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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Il filone demoniaco è esaurito da un pezzo, ma c'è sempre chi tenta di rinverdirne i fasti con qualche operazione commerciale senza troppe pretese. E così c'è posto anche per THE SEVENTH SIGN, megaproduzione hollywoodiana che approfitta della bella Demi Moore allora in dolce attesa per rendere ancora più credibile la pancia della donna che dovrà partorire il bimbo senz'anima, ovvero il Settimo Segno che aprirà le porte dell'Apocalisse. Diretto con piglio sicuro da Carl Schultz, il film può contare su un cast di prim’ordine ed effetti speciali apprezzabili ma, come a suo tempo accadde per l'altrettanto “superpompato” SENTINEL (però girato...Leggi tutto perlomeno quando il genere satanico andava alla grande), il risultato è fiacco, privo di un briciolo di originalità. Demi Moore sembra più antipatica che brava: si limita a spalancare i suoi begli occhioni verdi il più possibile perdendo clamorosamente il confronto con la madre di tutti i demoni, l'eccezionale Mia Farrow del seminale ROSEMARY’S BABY. A differenza del capolavoro di Polanski qui il nascituro lo riusciamo anche a vedere: a noi pare normale ma chi può assicurarci che non si trasformi in qualcosa di simile al suo celebre “collega” Damien Thorne? Interrogativi inutili, vista la chiusura del film, deludente. Intriso di cristianesimo a buon mercato, LA SETTIMA PROFEZIA non si distingue per alcun particolare, mostrandoci esattamente ciò che anche i più privi di fantasia possono immaginare: reazioni divine nell'ordine di palazzi che tcrollano improvvisamente (vedi IL TOCCO DELLA MEDUSA), grandinate letali e altre amenità. Il classico prodotto studiato a tavolino per accontentare i fan accaniti del genere, ma che si lascia comunque vedere.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Mco, Jena - Non male, dopotutto:
Nicola81 - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Rigoletto, Pumpkh75, Anthonyvm - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Ciavazzaro, Cotola - Gravemente insufficiente!:
Undying
Effetti speciali garantiti dall'ingente budget; un'attrice di certa importanza (pur mal utilizzata) come la bella (e realmente incinta) Demi Moore e un rimescolare di tematiche ormai fuori moda in vigore nel decennio precedente (Rosemary's Baby e Omen su tutti). La Settima Profezia è un prodotto ottimamente confezionato, quanto pessimamente sceneggiato. È privo di contenuti e si avvicenda, caoticamente, su territori biblico-cristiani, senza passione e per pura finalità commerciale. Molto meglio il nostrano (e artigianale) Holocaust 2000.
Fiacco film appartenente al filone apocalittico. Demi Moore nei panni di una normale donna che vuole disperatamente partorire offre un'interpretazione decisamente dimenticabile (e ofrre un curioso nudo con tanto di pancione). Alcune scene come quella dell'esecuzione o la tempesta saranno anche ben realizzate, ma la chiusura è davvero indegna e le poche cose buone durante la metà del film sono distrutte. C'e di peggio, ma anche di molto meglio.
Brutto film, appartenente al filone demoniaco, che non riesce a sfruttare il budget
sostanzioso a disposizione a causa di una sceneggiatura priva di spunti originali che
induce perciò alla noia lo spettatore cui poco importa ciò che accade sullo schermo.
Molti effetti speciali, un cast incolore e poco altro.
Il difetto più grande che ho trovato in questo film consiste nel fatto che, per essere una pellicola che tratta della fine del mondo, scorre via troppo placidamente. Malgrado la buona partenza la tensione è zero, ritmo quasi, buchi di sceneggiatura grandi come voragini. E dire che gli attori di peso c'erano, anche se forse Prochnow non era l'attore più indicato per il ruolo che aveva. Il mestiere compensa sino ad un certo punto, poi non basta più. Migliori Biehn e la Moore, ma senza strafare. ** bastano e avanzano.
Piccolo classico dei palinsesti di metà anni '90, incentrato sulle letture bibliche più spaventose per l'uomo: quelle che trattano dell'Apocalisse. Alla magnifica Demi Moore tocca l'ingrato compito di salvare l'umanità dall'avverarsi della profezia del bimbo senz'anima. Tutta la prima parte, immersa nella pioggia incessante e nel tetro incensante, accompagna lo spettatore in un limbo di stordimento e curiosità. Poi arrivano le spiegazioni e il rush finale. Da non perdere, con un Prochnow dagli occhi gelidi...
Parte benissimo dai blocchi (la cittadina congelata nel deserto mette i brividi e non è il freddo) ma poi l’Apocalisse diventa un thè pomeridiano con Demi Moore passato a parlare della maternità e il papocchio finale, ridanciano e pure contraddittorio, conferma il declassamento progressivo. Sotto i baffi, però, si lascia vedere lasciando sempre accesa la fiammella della speranza: merito di un tema universalmente inquietante e della professionalità elargita. Modesto ma con dignità.
Anche se rivisto risulta meno inquietante, è comunque fin troppo sottovalutato questo fantathriller impreziosito da interessanti riferimenti biblici. L'incipit è molto intrigante, poi ci si adagia all'interno di tematiche già ampiamente scandagliate; la tensione non è di quelle che si tagliano col coltello e la messa in scena non proprio scintillante, ma la sceneggiatura resta scorrevole. Demi Moore (che incinta lo era davvero) sfrutta al massimo lo sguardo ma è decisamente in parte, bravo anche Prochnow.
MEMORABILE: Il villaggio congelato nel deserto; La spiegazione del guf; Il finale.
Nonostante i molti richiami al genere (la gravidanza polanskiana, le gite mistiche in giro per il mondo alla Friedkin, le manifestazioni apocalittiche di Donner), quello di Schultz si delinea più come un thriller biblico che non un horror demoniaco. Satana c'entra poco e nulla: questa volta sono i distruttivi piani dell'Onnipotente a minacciare il mondo, mentre l'eroina incinta della situazione (una giovane Moore) custodisce in grembo l'ultima speranza per l'umanità. La buona fattura generale non salva uno script ricco di banalità e scevro di sussulti. Finale cristianamente mieloso.
MEMORABILE: La neve nel deserto; L'uccisione del prete; I flashback onirico-cristologici; Mai toccare un rabbino; La grandine; L'esecuzione dell'inbred fanatico.
Piccolo cult del genere apocalittico fortemente cristiano, visto l'evidente messaggio anti abortista, anti pena di morte e pacifista. Il prologo quasi friedkiano a Haiti e sulle macerie della nuova Sodoma intriga non poco, poi si ha qualche inceppamento narrativo ma rimane una certa tensione ben alimentata dalla soundtrack mistica di Nitzsche. C'è una giovanissima e paffutella Demi Moore in versione mariana, mentre Prochnow è perfetto come compassionevole Cristo dagli occhi di ghiaccio ritornato sulla Terra. Effetti speciali così così. Geniale l'dea del prete Cartafilo/Longino.
MEMORABILE: L'effetto del sigillo sui pesci del mare; La città nel Negev distrutta dalla grandine; La leggenda del bimbo senz'anima; Le visioni della Passione.
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- Demi Moore: gavetta nel b-movie
Curiosa carriera professionale, quella di Demi Moore, per certi versi simile (o parallela) a quella di Sharon Stone.
E non solo per problemi di alcolismo, ma per talune pellicole nelle quali si è dovuta barcamenare.
Oltre a questo stravagante (e poco riuscito) film incentrato su un'apocalisse prossima ventura, la bella Demi Moore, ancora distante dalla celebrità, dovette recitare in una scalcagnata produzione di Charles Band, datata 1982: Parasite. - Il ruolo di Ellen DeGeneres in questo film tu tagliato al montaggio.
Fonte:Imdb - Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 26 marzo 1993) di La settima profezia:
