Ennesima riedizione del "Canto di Natale" di Dickens, come solo il titolo originale può lasciar supporre. Pubblicizzato in Italia come un ennesimo film sui fantasmi (facendosi trainare dalla fama di Ghostbusters di Murray), solo recentemente al film è stata riconsegnata la sua identità di film natalizio. L'azione è spostata agli anni '90, dominati dalla televisione, trasformando tutti i personaggi di conseguenza. Solo i tre fantasmi del Natale restano immutati e sono anche la forza del film.
Divertente rivisitazione ai giorni nostri del racconto di Dickens, ben diretto da Donner e interpretato magistralmente da un Murray particolarmente a suo agio nel ruolo dello Scrooge di turno. Sceneggiatura ad hoc costruita in funzione del personaggio principale e delle figure dei fantasmi che gli faranno cambiare rapidamente idea riguardo al suo modo di vivere e di gestire i rapporti con gli altri. Murray da solo varrebbe la visione ma sono eccellenti anche gli altri. Da segnalare un divertente e divertito Mitchum. Cameo per Lee Majors.
Mediocre rilettura del celeberrimo mito del natale narrato da Dickens (il Cantico di Natale) stavolta affrontato in chiave comica in una storia di fantasmi dai risvolti farseschi. Nonostante la presenza di un regista esperto come Richard Donner e di un attore di gran classe come Murray, il film "poggia" su una sceneggiatura piuttosto mediocre che sfrutta poco le potenzialità narrative del tema per inseguire toni da action comedy condita con effetti speciali. Il risultato lascia a desiderare.
Pessima versione (forse la peggiore in assoluto) del celeberrimo "Canto di Natale" di Dickens che viene completamente stravolta dagli sceneggiatori della pellicola. Era davvero difficile aspettarsi un tale pastrocchio che è davvero imbarazzante sotto tutti i punti di vista. Uno dei punti più bassi nella carriera di Donner (regista onesto e non certo malvagio) e di Bill Murray. Evitatelo come la peste soprattutto se avete amato l'opera letteraria.
Spiritosa rilettura del classico dickensiano con un Bill Murray letteralmente incontenibile. La storia strappa anche qualche brivido, e ricordo che da piccolo il film mi aveva colpito moltissimo soprattutto perché ancora non avevo visto il capolavoro di Frank Capra... ma anche oggi dopo quasi 20 anni è davvero divertente. Anzi, col tempo è finito col diventare uno dei miei must natalizi di sempre.
MEMORABILE: Il fantasma del natale presente, una deliziosa fatina che però picchia selvaggiamente Murray appena ne ha l'occasione.
Con tutte le riletture esistenti del classico dickensiano, non si sentiva minimamente il bisogno di questa. Il binomio Bill Murray-fantasmi non basta a risollevare le sorti di una favoletta sceneggiata maluccio e che a suo favore vanta solo la presenza di un Murray che all'epoca era assai sottovalutato fuori dagli Usa: fino al cult di Groundhog Day, rimaneva "quello di Ghostbusters".
MEMORABILE: Il cinico e catastrofico promo di Scrooge a inizio film.
Ennesima trasposizione del celebre racconto natalizio che può vantare un non invidiabile primato: è certo la peggiore fra quelle fino ad allora girate e probabilmente più brutta anche delle versioni future. Il che deve aver richiesto un certo sforzo, considerata la professionalita di Donner e la bravura di Murray, per cui sembrava tagliato su misura il personaggio del vecchio taccagno dallo stomaco foderato di pelliccia. Si salva solo l'inizio, poi l'ondata di melassa sommerge tutto, risparmiando solo il rammarico per lo spreco di talenti.
Divertente e moderna rilettura del Canto di Natale, con Murray mattatore che riesce a strappar risate anche nelle situazioni più prevedibili con la sua bravura. Il film è ben confezionato, anche se molto buonista come molti altri prodotti natalizi americani e la regia di Donner sa dare ritmo e gestire bene gli ottimi effetti speciali. Il resto del cast anche è buono e così alla fine la pellicola risulta piacevole e anche gradevole da rivedere.
Di sicuro non un capolavoro ma se non altro una simpatica e a tratti anche abbastanza divertente rilettura del Canto di Natale di Dickens. C'è però da dire che praticamente tutto il film poggia sulle spalle di Bill Murray, il quale riesce con la sua verve a tenere la qualità a un livello decente fin quasi alla fine. Dico quasi, perchè proprio verso il finale c'è un notevole calo nella melassa, cosa che comunque ci si aspettava. Comunque non da buttare.
Fiacca e melensa rilettura del classico di Dickens da parte di uno svogliato e poco convinto Donner. Pure la simpatia travolgente di Bill Murray appare sbiadita, in questa loffia fiaba natalizia che vira al tedio più che al divertimento. L'insopportabile fantasma dei natali passati (un tassista logorroico e alquanto fastidioso) affossa poi del tutto il film. Si ha un lieve sussulto con il mortifero fantasma dei natali futuri (sul modello della morte del Senso della vita) che regala lievi spizzichi horror, tutto il resto è insipido. L'opera di Neame era tutt'altro pianeta.
MEMORABILE: Il fantasma dei natali futuri che appare sugli schermi televisivi stile Dèmoni 2; In negativo la fatina (ma perchè?) dei natali presenti.
Spiritosa rilettura del classico di Dickens, realizzata con un ottimo ritmo, grandi interpreti e ottimi effetti speciali. Non particolarmente geniale, alla prova degli anni, ma ben retto dalla verve di Murray, che rende digeribile anche un discorso finale un po' troppo tirato per le lunghe. Ottimi i tre Spiriti del Natale. Un cult, per chi era bambino all'epoca.
MEMORABILE: Carol Kane, Spirito del Natale Presente assai manesco.
Disastroso film natalizio che rievoca il "Canto di Natale" di Dickens in salsa anni '80. A tratti (a partire dal titolo italiano) si strizza l'occhio a Ghostbusters, il film che aveva reso Murray un beniamino del pubblico giovanile; ma anche questa è una scelta fallimentare perché il legame fra le due pellicole si rivela inesistente, aumentando la delusione. Sembra incredibile che vi abbia preso parte un mostro sacro come Robert Mitchum.
MEMORABILE: Il Murray cinico che all'inizio licenzia Goldthwait alla vigilia di Natale.
Un Bill Murray bravissimo, anche se talvolta sembra prendere il ruolo con disinteresse. La trasposizione del Canto di Natale di Dickens in salsa contemporanea è resa benissimo. Strana la scelta di snaturare i fantasmi del Natale passato e presente che qui si invertono i ruoli e vengono caratterizzati in maniera grottesca e dissacrante. Effetti speciali e trucchi non sono niente male.
MEMORABILE: Il braccio di Marley spolpato; Le creature all'interno della tunica dello spirito del natale futuro; La canzone finale.
Con un fantomatico titolo (che prende semplicemente ispirazione da quel successone in cui il qui protagonista interpretava Peter Venkman) il film, pur meravigliando fin troppo, parte subito bene! Peccato che, ogni tanto, si perda troppo spesso nelle solite e inutili divagazioni "seriose" togliendo ritmo alla commedia. Perché - pur essendo un bel paradosso - è proprio nel fuoriprogramma stucchevole in diretta che il film tira su la china, per fortuna! Piccola postilla finale: la voce "nostrana" affibbiata a Bill Murray non è proprio il massimo.
MEMORABILE: Il trailer "cattivo"; Palline da golf che escono dalla testa; Il "fumoso" tassista; Tostapanata in faccia; La morte in ascensore; Un'entrata in scena.
Gradevolissima rielaborazione del classico di Dickens, con un Murray cattivo come l'aglio, perfetto Scrooge del XX secolo. Nonostante ci siano momenti "down" (i fantasmi sono piuttosto irritanti, specialmente la svampita fatina del Natale presente), le risate non mancano e certe sequenze à la Landis (i finti trailer all'inizio, gli zombi parlanti in avanzato stato di decomposizione) non si scordano. L'impronta humour-orrorifica di Donner (di stampo I racconti della cripta) si fa apprezzare. Finale zuccheroso ma non del tutto stucchevole.
MEMORABILE: Il trailer apocalittico dello speciale natalizio; La visita dell'ex capo redivivo di Murray; Il faccione del fantasma del Natale futuro sugli schermi.
Il titolo italiano cavalca il successo di Ghostbusters, ma il film effettivamente anticipa il migliore Ricomincio da capo. Più precisamente è una riattualizzazione del dickensiano "A Christmas Carol" con un brillante Murray come protagonista e nientemeno che Richard Donner alla regia. Non un capolavoro ma un'appassionata favola natalizia metropolitana molto americana, che con il suo buonismo ha il potere di tirar fuori il peggior Scrooge da noi oppure farci semplicemente rilassare e ridere senza troppi preconcetti. Quindi colpisce nel segno.
Bill Murray è un dirigente televisivo ambizioso e arrogante, disposto a tutto pur di avere successo; la vigilia di Natale però riceve la visita dei fantasmi del Natale passato, presente e futuro che gli faranno cambiare idea sul valore dell'esistenza. Ennesima rivisitazione del classico natalizio dickensiano dagli ovvi esiti romantici. La quasi totalità delle commedie natalizie finiscono a baci e abbracci, questa compresa, ma almeno non si ha quella sensazione di "troppo" che spesso si avverte in questo genere di film. Piccolo cult natalizio.
Donner si cimenta con un classico di Natale, ma nonostante Murray ne esce con le ossa più che rotte. La sceneggiatura è completamente asservita allo sviluppo del capolavoro di Dickens e questo ce lo saremmo aspettato chiaramente, ma non ha mai la forza di farsi ricordare per alcuna battuta. Il bravo Murray-Scrooge gigioneggia come può nei suoi viaggi pindarici risultando tuttavia ripetitivo e poco divertente e il cast di contorno non aiuta. Il finale con interfaccia a sua volta non funziona assolutamente.
Rilettura moderna del classico di Dickens che perde il confronto con la dimensione favolistica e genuina del film del 1970, per trasformarsi in una commedia - neanche troppo divertente - affidata completamente a Murray, che sarà pure bravo ma viene costantemente messo in croce dal poco supporto di chi lo circonda. Donner, grande regista, non punta come dovrebbe né sulla storia d'amore tra il protagonista e la Allen, né sulla faida con Goldthwait. Stavolta il piattello è stato mancato.
Cult natalizio. Il "Canto di Natale" di Charles Dickens viene contestualizzato negli anni Ottanta con un Bill Murray davvero esilarante nei panni del presidente bastardo di una emittente televisiva. Intrattenimento e divertimento di buon livello, con discreti effetti speciali. Personaggi di contorno riusciti. Regia di Richard Donner piuttosto efficace, così come gli effetti speciali.
Il "Canto di Natale" di Dickens viene sfruttato per una commedia che vorrebbe discostarsi dagli eccessi di miele puntando su un efficace Murray nei panno di moderno Scrooge. L'intento però viene meno soprattutto nel finale, reso più digeribile dalla bravura del protagonista. In mezzo alla trama i tre atipici fantasmi canonici, una simpatica incursione di Mitchum, una deliziosa Allen e apprezzabili effetti speciali. Gradevole, nella sua complessiva altalenanza.
MEMORABILE: La lista di regali di Murray; Il fantasma del Natale Futuro; Il figlio della segretaria.
Rilettura del tutto particolare del celebre racconto di Dickens. A colpire, fin dall’inizio, è la scelta di utilizzare toni dissacranti a sovvertire il sapore edulcorato del Natale. L’approccio di Murray, infatti, pende maggiormente verso la satira grottesca, non volendo essere comico in senso stretto. Solo nel finale, forse in maniera obbligata, sterza verso un buonismo a cui sembra non poter rinunciare. La produzione è figlia del tempo e dell’America di quel periodo, ma potrebbe non essere un male per chi vuole vedere qualcosa di diverso dalla solita commedia melensa natalizia.
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Peccato che non passa dalla tv già da un po' di anni; è sempre stato un mio cult natalizio e mi sgomenta leggermente la mono palla di Marcel.
DiscussioneZender • 28/12/15 15:36 Capo scrivano - 47787 interventi
Anch'io lo trovai bruttarello forte, ma non lo vedo da una vita per cui aspetto di rivedermelo. E tieni conto che io ADORO Murray. Ad ogni modo il Marcel è il correggibile per definizione, per cui non sgomentarti mai troppo per cose simili.
Zender ebbe a dire: Anch'io lo trovai bruttarello forte, ma non lo vedo da una vita per cui aspetto di rivedermelo. E tieni conto che io ADORO Murray. Ad ogni modo il Marcel è il correggibile per definizione, per cui non sgomentarti mai troppo per cose simili.
Pur amando il racconto di Dickens anch'io lo trovai davvero bruttarello, mi pareva un Donner svogliato e poco interessato al progetto. Nulla a che vedere con il bellissimo La più bella storia di Dickens
Zender ebbe a dire: Anch'io lo trovai bruttarello forte, ma non lo vedo da una vita per cui aspetto di rivedermelo. E tieni conto che io ADORO Murray. Ad ogni modo il Marcel è il correggibile per definizione, per cui non sgomentarti mai troppo per cose simili.
Pure io non lo vedo da parecchio tempo, però ricordo un Murray piuttosto divertente soprattutto nella prima parte, quella in cui recita la parte del cinico ed odioso direttore del canale tv. Per me il film tiene botta fino ai primi due fantasmi, poi è inevitabile che abbia un calo di cattiveria ed un innalzamento zuccherino ma Murray garantisce un esito certamente poco convenzionale.
Tra l'altro apprendo da Imdb che Murray e Donner non sono andati molto d'accordo durante le riprese del film.
Kanon ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Anch'io lo trovai bruttarello forte, ma non lo vedo da una vita per cui aspetto di rivedermelo. E tieni conto che io ADORO Murray. Ad ogni modo il Marcel è il correggibile per definizione, per cui non sgomentarti mai troppo per cose simili.
Pure io non lo vedo da parecchio tempo, però ricordo un Murray piuttosto divertente soprattutto nella prima parte, quella in cui recita la parte del cinico ed odioso direttore del canale tv. Per me il film tiene botta fino ai primi due fantasmi, poi è inevitabile che abbia un calo di cattiveria ed un innalzamento zuccherino ma Murray garantisce un esito certamente poco convenzionale.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I Filmissimi", lunedì 3 febbraio 1992) di S.O.S. fantasmi: