùan 20/11/13 06:44 - 4559 commenti

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Soave e delicato: queste le prerogative di un'opera che ha nella inusitata “misura” il suo caduco eppure inespugnabile punto di forza. Van Sant costruisce il film come un fiore dai petali d’acciaio, di cui riesce a farci sentire freschezza e al contempo la mortalità. Una pellicola che non ha paura di mostrare le proprie fragilità e debolezze (anche cinematografiche). Diviso da sempre tra attrazione classica e analisi sperimentale il regista trova qui una nuova sintesi, a forte rischio di evanescenza eppure stimolante. Essenziali Hopper e la Wasikowska.
MEMORABILE: Hiroshi, sorta di materializzazione e rivisitazione ectoplasmatica dell’Harvey del tempo che fu.

Belgazzara 14/12/14 20:17 - 27 commenti

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Su un terreno indubbiamente scivoloso come quello della morte e della malattia Van Sant ci consegna una pellicola evanescente e priva di stimoli, dove tutta la forza sperimentale che di solito caratterizza il regista pare scomparire dietro due chitarrine indie di un film del Sundance di quindici anni fa. Se in Elephant o Paranoid Park i turbamenti dei suoi giovani personaggi ti scorticavano il cuore, qui - forse per scongiurare un'inammissibile etichetta mélo - rimane tutto eccessivamente delicato e sottopelle e francamente anche un po' noioso.

Schramm 5/03/16 16:21 - 3495 commenti

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Verrà la morte e avrà gli occhi sognanti degli innamorati, ma la Fine non sarà subito dopo: è anzi lo scambio ferroviario tra tramonto e alba, l'abbrivio propulsivo della vitalità, la scaturigine di tutto. Riconosciutisi nella specie blattoidea necrofaga e al contempo nel cadavere-humus, Annabel e Enoch trascendono la malattia, risignificano Darwin. Tra tentazione calligrafica ed entomologica, Van Sant stenta a far affiorare il sehnsucht, declassato a freddo sottotesto in balia di un non meno calcolato estetismo. Sarà la colpevolezza degli astri a esuberare i difetti di un Van Sant ombelicale.
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  • Discussione Qed • 16/10/11 23:22
    Galoppino - 166 interventi
    Essendo assolutamente privo del tempo necessario per un commento, approfitto comunque di questo spazio per esprimere (e ricordare a me stesso per il futuro) il mio vivo apprezzamento per questa pellicola, che alla prima visione mi è parso rasentare il pallinaggio pieno.
    Mi riservo verifiche ulteriori perché il film è davvero bellissimo.
  • Homevideo Gestarsh99 • 27/11/11 15:24
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 22/02/2012 per Sony Pictures:

  • Curiosità Schramm • 5/03/16 16:32
    Scrivano - 7694 interventi
    *curiosità

    Del film esiste anche una versione 2.0 muta, di 73', contenuta come extra nel dvd.