Le donne del sesto piano - Film (2010)

Le donne del sesto piano

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nella Parigi dei Sessanta una coppia benestante tronca i rapporti con la vecchia domestica dopo venticinque anni. Tocca alla moglie, Sandrine (Kiberlain), sceglierne una di nuova e, consigliata dalle amiche, si rivolge a una sorta di convento che gestisce un gruppo di spagnole perlopiù fuggite dalla dittatura franchista. Scelta la più dolce, Maria (Verbeke), la donna sembra soddisfatta e pure suo marito, Jean-Louis (Luchini), non appena può assaporare finalmente il suo uovo alla coque cotto come si deve, non ha dubbi. Ma il sorriso radioso, la fierezza e l'impeccabile contegno di Maria hanno quasi da subito il potere di stregare Jean-Louis, annoiato dalle giornate tutte uguali che trascorre insieme...Leggi tutto a sua moglie, dedita alla manicure, alla sarta e al bridge. Scopre anzi che la lo attrae molto di più la vita semplice e carica di energia delle donne del sesto piano, per l'appunto, ovvero le spagnole che lavorano negli appartamenti del condominio e abitano tutte insieme lassù, nella miseria di stanzette spoglie col bagno in comune. L'uomo ne diventa amico, si affeziona, le aiuta in ogni modo diventando il loro benefattore, anche se a tutte è evidente l'attrazione che prova per Maria. Una commedia aggraziata, misurata, molto ben recitata da un cast in cui non c'è una faccia fuori posto. Senza dover ricorrere alle armi tradizionali della commedia, quindi senza indulgere in battute e gag che ne alzino forzatamente il grado di divertimento, il regista Philippe Le Guay punta piuttosto sull'esplicitazione dei sentimenti: il bravo Luchini sa elegantemente mostrare il recupero dell'entusiasmo perduto lasciandosi contagiare dalla spontanea allegria e dalla simpatica complicità delle donne (tranne una, apparentemente scontrosa anche perché Franco, il dittatore, le ha sgozzato i genitori di fronte), pronte a ringraziarlo sentitamente stupendosi di fronte a tanta disponibilità. Anche la moglie di Jean-Louis non capisce cos'abbia: lo vede su di giri e si convince che lo sia per averla tradita con la bella "mangiatrice di uomini" di loro conoscenza, che incontrano a feste e ricevimenti. Il film si gioca quasi esclusivamente sulla differenza tra ricchi e poveri riuscendo a non scadere nella banalità di un ritratto troppo manicheo della società del tempo. Naturalmente sarebbe stato impossibile non marcare l'abisso di agi che separa la fredda coppia benestante dalle spensierate donne del sesto piano, ma gli eccessi vengono riservati quasi esclusivamente ai due figli di Sandrine e Jean-Louise, vero concentrato di insopportabile altezzosità. Jean-Louis cambia invece atteggiamento quasi da subito e Sandrine si mostra sempre affettuosa e gentile, con Maria. L'abilità sta nel saper riproporre più volte situazioni molto simili variandole con una regia intelligente, che coglie aspetti talvolta diversi, scava nel passato di Maria e nella malcelata gelosia di Jean-Louis nei suoi confronti. Ma l'evoluzione del rapporto è sviluppata con naturalezza, complicità. E la contagiosa serenità di Maria, la solarità del suo sorriso mai sciocco diventano armi di un'involontaria seduzione che scioglie il cuore di un Jean-Louis alla scoperta di un mondo nuovo e assolutamente attraente, per un abitudinario come lui. E se anche Carmen Maura (è la zia di Maria) si confonde nel ritratto generale significa che l'abilità nella direzione del cast è esemplare. Certo, si resta in superficie, ma non è facile farlo mantenendo rigore, personalità e lasciando trasparire così mirabilmente l'umanità dei personaggi. Le Guay ci riesce e ottiene un film originale nel tipo di ambientazione, molto meno nella delineazione dei caratteri e nel disegno complessivo, tradizionale al punto da cancellare la percezione della ricostruzione storica. Finale commovente e coerente che sposa semplicità e maturità, come il film.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/11 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/04/20
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Myvincent 1/10/11 08:11 - 3743 commenti

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Un "su e giù per le scale" divertente e su cui riflettere, fra abitudini alto-borghesi e lotta per la sopravvivenza di un gruppo di cameriere spagnole che arrivano in Francia durante il buio periodo franchista. Le spagnole di allora sono gli altri etra-comunitari di oggi. Si ride, ma mai a vuoto, in questa favola intelligente a lieto fine, dove all'irresistibile cast si unisce una storia dai risvolti brillanti.

Galbo 20/11/11 08:28 - 12398 commenti

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Piacevole commedia francese ambientata negli anni della dittatura spagnola di Franco. La protagoniste sono immigrate spagnole in Francia e il film presenta qualche riferimento politico-sociale decisamente funzionale alla storia. I rapporti di classe e la critica alle convenzioni borghesi costituiscono l'asse portante del film. Pregevoli la ricostruzione ambientale e la prova del cast, con l'ottimo Fabrice Luchini sicuramente uno dei migliori attori francesi contemporanei.

Ilcassiere 1/12/11 20:52 - 284 commenti

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Divertente, allegro, delicato, avvincente, poetico e sentimentale, insomma un film bellissimo. Un incontro tra proletariato e borghesia, tra Spagna (nel periodo della dittatura di Franco) e Francia, tra donne che hanno lavorato e sofferto e donne viziate. Mai banale, condito da bei dialoghi e musica allegra, è davvero uno dei migliori film di quest'anno.

Stefania 28/01/12 14:12 - 1599 commenti

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Campo-controcampo, grigiore-colore, solidarietà tra le immigrate ed egoismo tra i benestanti, noia negli agi e allegria nella miseria: Le Guay sembra un professorino che segna sul registro i "buoni" da una parte e i "cattivi" dall'altra. Il conflitto (anzi, l'incomunicabilità) tra classi si risolve, poi, nella maniera più scontata ed estrinseca: il padrone che si innamora della più carina delle cameriere spagnole del sesto piano! Restano il brio di Luchini, la meticolosità formale nella ricostruzione degli ambienti, ma resta anche il retrogusto metallico della superficialità e del buonismo.
MEMORABILE: Le cameriere che puliscono casa danzando sulle note di "Itsy bitsy teeny weeny"; L'orrida macchietta della riccastra mangiauomini.

Daniela 24/03/12 09:59 - 12666 commenti

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Negli anni '60, ricco borghese parigino di mezz'età prende una sbandata per la sua giovane cameriera, immigrata spagnola come tante altre connazionali in fuga dalla miseria: ridotto all'osso, un plot a forte rischio di cadere nel banale, ma si tratta invece di una commedia deliziosa, in cui il gioco dei contrasti è intessuto di ironia e leggerezza. Luchini è il canarino chiuso in una gabbia d'oro di agi e conformismo, ed è, prima ancora dell'amore, la scoperta della diversità e di un pò di calore umano a fargli spiccare il volo. Tenero, romantico.
MEMORABILE: La madre al figlio che vuol fare il ginecologo: "Ma è abominevole! Ti immagini passare tutto il giorno con la faccia fra le cosce delle donne?"

Nando 21/01/13 15:17 - 3816 commenti

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Simpatica commedia francese sulle differenze di classe con la contrapposizione borghesia triste-proletariato allegro. Il ritmo è abbastanza interessante, con buoni momenti brillanti inframmezzati da critiche rivolte al vicino regime spagnolo. Qualche briciolo di ruffianeria emerge nel finale buonista. Buono il cast, con Luchini appropriatissimo.

Jandileida 6/04/14 10:01 - 1565 commenti

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Una favoletta che si lascia guardare perché è garbata, simpatica, ben recitata (sopratutto da Luchini e Kiberlain) e girata dignitosamente. Certo la storia del "padrone" (ricco ma insoddisfatto) che si innamora non solo della "serva" (povera ma felice) ma anche del proletariato spagnolo sfuggito alla repressione franchista non è il massimo dell'originalità, oltre a riproporre il trito mito dell'amore come livella sociale e il rischio di una deriva "da pasticceria" fa capolino in maniera prepotente nella parte finale del film. Gradevole ma un po' vuoto.

Kinodrop 26/07/19 18:30 - 2956 commenti

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Commedia dal taglio intelligente e dalla struttura teatrale sia come tematica che come svolgimento, resa attuale da tanti riferimenti politici e sociali in un'Europa ancora disuguale. In un grande condominio padronale si innesca un intreccio che contrappone una famiglia borghese a un gruppo di domestiche uscite dalle strettoie della Spagna franchista, con in mezzo situazioni che evolvono verso simpatia, tolleranza e amore. La sceneggiatura brillante e il cast azzeccatissimo dribblano il rischio di un facile schematismo e fanno la felicità della pièce.
MEMORABILE: I tempi per l'uovo alla coque; L'allegria e il calore del gruppo delle donne; Joubert e la bella Maria; Gli "impegni" della moglie.

Didda23 10/09/19 10:36 - 2426 commenti

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Un'opera che può indispettire un pubblico che non tollera il buonismo borghese, perché Le Guay contrappone da una parte la freddezza e cattiveria dell'alta società francese e dall'altra la minoranza spagnola (sempre felice e sorridente) che si arrabatta alla bell'è meglio. Resta, tuttavia, un'opera con meravigliosi tempi da commedia brillante senza cadute di tono e con uno splendido Fabrice Luchini che sa dipingere il proprio personaggio con svariate sfumature. Qualche momento più riflessivo fa da contraltare a svariati altri che sconfinano quasi nel comico.
MEMORABILE: Luchini che inavvertitamente spia le grazie della nuova cameriera; La solidarietà fra spagnole; Il nuovo alloggio al sesto piano.

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  • Homevideo Gestarsh99 • 25/10/11 00:04
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray dal 06/12/2011 Disc per Cecchi Gori HV: