Road to nowhere - Film (2010)

L’atteso ritorno, dopo 22 anni, di Hellman dietro la macchina da presa, si traduce in un noir dai cromatismi un po’ slavati e dal sapore poco deciso: all’inizio lyncheggia, mescolando diversi piani narrativi (realtà e finzione metacinematografica); poi ripiega su un modo più convenzionale e lineare di scrivere e di raccontare, non riuscendo così ad intrigare ed appassionare più di tanto. Dunque niente di nuovo sotto il sole, per una pellicola dignitosa ma senza i guizzi che si aspetterebbe da un cineasta come Monte.

Longeva ma non molto prolifica, la carriera di Monte Hellman prosegue con un film metacinematografico e cinefilo, in cui la finzione scenica e la realtà si sovrappongono e confondono sino a generare un epilogo noir. Anche per la notevole lunghezza e il taglio fortemente autoriale, il narrato è lento e pesante e da esso si finisce distolti dai colori lividi della fotografia e dalla sensualità delle attrici Shannyn Sossamon (un volto da David Lynch) e Dominique Swain. Cameo di Fabio Testi, che mette a disposizione la sua villa sul lago di Garda.

Soggetto intrigante, che mescola cinema e realtà in modo arguto senza specificare troppo ma lasciando molto all'interpretazione dello spettatore. E anche la sceneggiatura funziona, nonostante la regia fuori epoca di Hellman, che in alcuni momenti indugia troppo nel silenzio e nella staticità, penalizzata anche da una fotografia molto telivisiva. Bravi gli attori, soprattutto la Sossamon, ben calata nella parte.